Capitolo 27-Nico

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-Vieni avanti - ordinai a Serpeverde.

L'uomo avanzò. Non era un fantasma, ma nemmeno una persona in carne ed ossa. La sua lunga tunica sfiorava il pavimento in pietra e i serpenti ricamati su di essa sembravano strisciare lungo le pieghe, lenti e sinuosi. Il suo sguardo era lo stesso della statua: pareva che a renderlo così severo non fosse stata la roccia di cui era fatto, ma la storia che vi era nascosta dietro.

-Mio principe - Salazar si inchinò appena. Aveva una voce ferma e sicura, nonostante tutto - Quale onore.

-L'onore è soltanto mio, Salazar - replicai - Averti qui è un privilegio.

Lui drizzò la schiena. Mi voltai: la McGonagall fissava Serpeverde come se fosse una visione; Harry, Ron e Draco avevano gli occhi sgranati e le labbra socchiuse, mentre Hermione cercava di farsi piccola piccola dietro al suo ragazzo. Essendo Nata Babbana, forse al fondatore famoso per prediligere in modo spropositato il sangue puro non sarebbe stata gradita.

Salazar si guardò attorno. Le sue iridi verdi scivolavano su ogni dettaglio, dalle statue dei serpenti ai riflessi ondeggianti che l'acqua proiettava sulle nere pareti della Camera. Registrò all'istante ognuno dei nostri volti, soffermandosi un secondo di più su Harry, Draco ed Hermione, che abbassò lo sguardo. Trasmetteva un senso di potere e regalità, la postura dritta, lo sguardo orgoglioso ma serio, la lunga barba argentata che scendeva all'addome. Gli occhi avevano una forma appena allungata, e le pupille nere erano impercettibilmente assottigliate come quelle di un serpente.

-Mesi fa - disse poi - Avete usato questa Camera per rifugiarvi dal nemico.

Notai che emetteva un lieve sibilo  quando pronunciava la "s", un suono delicato che solleticava le orecchie.

-Non avevamo scelta - Harry fece un passo avanti - Non saremmo qui altrimenti.

Salazar lo osservò. Giunse le mani, che sparirono sotto le lunghe maniche della tunica. - Harry Potter. Mi ricordo di te, hai ucciso il Basilisco con la spada di Godric. Ti dirò la verità, un Grifondoro che parla serpentese era l'ultima cosa che mi aspettavo.

- Uccidere il Basilisco era l'unico modo per evitare che molti studenti innocenti morissero - replicò Harry guardando Salazar dritto negli occhi. Lo fulminai con lo sguardo: rinfacciargli tutto ciò non avrebbe aiutato - Ma ormai ho perso l'abilità di parlare con i serpenti. È una lunga storia.

Per un attimo, temetti che Serpeverde si offendesse. Hermione guardava Harry preoccupata, ma con grande stupore di tutti il fondatore chiuse gli occhi e annuí con aria stanca.

-Hai liberato la scuola di un'enorme maledizione. Devo ringraziarti.

Harry battè le palpebre, stupito. - Lei vedeva tutto?

-Ogni cosa - confermò lui.

Con la coda nell'occhio, vidi Ron ed Hermione scambiarsi un'occhiata e arrossire come pomodori per chissà quale motivo. Decisi di prendere in mano la situazione prima che le cose degenerassero.

-Salazar - intervenni. Lui si voltò a guardarmi - Gli altri tre fondatori, tu sai dove sono. Puoi evocarli?

Annuí. -Ovviamente.

-Quanto ci vorrà?

-Non ne sono sicuro, ma dovrei... dovrei riuscire a trovarli entro breve tempo. - per un attimo, parve quasi spaventato all'idea di rivedere i suoi vecchi compagni - Li sento anche adesso. Le loro presenze sono più forti, rispetto al solito.

Stavolta fu la McGonagall a parlare. -Cosa intende?

Salazar assottigliò lo sguardo, studiando la Preside con occhio attento. -Perché, secondo voi, nessuno degli studenti è ancora tornato a casa in preda al panico, e nessuna famiglia ha protestato della situazione?

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