E Zayn? Non mi rivolge più la parola

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-"Dottori, dottori si è svegliata!"-


Sentivo una voce familiare che urlava vicino a me ma poi lontana perchè usciva dalla stanza con le pareti bianche in cui mi trovavo. Ma dov'ero?! Non riuscivo a respirare, stavo soffocando.
Vedevo tutto sfocato, sentivo tutti che parlottavano e dei medici.
Che fossi in un ospedale era certo, assolutamente.

-"Bambina mia, shht"- 

non mi ero neanche accorta di stare urlando come una forsennata. Sentivo una pressione alla mano, sapevo che qualcuno era accanto a me ma non capivo chi fosse.

-"Signora, mi dispiace, è  tornata"-


Mi svegliai tutta sudata in fronte, con il petto che altalenava velocemente con i battiti del mio cuore.
Mi sentivo così stanca e debole, come se un trattore mi fosse passato sopra e io fossi in convalescenza.
Brutta, bruttissima sensazione fisica però mentalmente ero forte, almeno quel giorno tutto dava l'impressione di quello.
Mi alzai leggermente sui gomiti e vidi l'orario sulla sveglia.

6.15


Ricordai le parole di Zayn della sera precedente così, in modo cauto e silenzioso, mi diressi in cucina per fare colazione, senza che nessuno mi vedesse. Presi una tazza, il cartone del latte e dei biscotti che erano già sul tavolo.

-"Che ci fai a quest'ora sveglia, Ciccianel?"-


Mi andò di traverso il latte per lo spavento e tossii come se fossi in preda a convulsioni!
-"Allora?"- 
Ma che gli sembrava che stessi facendo?! In cucina, con una tazza di latte e biscotti di prima mattina? Pff, a Niall va il cervello in pappa per colpa del cibo!

-"Faccio colazione"- 
dissi freddamente senza neanche guardarlo negli occhi.
-"Ah. Come hai dormito?"- chiese gentilmente. Ma questi ragazzi sono delle ragazze con il ciclo?! Continuai a pensare a questa frase tutto il tempo. Mi sa che avevo ragione.
-"E a te che importa, fottuto stronzo "- sbottai quasi in un sussurro.
-"Come scusa?"-  -"Ehm, no niente."-

Finii velocemente e tornai al piano di sopra per farmi una doccia quando una voce rimbombò per tutto il corridoio
-"Chanel, dove vai di bello?"- Liam.
-"A farmi una doccia"- e  mi girai andandomene.

Non so cosa mi fosse successo quella mattina. Non avevo la più pallida idea da dove venisse tutto quel coraggio, ma non immaginavo che ne avrei pagato le conseguenze.
Dopo aver lasciato il bagno tutto profumato al cocco mi diressi in camera mia, vestendomi.
Sapevo che oggi sarei uscita allo scoperto con Harry e quindi dovevo fare una buona "impressione" di me alle loro fan. Stivali, jeans attillati, lunga maglietta bianca con uno stampo indigeno e la giacca di pelle. Rayban ed ero pronta.

Suonarono al campanello e mi venne a chiamare Louis, il quale mi avvisò che Paul si trovava al piano di sotto, fulminandomi con lo sguardo come se si volesse accertare che non avrei spifferato tutto. Non ne avevo intenzione. Non adesso, ma prima o poi avrebbero pagato tutte le loro azioni.
 
 


-"Allora, avete capito cosa dovete fare, vero?"- 
disse Paul guardando me e Harry. Annuimmo.
In pratica, sorridere ad ogni paparazzo, qualche bacio qua e là e fare gesti dolci in pubblico. Tutto qui. Eppure non era tutto qui ma Paul non lo poteva sapere.
Io ed Harry uscimmo di casa e andammo con la sua macchina.
Dovevamo farci vedere a passo per la città, mano nella mano.
Oh, che felicità [sarcasticamente].

-"Pronta, amore mio? Fammi fare un figurone!"- 
Mi disgustava quando mi parlava così. Era davvero un cafone, stronzo, bastardo, coglione. Provavo tantissima ripudia nei suoi confronti però allo stesso tempo ne avevo timore, tanto timore.
-"Ah, Chanel, ieri ero ubriaco.. è successo qualcosa?"- No, semplicemente mi hai costretto a farti un servizio contro la mia volontà e per giunta mi ha rifilato un pugno nello stomaco. Che bel "fidanzato"! Amorevole, oserei dire. Scossi la testa e lui alzò le spalle, indifferente.
Scendemmo dall'auto e mi prese per mano, in modo delicato. Tutta finzione. Però mi sarebbe piaciuto che si comportasse così anche a casa oppure mi rispettasse e non solo lui.

Primi paparazzi: Harry si ferma davanti ad un albero e mi fa girare con lui.
Bacio. E' stato un bacio a stampo, casto senza una vena di malizia. Sapeva fingere bene il ragazzo quindi dovevo farlo anche io. L'unico problema fu che non riuscivo a sostenere il suo sguardo quindi avevo deciso di passare per la fidanzata timida e chiusa.
Andammo un po' in giro, fino a che non ci stancammo e decidemmo di tornare a casa.

E per due mesi andò avanti così.

Vi chiedete "E che fine ha fatto Zayn?" ecco, lui da quella notte mi rivolgeva sì e no lo sguardo.
Durante quei mesi prese ad uscire con una cantante di un gruppo chiamato 'Little Mix', Perrie Edwards.
Non ci rimasi tanto male, anche perchè lui non doveva rendere conto a me.
Io e lui non stavamo insieme.
E non mi aspettavo niente da lui perchè ero stata io a scappare al bacio, inoltre, ci sono delle volte che mi ritrovo a pensare cosa fosse successo se i sensi di colpa non mi avessero fermato.
Troppo mal di testa, troppo!
Già me ne procurava Harry con i suoi discorsi nel bel mezzo della notte. Non solo sono una bambola gonfiabile ma anche una confidente. Pensate un po', una volta mi diede persino uno schiaffo quando gli diedi un consiglio!
Se non gli dicevo quello che voleva mi picchiava. La cosa che però poteva definirsi "migliore" fu che Liam, Niall e Louis non mi toccarono più neanche con un dito. Passavo davanti a loro e mi ignoravano. Non so cosa fosse successo ma quell'improvviso cambiamento non mi turbò. L'unico di cui avevo ancora paura però, era quello che mi stava sempre vicino, quello che non mi lasciava neanche un minuto sola in casa, che mi pestava se non dovevamo farci vedere per un po' e quello che mi lasciava segni sul corpo del suo passaggio era Harry. Purtroppo lui aveva ancora il controllo su di me. Come un vampiro, sì.
Paul cominciava a sospettare dei miei continui lividi e delle mie continue scuse come 'sono caduta' oppure 'ho sbattuto da qualche parte' quindi decise di assumere un maggiordomo.
Ero un uomo abbastanza paffutello e vecchiotto, di origini ispaniche. Si chiamava Francisco. Era una persona magnifica, riuscii subito a trovarmi bene con lui. Forse rivedevo in lui la figura paterna che non riscontravo in quel "padre" che di rado di faceva vivo. Passai con lui il Natale, mentre i ragazzi se ne andarono chissà dove in vacanza.


Una mattina di metà Gennaio mi avvisarono che avrebbero tenuto una festa in un locale, per il mio compleanno. L'aveva organizzata Paul, per far vedere sempre di più me ed Harry.

Quello che non sapevo e che non immaginavo fosse che le loro fidanzate fossero anche peggio dei loro ragazzi.

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora