Liti e amori

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Giovedì 21 dicembre, ore 22:50

Hermione stava aspettando Fred davanti alla Statua di Barnaba il Babbeo al secondo piano da ormai già dieci minuti. L'irritazione che serbava da due giorni stava per esploderle in corpo. Non trovava motivo per cui Fred dovesse farla aspettare, era sempre puntuale di solito. Guardò di nuovo l'orologio: la festa era iniziata già da venti minuti. Infastidita, prese la borsetta che aveva lasciato a terra e prese a camminare verso il quinto piano, diretta alla Stanza delle Necessità. Dopo pochi passi sentì però la voce di Fred eccheggiare nei corridoi deserti.
"Ehi, bella ragazza! Dove credi di andare?" chiese in tipico tono Fred.
Hermione si girò e ricambiò lo sguardo divertito del ragazzo con un'occhiataccia.
"Wow, stai davvero bene" disse Fred ammirandola: quella sera indossava un vestitino argentato con le spalline sottili, rivestito di perline che davano la sensazione che portasse un abito fatto di ghiaccio. Aveva uno scialle abbinato che stringeva tra i gomiti. La borsetta era dello stesso colore e con le stesse perline del vestito. I capelli cespugliosi erano legati in un'elegante crocchia intrecciata. La ragazza non si addolcì al complimento del ragazzo, nonostante fosse visibilmente sincero.
"Va bene..." continuò Fred evitando di affrontare il motivo del broncio della sua fidanzata "avviamoci, dai". Iniziò a camminare ma Hermione sembrava avere i piedi piantati nel terreno.
"Fred." disse lei in tono autoritario mentre il ragazzo continuava a camminare. A quel punto però il ragazzo si fermò e si girò capendo di non averla fatta franca.
"Perchè ci hai messo tanto?"
"Scusami Hermione, è che ho avuto da fare, lo sapevi che dovevo fare quella cosa con George". A quella risposta la ragazza non potè trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo. Fred notò questo gesto e perse la calma.
"Hermione basta! Ancora con questa storia? Non ho voglia di ridiscuterne!" gridò il ragazzo.
"Io continuo a pensare che queste cose siano non solo pericolose ma anche..." ribattè la ragazza prima che il rosso la interrompesse in modo brusco: "Lo so già cosa pensi! Me lo hai detto credo centocinquanta volte e per di più ogni volta che ne hai modo cerchi di sottolinearlo. Ma Hermione io non so davvero cosa fare, se tu non mi sostieni in questo, che è quello che mi piace fare e il mio progetto per il futuro... io davvero non so che fare. Non tutti nasciamo con un cervello e una forza di volontà come i tuoi, e vorrei soltanto che tu provassi a appoggiarmi anche se non pensi sia la cosa migliore per me."
Hermione trasse un respiro profondo e si pentì dei suoi comportamenti soliti da maestrina. Si avvicinò a Fred e gli strinse una mano, poi sussurrò:"Lo so, scusami... è che, sono qui da un quarto d'ora ad aspettarti, e avevi detto che ci saremmo presi qualche momento per noi prima di andare ma ora è già tardi e..." e di nuovo la ragazza fu interrotta da Fred che le strappò un bacio appassionato. Hermione rispose al bacio e poi lo abbracciò.
"Scusami se in questi giorni sono stato poco presente, è che ho avuto davvero da fare" bisbigliò lui in tono sincero. Hermione cercava di trattenersi le lacrime mentre le cicatrici sulla sua mano bruciavano come fiamme sulla carne viva.


Lunedì 18 dicembre (tre giorni prima)

Hermione, Harry e Ron avevano appena finito di cenare e si stavano dirigendo verso la Sala Comune. Disgraziatamente nel loro tragitto incapparono in Malfoy e la sua combriccola di leccapiedi della Umbridge. Hermione inizialmente non si accorse nemmeno della loro presenza, era sovrappensiero: in quel momento si sarebbe dovuta vedere con Fred, ma lui aveva mandato Ginny a dirle che non avrebbe fatto in tempo poichè era impegnato in un 'esperimento' con George. Hermione cercava di non dar peso alla cosa, lo avrebbe incontrato in Sala Comune. Tuttavia i Serpeverde diedero alla ragazza motivo per interrompere quel filo di pensieri che la turbavano. "Dove vai Potter? A farti cantare la ninna nanna da quel vecchio bacucco di Silente?" la voce di Draco riempì i corridoi. I tre si guardarono e proseguirono senza voltarsi. "Weasley invece a te come va? Te la fai ancora sotto quando sogni di dover giocare a Quidditch contro di me?" continuò Draco inutilmente perfido, seguito dalle risate dei suoi amici. Ron divenne paonazzo ma Hermione lo trattenne per il braccio per evitare che desse corda a Malfoy, che quel giorno era particolarmente irritante. "E tu, Granger, la prossima volta che ti vedo scorrazzare per i corridoi dopo il fuso orario sappi che troverò una prova per incastrarti con la Umbridge!" la schernì Malfoy. Pansy Parkinson rise fortemente. Il terzetto si immobilizzò e si guardarono per un secondo pensando la stessa cosa: sperando che Draco si riferisse a qualche incontro con Fred e non alle riunioni dell'ES. Essendoci evidentemente un motivo per cui Draco cercava di farli fermare, Hermione decise di girarsi e porre fine a quella scena patetica.
"Prego?" fu il suo schietto intervento.
"Inutile che fai finta di niente! Draco non è il solo ad averti sorpesa con quel sudicio traditore del suo sangue!" tagliò crudelmente Pansy Parkinson con quella odiosa voce nasale. Ron schizzò in avanti e le puntò la bacchetta contro, facendola ridere forte. Draco schizzò davanti alla bacchetta e alimentato da una bizzarra adrenalina continuò il suo lavoro: "Ah lo difendi, Weasley? Ti fai fottere la ragazza e continui a comportarti da bravo fratellino?". Ron era sul punto di tirarli un pugno ma Harry intervenne e cercò di trattenerlo."Sta' zitto Malfoy" sbuffò cercando di placare il rosso. Hermione gli prese la bacchetta dalle mani.
"Guardala Draco, hai proprio ragione, ha sempre lo sguardo puntato sulla bacchetta dei Weasley!" aggiunse squittendo l'odiosa Serpeverde. Ma quella fu la goccia che fece traboccare il vaso per Hermione che era già abbastanza stressata già da prima che i Serpeverde peggiorassero la situazione. Puntò la bacchetta di Ron contro la ragazza cercando di Silenziarla, ma in quell'esatto momento la Umbridge apparve dietro i ragazzi, e Hermione restò immobile con la bacchetta puntata verso Pansy Parkinson.
"Bene bene bene cosa abbiamo qui?" iniziò la Umbridge con voce leziosa. Aveva gli occhi pieni di gioia come si fosse finalmente esaudito il suo desiderio.
"Professoressa, Granger ha cercato di maledire Pansy" rispose Malfoy con tono diplomatico.
"Lo vedo mio caro, e ho avuto il tuo messaggio giusto in tempo per poter cogliere in flagrante la ragazza! Questa volta non mi sfuggirà, signorina Granger: la voglio in punizione da me mercoledì dopo cena!"
Hermione non fu capace di rispondere. Era lì immobile come un pesce lesso,e non appena la Umbridge girò verso il suo ufficio i Serpeverde iniziarono a deriderla e ad esultare. Harry e Ron la presero e la spinsero verso la Sala Comune. Durante il tragitto, Hermione riacquistò capacità di parola e ne usufruì insultando e maledicendo Malfoy e i suoi complici, cercando invano di staccarsi dalla salda presa degli amici. Harry e Ron cercavano di non attirare troppo l'attenzione su di loro ma diversi ragazzi si erano girati guardandoli in modo strano. Una volta arrivati in Sala Comune, lasciarono la ragazza libera di agitarsi e di prendere a parole i Serpeverde. Hermione tuttavia si sedette silenziosa su una poltrona, con la testa tra le mani e lo sguardo fisso in un punto imprecisato. I ragazzi si guardarono chiedendosi cosa diamine avesse in mente, e prima di potersi dare una risposta, la riccia parlò:
"Mi ha provocato apposta per farmi mettere in punizione" disse Hermione in tono asciutto.
Ron e Harry si guardarono di nuovo, preoccupati. Hermione spostò il suo sguardo verso di loro e aggiunse:" dobbiamo sperare che provino semplicemente gusto nel farmi punire per avermi visto gironzolare per il castello con Fred, e che non abbiano la minima idea di tutto il resto."
Harry si sedette sul divano pensieroso e Ron sospirò profondamente guardando Hermione. Tutti e tre erano già a conoscenza dello svolgimento dei castighi di quella perfida donna, visto che Harry ne era già un habitué. In quel momento entrarono i gemelli, seguiti da Ginny.
"Ragazzi, tutti non fanno che parlare voi e della Umbridge" affermò la ragazza indicando il buco del ritratto.
"Che avete combinato?" chiese Fred sedendosi sul bracciolo della poltrona dove stava Hermione e accarezzandole i capelli.
Harry riassunse in poche parole l'accaduto. Fred si alzò furibondo.
"Come si permette, quell'idiota lecca...". Ginny rise, ma Hermione si girò turbata verso di lei.
"Non c'è niente da ridere! E il problema non è  quello che Draco ha detto, ma il motivo per cui l'ha fatto! Mi ha provocato perché la Umbridge vuole che io vada in castigo da lei, probabilmente sospetta qualcosa" spiegò la ragazza.
"Cosa? Sa delle ES?" domandò George.
"Potrebbe anche sospettare di qualcosa di più grosso" rispose Ron.
"Tipo?" chiese Fred.
"Tipo l'ordine" disse severamente Hermione.
"Tipo Sirius" continuò Harry guardando in basso, cupo. Hermione lo guardò con tenerezza ma prima che potesse dire qualcosa che lo rassicurasse Ginny si sedette accanto a lui e gli prese il braccio tra le mani.
"Sta' tranquillo Harry, Silente la tiene d'occhio, non permetterebbe nulla di simile". Harry la guardò abbozzando un sorrisetto e colpendole teneramente il ginocchio.
I fratelli Weasley e Hermione si guardarono stupiti dalla mossa di Ginny. Fred si avvicinò e cinse le spalle di Hermione.


Il Ballo del Ceppo 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora