Jungkook ebbe un primo assaggio della Corea a Francoforte, mentre aspettava di imbarcarsi sull'aereo per l'ultima tratta, quella che lo avrebbe portato a Seoul.
C'erano Coreani ovunque.
A circondarlo, nella sala d'aspetto, si sentivano tutti i dialetti coreani.
Non fosse stato dello speaker tedesco, non avrebbe saputo dove si trovava.
Desideroso di apparire inavvicinabile, jungkook tirò fuori una catasta di articoli e l'ipad appena occupò il suo posto nella business class.
Forte di una lunga esperienza di viaggi in aereo tra Corea e Stati Uniti gli bastava una semplice occhiata per inquadrare i viaggiatori.
Motivo per cui evitò il contatto visivo con l'uomo seduto dall'altra parte del corridoio.
Mr Rolex era sicuramente un immigrato coreano che non vedeva l'ora di lanciarsi in una chiacchierata tra simili.
Poco più in là c'era una coppia improbabile.
Lui un basso e grasso coreano che aveva sicuramente messo a frutto il suo status, mentre la moglie era una bellissima donna dai capelli biondi e gli occhi chiarissimi che non l'avrebbe calcolato minimamente se lo avesse conosciuto in qualche locale deprimente di Seoul.
Circa venti ore dopo uscì nella zona arrivi di Seoul e si sentì chiamare e voltandosi vide sua madre: il suo completo giallo spiccava in mezzo agli uomini della sicurezza che lo circondavano.
Avanzò verso la madre, con il desiderio di darle un bacio enorme, ma consapevole che il gesto l'avrebbe messa a disagio si limitò ad abbracciarla e a posargli un leggero bacio sulla fronte.
"E' da molto che mi aspetti?".
L'aereo per Seoul era partito con due ore di ritardo per via della pioggia.
"No tranquillo, ho controllato lo status del tuo volo online e sono venuta qui giusta" disse con un sorriso a 32 denti.
La sua allegria era contagiosa.
Gli uomini della sicurezza presero le sue valige e le caricarono sulle auto per poi mettersi in marcia verso casa.
Sua madre parlava velocemente.
Suo padre era il presidente della Jeon Building ed era spesso impegnato a supervisionare i siti di edificazione in tutta la Corea.
Quando la macchina si fermò davanti la grande villa Jungkook vide suo nonno alzarsi agilmente dalle sedie in vimine sotto il portico; non sembrava così vicino alla morte come l'aveva dipinto la madre.
Sembrava fosse costretto a letto e attaccato a un respiratore quando invece era lì in un elegante jeans chiaro con polo verde.
L'avevano fregato con la complicità del nonno: era livido.
"Nonno pensavo fossi ammalato" Jungkook non si preoccupò di nascondere il tono accusatorio.
"Ammalato?" il vecchio signor Jeon sbatte le palpebre e sgranò gli occhi acquosi dietro le spesse lenti su montatura Versace.
"Sì. Mamma mi ha scritto che eri gravemente malato. Praticamente in punto di morte." Lanciò un'occhiata alla madre, ma lei era intenta a versare del caffè nelle tazze sul tavolo esterno.
"Ah sì sì in un certo senso. Sono più vicino alla morte ogni giorno che passa, Perciò è un bene se dei a casa."
"Non parliamo di cose tristi".
La signora Jeon porse una tazza al figlio insieme a un bellissimo sorriso e guardò qualcuno oltre le spalle di Jungkook in cerca di sostegno.
Il moro si girò e si trovò davanti il suo peggiore incubo.

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THE GROOM [_JIK○○K_]
Fanfiction🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺 ▪︎...estratto...▪︎ "Allora ti è piaciuto?" "Non male. Non è male". .... L' avrebbe tramortita con un ombrellata e dopo averla presa di peso l'avrebbe caricata in auto, se avesse saputo. Quella donna aveva concluso il contratto matrim...