Siamo qui

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Meno cinque, meno quattro, meno tre, meno due, arrivata.

La porta di "casa mia" era a solo pochi passi da me.

Non volevo proseguire neanche di un passo quindi rimasi lì impalata fino a quando Niall mi strattonò portandomi velocemente davanti alla porta d'ingresso.

Esitai a respirare, ero spaventata.

Era per la prima volta nella mia vita che avevo paura per la mia incolumità.

Suonò al campanello e trattenni il fiato, come un bambino quando va dalla madre, sapendo di averla fatta grossa e che la madre fosse al corrente di tutto.

Ed improvvisamente la porta si aprii.

No, non era Harry, era Zayn. Buttai con un leggero soffio, tutta l'aria che avevo accumulato in quei pochi istanti d'ansia. Zayn sorrise guardando Niall ma quando il suo sguardo si posò su di me, vidi che l'incurvamento di gioia si trasformò in una linea retta che notai a stento perchè i miei occhi guardavano solo la carne delle labbra e non le linee che ne tracciavano la fine. Era un ragazzo attraente, non c'era nulla da fare.

-"Hey Zayn!"- 

disse Niall entrando  e io lo seguii mentre sentivo lo sguardo di Zayn ancora su di me.

Niall si buttò sul divano, seguito da Zayn.

Nel frattempo io mi rifugiai in camera mia ma poco prima di entrare qualcuno mi prese per il braccio e per poco non urlai dallo spavento.

-"Tranquilla, tranquilla sono io, Louis"-  

era senza maglietta con un sorriso abbastanza malizioso.

La voglia di mandarlo a fare in culo era tanta però sapevo che mi avrebbe pestato come facevano gli altri e sapevo anche che le avrei prese da Harry appena mi avesse visto perciò mi limitai ad annuire e guardarlo dritto negli occhi.

-"Hai bisogno di qualcosa?"-

chiesi sfacciatamente per poi mordermi la lingua. Ero già nei guai, ci mancava soltanto un'altro pasticcio e mi avrebbero seppellito.

-"Vieni in camera mia, ti voglio parlare"-

Lo seguii in camera sua, lui si sdraiò sul letto mentre io rimasi sullo stipite della porta.

-"Entra e siediti, ti voglio solo parlare, tranquilla"-

Esitai ma dopodiché mi sedetti accanto a lui, aspettando che cominciasse a parlare.

-"So che ci odi, so che odi me per tutto ciò che ti ho fatto, nonostante ci conosciamo da sole 24 ore ma.. ecco, mi sono lasciato trasportare dal momento, io non avrei mai fatto una cosa del genere ad una ragazza"-

Ero stravolta.

Quello che ieri mi faceva del male, oggi si scusava? No, non è la domanda giusta. La domanda giusta è 'Cosa si fa ora?'

-"D'accordo però cosa vuoi fare con me ora?"-

Sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora