Presentazione

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Ricordo con malinconia l'ultima volta che vidi le mie amiche.

Dopo tutto cio' che mi è successo l'ultima cosa che volevo era intrometterle, anche perchè non potevo: loro mi proibivano ogni tipo di amicizia all'infuori della "loro".

Ricordo con malinconia l'ultima volta che un ragazzo mi accarezzava dolcemente la guancia e guardandomi negli occhi mi diceva 'sei bellissima'.. 'sei un troia'; 'sei una grassona, dimagrisci cazzo'; 'fai il tuo lavoro, culona' erano le uniche parole che riuscivo a sentirmi dire in quella casa.. nella loro casa.

Ricordo con malinconia l'ultima volta che vidi mia madre.

Mi diceva di essere forte, di essere forte per lei.. lei, la mia mamma, la mia confidente, la mia compagna di avventure era sdraiata in un lettino di un schifosissimo ospedale. Ora fa chemioterapia in ospedale specializzato, pulito, l'aiutano sempre, sta sempre meglio, però è costoso e io lo devo pagare.

Se solo sapesse come faccio i soldi.

Manate, sedie sulla schiena, schegge di vasi rotti sulle mie gambe una volta lisce e  morbide. Segni di violenza su tutto il mio corpo. Non era ciò che avrei voluto per me.

Se Francisco, il maggiordomo, non abitasse lì e mi medicasse ogni volta, io non potrei neanche uscire di "casa". Certo, ogni volta che loro ci vanno giù pesante con le botte non esco per settimane.

Secondo il contratto, quel fottuto contratto, io dovrei fingermi la ragazza di uno di loro, uscire sempre con lui, fare la fidanzatina perfetta, ma mi hanno scelto solo perchè non lo sono: avevano bisogno di una ragazza che non fosse famosa, non fosse una modella per così dire e io avevo bisogno di soldi, e avrete capito perchè. Sono formosa, non sono obesa ma loro mi vedono come tale. Mi disprezzano loro, le loro ragazze, i loro amici. Ho pensato al suicidio ma scartai l'idea, dovevo occuparmi di mia madre. Non vedevo l'ora di saldare il conto. Mancavano solo 3 mesi alla fine del contratto, alla fine delle cure di mia madre che stava migliorando, alla fine dell'incubo ma sarebbe realmente finito tutto?

Non potete capirmi in queste poche parole, non potete capire gli insulti della gente attorno a me.. gente che consideravo persino amica. Voglio raccontare com'è iniziato tutto.

Siete disposti a percorrerlo con me?

Sono Chanel Williams, solo il mio nome è rimasto della mia vecchia vita. Loro me l'hanno portata via, assieme alla mia dignità, la mia voglia di essere giovane, la mia voglia di vivere.

Ero un loro oggetto con l'incredibile voglia di essere liberato.. finchè non ho scoperto che mi piaceva: ero malata.

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora