Ron

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Hogwarts: forse lo scenario degli anni più belli e avventurosi della vita dei maghi e delle streghe che l'avevano frequentata. Teatro di fantastiche avventure, di nascondigli, di segreti. Nonostante fosse un luogo così amato dai suoi studenti, non era famosa per essere una scuola dove il divertimento si trasformava in festini abusivi. Tuttavia stava per avvenire uno strappo alla regola.

La sveglia stava già suonando da diversi minuti e tutti i ragazzi si erano alzati per andare a fare colazione. Tuttavia Ron, esausto dall'allenamento di Quidditch terminato all'una di notte la sera prima, non riusciva ad aprire gli occhi tanta era la sua stanchezza.
"Ron, abbiamo Pozioni in prima ora." gli disse Harry tirandogli un cuscino in testa. "Piton non si farà scappare l'occasione di toglierci punti anche solo con un minuto di ritardo."
"Avviati" bofonchiò il rosso afferrando il cuscino che l'amico gli aveva lanciato e premendoselo sulla testa "ti raggiungo subito..d-dammi altri dieci minuti". Non alzò lo sguardo ma sentì i passi di Harry dirigersi verso la porta.
Circa otto minuti dopo Ron scese la scala a chiocciola che portava alla Sala Comune. Era ancora molto rintronato dal sonno ma nonostante questo non potè fare a meno di notare un'atteggiamento strano delle poche persone che in quel momento si trovavano lì. Tre ragazze del sesto anno sembravano entusiasmate dalla lettura della pergamena che una di loro aveva in mano. Ron non gli diede molto peso e continuò verso la Sala Grande. Nel suo percorso intravide le sorelle Patil chiacchierare con una mano davanti alla bocca e in preda a quelle loro fastidiose risatine. Prima che potesse distogliere lo sguardo le due ragazze notarono che le stava fissando, e ricambiarono con un'espressione di puro disprezzo. Ron scosse interdetto la testa: sapeva di non aver fatto una grande figura con entrambe al Ballo del Ceppo l'anno prima, ma non pensava che ancora portassero rancore per quella serata. Come se per lui fosse stata una piacevole festa... ma Ron preferiva non ripensarci.
Varcata la soglia della Sala Grande individuò Harry ed Hermione seduti uno di fronte l'altro lungo il tavolo della loro Casa. Si diresse verso di loro e notò che delle ragazze di Corvonero lo stavano palesemente fissando. Si girò verso di loro ma non appena i loro sguardi si incontrarono le ragazze si voltarono imbarazzate dall'altro lato. Non le conosceva e gli sembravano più piccole di lui, forse dell'età di Ginny. Una di loro aveva uno sguardo familiare, pelle olivastra, lunghi capelli neri riccioluti, e due scuri occhi marrone nocciola. L'altra sembrava addirittura più piccola: era molto esile e portava i capelli a caschetto. Si girò ancor prima che potesse guardarla in faccia. Cosa avevano tutti quella mattina? Si chiese se stesse girando con qualcosa di strano attaccato addosso ma prima di controllarsi capì qual era la causa degli ambigui comportamenti delle ragazze. Arrivato dai due amici notò che Hermione aveva la testa china su un pezzetto di pergamena e lo scrutava con fare perplesso. Harry invece stava spalmando tranquillo del burro sui suoi toast.
"Ma cosa sta succedendo oggi? La gente è strana e non fa che guardarmi in modo bizzarro. Hermione, cosa stai leggendo?" chiese agli amici mentre si versava una tazza di tè.
Hermione gli pose quello che si rivelò essere un invito sotto il naso. Ron storse il naso e lo afferrò. Una leziosa calligrafia scriveva:

Festa natalizia delle lucciole danzanti.

Sei hai ricevuto questa pergamena sei invitato ad una magica festa giovedì 21 dicembre alle 10.30.

Location: Stanza delle Necessità.

Dresscode: fatato ed elegante, che ricordi il Natale.

RSVP



PS: bisogna presentarsi in coppia



-Veronica e Penn

Ron dovette rileggere l'invito un'altra volta prima di crederci.
"Qualcuno vuole spiegarmi per favore?" chiese basito agli altri due.
"E' una festa, Ron. E noi siamo stati invitati." rispose Harry.
"Noi? Ma chi... chi sono questi due? Chi li conosce? E come possono pensare di dare una festa senza essere scoperti dai professori e, soprattutto dalla Umbridge!"
Hermione gli afferrò una spalla e lo fece girare verso il tavolo dei Tassorosso.
"Li vedi quei due ragazzi in fondo?" bisbigliò Hermione indicando un ragazzo e una ragazza in piedi in fondo al tavolo. Guardandoli, Ron parve ricordarsi improvvisamente dell'esistenza di quei due ragazzi: il ragazzo robusto era il celebre Penn Sherleyun, un cacciatore della squadra di Quidditch e riscuoteva molto successo: aveva un fisico scolpito e un tempo portava i capelli castani lunghi fino alle spalle, adesso invece erano corti. Aveva sopportato spesso Ginny e le sue teorie su quanto il suo sorriso fosse 'magicamente smagliante e luminoso', ma non poté fare a meno di pensare che anche quello al momento era sostituto da un incerto sorriso di gentilezza. Ron realizzò di non averlo mai visto al campo durante l'anno, quindi doveva aver rinunciato al Quidditch, suppose. Lei invece era una ragazza molto popolare e affascinante. Era alta, slanciata, aveva lunghi capelli biondi ondulati. Un viso che ricordava quello di una fata, occhi color ghiaccio e zigomi alti, labbra rosse e carnose: Veronica Rawest, l'aveva spesso sentita nominare ai suoi fratelli, accompagnata non dai più nobili commenti.
"Sì, sì ho capito chi sono" sussurò a sua volta Ron all'amica. Lei lo prese e lo riportò fronte al tavolo, per poi aggiungere: "loro due erano della combriccola di Cedric, ed erano i suoi migliori amici. Non è un grande periodo per loro nè per la loro casa: Susan Bones mi dice sempre che l'atmosfera in Sala Comune è lugubre."
"Justin mi ha raccontato che Penn ha mollato il Quidditch quest'anno, perchè era una cosa sua e di Cedric, e ora non riesce più a giocare." aggiunse Harry in tono triste.
A Ron si intristì il cuore. Si girò nuovamente verso i due ragazzi intenti a parlottare tra di loro, osservandoli questa volta con malinconia.
"Silente e gli altri rappresentanti delle Case hanno accettato la loro proposta di dare una festa, per rallegrare gli animi" spiegò Hermione "c'è anche in atto un piano che prevede di stregare la Umbridge per quella sera"
"Non ce lo vedo Piton a collaborare in un'iniziativa simile" commentò Ron sarcastico.
"Oh Piton non parteciperà, come nessun Serpeverde: i ragazzi credono ad Harry e Silente e non sopportano l'idea che figli di Mangiamorte possano passare la serata insieme a loro dopo aver contribuito all'assassinio di Cedric" continuò Hermione. Harry posò la fetta di pane che stava per addentare. Hermione si rese conto di essersi spinta troppo oltre, aprì la bocca per cercare di aggiustare la situazione ma prima che la peggiorasse Ron la interruppe: "Ma è splendido! Insomma, che credano a te e Silente...e poi, forse, ci servirebbe una festa per svagarsi un po'..." lanciò un altro sguardo all'amico e notò di averlo parzialmente distratto, così continuó, come era ormai abituato fare, cercando di eliminare i brutti pensieri dalla mente del suo amico.
"Vediamo...è una festa a tema, ditemi voi poi cosa significhi 'fatato e natalizio'... bah, sicuro avrà scelto lei questo tema... oh, miseriaccia, Harry temo che siamo di nuovo dentro l'incubo dell'anno scorso... con chi cavolo ci andiamo adesso che tutti sanno che siamo pessimi accompagnatori?" chiese Ron ironico ridendo sotto i baffi. Anche Harry rise e prese l'invito divertito: "parla per te!" aggiunse.
Prima che Ron potesse girarsi verso Hermione la ragazza si era già alzata con cartella alla mano e lesta si avviava verso la porta.
"Ehi, ma dove vai? Mancano ancora venti minuti!" le urlò dietro Ron ma la ragazza era ormai già alla volta dei sotterranei di Piton.
"Sono proprio pazze le ragazze oggi" sospirò il rosso.

Il Ballo del Ceppo 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora