Capitolo 5-Hermione

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Cenammo presto, quella sera, intorno alle sei e mezza. Subito dopo, Annabeth mi forní due foderi in cuoio bianco dove riporre Alfa e Omega. Li legai alla cintura, e provai a sguainarli ed inguainarli un paio di volte.

-È perfetto - dissi - Cosí li estraggo più velocemente.

-Esatto. Guarda, però, fai così: prova a estrarre il destro con la mano sinistra e viceversa. Occhio a non tagliarti il gomito o l'avambraccio.

Posai la mano destra sul manico di Omega, che stava a sinistra, e l'altra mano sul manico di Alfa, dall'altra parte. Lentamente, li estrassi: in effetti, avrei fatto prima in quel modo.

-Bene - approvò Annabeth - Ora più veloce.

Accelerai i movimenti, miracolosamente senza tagliarmi.

-Ottimo. Prova finché non raggiungi una velocità accettabile, metti... in meno di un secondo.

-Cosa?! - protestai - Ma è impossibile!

-Non lo è, fidati - mi sorrise - Ho un'idea: per allenare i polsi a fare il movimento scattante e le tue braccia ad alzarsi quel che basta per non farsi colpire, tenta questo esercizio.

Prese due bastoncini da terra e portò le mani ai fianchi opposti (la destra tenendo il sinistro e viceversa). Subito, allargò le spalle e staccò le mani dai fianchi, alzando le braccia. Fece roteare i bastoncini tra le dita per evitare che le toccassero la pelle, per poi impugnarli e ricominciare il movimento daccapo.

-Ho notato che ti rigiri la bacchetta tra le dita nello stesso modo che io ho usato per i legnetti. Dovrebbe essere facile, per te.

Esitante, presi i due bastoncini e tentai di ripetere il movimento come lo aveva fatto Annabeth.
Non solo i bastoncini mi graffiarono, ma caddero pure a terra.

Gemetti, frustrata.

-Dai, dai - mi rassicurò la figlia di Atena - Sei ancora alle prime armi, letteralmente.

Sospirai, intascando i bastoncini. - Hai ragione, mi eserciterò poi. Ehi, che ore sono?

-Le sette, in teoria. Tra poco si parte, vieni a prepararti?

Annuii e la seguii all'interno della Cabina Sei. Erano stati tanto gentili da prestarmi dei loro vestiti, mentre lavavano i miei, che ora erano puliti, profumati di fragola e, chissà come, stirati.

-Grazie per il giro di lavanderia - dissi una volta che mi fui cambiata.

-Figurati - rispose Malcom - Fa sempre piacere indossare roba pulita.

-Ehi, Architetto! - gridò Licia - Sei pronta?

-Sí, ho finito - rispose Annabeth uscendo dal bagno.

-Perché ti chiamano "Architetto"? - domandai.

-Non lo sapevi? Hai davanti l'architetto ufficiale del Monte Olimpo in persona! - esclamò Jake.

-Cooooosa?! - mi voltai verso Annabeth, che era arrossita di orgoglio. - Seriamente?!?

-Sí, è cosí. Costruisco templi e cose varie, dalla fine della guerra contro Crono. - rispose lei sorridendo.

-Ed è la migliore! - intervenne Paula.

-Devi raccontarmi tutto.

Ci dirigemmo verso la Casa Grande, mentre lei mi parlava di tutti i suoi progetti: templi, statute, fontane, porticati... era meraviglioso.

-Scusa una cosa, quello è l'Athena Parthenos? La statua perduta? - chiesi indicando la grande statua di Atena sulla collina - L'avevo notata prima, ma non ti ho più chiesto.

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