Il dado è tratto

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La monotonia dell'infermeria di Hogwarts quella sera stava per essere abbattuta. Hermione si era appena rovesciata addosso la zuppa bollente, Fred era sobbalzato dal letto saltellando su un solo piede per aiutarla. 
"Scusami! Non volevo prenderti di sprovvista!" ghignava con tono beffardo.
Hermione, fintamente sconcertata, rispose: "Oh, invece volevi eccome!". Risero. Fred pose a Hermione dei fazzoletti. La ragazza con un tocco di bacchetta asciugò il disastro, poi si girò a prendere la fetta di pane, unico vivere rimasto sul vassoio portatole dall'elfo domestico. 
"Hai fame?" chiese Fred.
"A dir la verità sì"
"Allora io avrei un'idea...però dovresti aspettare un altro po' di tempo, temo"
"Di che idea si tratta?"
"Lo vedrai" disse lui rubandole un pezzo della fetta di pane, con il solito sorriso sfacciato.
"Cosa è successo al campo di Quidditch?"
Improvvisamente il sorriso scomparve dalla bocca di Fred. Masticò lentamente il pezzo di pane con sguardo vacuo. Dopo quelli che a Hermione sembrarono secoli, si decise a deglutire. Lei prese un bicchiere d'acqua.
"Dopo che hai protetto me e George..." prese una pausa, guardò Hermione con un timido sorriso nettamente non da lui, "beh mi sono messo in mezzo, Draco mi ha scagliato un incantesimo, Harry anche è stato tirato dentro... probabilmente era quello a cui ambivano i Serpeverde, far sospendere lui... che è quello che è successo poi". Smise di parlare, ma Hermione sapeva che mancava qualche pezzo: il sorrisetto di Madama Chips, l'espressione di Fred in quell'istante...nah, doveva esserci stato qualche piccolo particolare che non a caso il rosso cercava di tenerle nascosto. 
"E?" ribattè Hermione.
"E niente... questo!" schernì Fred. Hermione non insistette, non voleva forzarlo. Tuttavia non si aspettava questo comportamento dal ragazzo, non era solito essere imbarazzato o timido!
"Vediamo un po' cosa ti sei fatta, invece"
"Nulla di grave, ho solo preso una botta in testa, ma non preoccuparti"
Il ragazzo le si stava avvicinando, il suo cuore tamburellava. Nonostante avesse sognato un momento simile per mesi e mesi, si sentiva impaurita, immobilizzata, davanti a Fred. Forse proprio perchè aveva atteso tanto il loro riavvicinamento. 
"Davvero, è solo un brutto livido!" continuò. Ma il ragazzo era romai seduto al suo fianco e avvicinava il suo viso a quello di Hermione, e visibilmente preoccupato, ispezionava il bombolone in mezzo ai suoi folti capelli. 
"Beh si non sembra così grave..." sospirò. I loro nasi si sfioravano. Hermionè pregò che il rumore del suo cuore che batteva non arrivasse perfino alle orecchie di Fred. 
"Anche perchè sai, mi sarei meravigliato del contrario, con questa massa di capelli che hai in testa!".
La tensione di Hermione esplose in una sincera e allegra risata che risuonò nella sala vuota e  mandò via ogni pensiero negativo. Afferrò il cuscino che aveva dietro la schiena e lo tirò sulla faccia di Fred. Il ragazzo fece finta di svenire. "Caspita! Peggio delle fatture di Malfoy!". Hermione rise ancora, insieme a Fred, e continuò a prenderlo a cuscinate. Improvvisamente le porte della stanza si spalancarono. 
Madama Chips gli si avvicinò con fare perentorio. 
"COSA SUCCEDE QUI?"
"Niente, stavamo solo giocando un po'" affermò il ragazzo con fare innocente.
"Mh mh!" li squadrò la strega con finto tono di rimprovero.
"Vedo che siete abbastanza in forze, credo che possiate tornare ai vostri dormitori." 
I due ragazzi si guardarono. Madama Chips ispezionò velocemente l'infermeria. 
"Non ci sono altri ragazzi, perciò credo che me andrò a dormire. Weasley puoi prendere le stampelle nel mobile infondo a destra, Granger finisci la pozione. Qualsiasi cosa non esitate a chiamarmi." Sbadigliò e si diresse verso l'uscita. La porta si chiuse con un grosso clamore che eccheggiò nella sala silenziosa. Hermione e Fred si guardarono. A nessuno dei due andava di tornare nei loro dormitori. O almeno così valeva per Hermione. 
"Beh, credo che dovremmo tornare in Sala Comune, su, aiutami a prendere quelle stampelle" esordì il rosso. 
"Hermione lo guardò perplessa: era sicura che avrebbe proposto un'avventura delle sue, come quando l'anno prima avevano infranto le regole per una passeggiata notturna ai confini del giardino del castello. Lui ricambiò lo sguardo con un sorrisetto nascosto sotto ai baffi. 
"Su, che aspetti? Madama Chips dice che stai una favola!"
La ragazza piegò gli angoli della bocca e scosse la testa. Aveva capito il gioco a cui giocava il ragazzo. 
"Che c'è? Non te ne vuoi andare" chiese lui sarcasticamente.
"è che non mi ricordavo fossi diventato così responsabile... noioso!"  il sorrisetto scomparve dal volto del ragazzo per far spazio ad un'espressione di sfida. 
Hermione continuò: "Percy! Lui si che sarebbe fiero di te! Me lo ricordi tanto in questo momento". Sapeva di aver gettato la sfida e che il suo degno compare con uno sguardo l'aveva accettata.
Lui si alzò, provò a camminare senza saltellare: un po' zoppo..arrancava... ma ce la faceva, più o meno. 
"Mettiti le scarpe, Hermione" ordinò Fred.
"Perchè? Che facciamo?"
"Ti porto un po' in giro sotto le stelle".

Il Ballo del Ceppo 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora