Capitolo 7-Reyna

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Gli incantesimi di base furono piuttosto facili da imparare: Wingardium Leviosa, Alohomora, Expelliarmus, Accio, Protego, Reparo, Stupeficium, Petrifcus Totalus, Rictusempra...

Imparammo a scagliare questi incantesimi, insieme a tanti altri, nel giro di pochissimo tempo. Ci bastava un colpo solo per eseguirli alla perfezione.

-Non è giusto - si lamentò Ron - Perché loro ci riescono subito e noi no?

-Si chiama discendenza divina, Ronald - rispose Hermione - Questi sono gli incantesimi di base. Vi ho fatto una lista con tutti i nomi, i movimenti e gli effetti di gran parte degli incantesimi già studiati. Nel corso dell'anno vi basterà dare un'occhiata e provare il movimento. Dovrebbero venirvi al primo colpo.

Quella ragazza era un'insegnante eccezionale: nel giro di due giorni, avevamo imparato tutti gli incantesimi più comuni e persino alcuni altri più complessi.
La lista che forní a ognuno di noi, inoltre, era un rotolo di pergamena più lungo della Cloaca Maxima di Nuova Roma. Ci raccomandò di portarcelo sempre dietro, e di esercitarci spesso. Avevo provato a dare un'occhiata, e buona parte degli incantesimi segnati mi riuscivano abbastanza bene. Come Ollivander aveva previsto, ero entrata perfettamente in sintonia con la mia bacchetta: mi sentivo sicura, e forte.

La sera prima di partire, Hermione ci parlò di alcuni ingredienti per pozioni e ci mostrò come farle.

-Troverete tutte le istruzioni per prepararle nel vostro libro - ci rassicurò - Non sarà difficile per voi.

Grazie ad Harry e Ginny, ora sapevamo tutto anche sul Quidditch. Avevamo persino provato a volare su una scopa: io, Piper, Jason e Will l'avevamo trovato divertente; Leo e Annabeth avevano invece dichiarato di sentirsi più a loro agio coi piedi per terra o, come aveva specificato Valdez, "Se proprio devo spostarmi in aria chiedo uno strappo a Festus". Percy, Hazel, Frank e Nico, invece, non ci avevano nemmeno provato.

Il figlio di Ade mi aveva mostrato lo spadino che era apparso nella sua cabina pochi giorni prima, chiedendomi un consiglio.

-Non lo so, Nico - avevo risposto - Non ne ho idea.

-Dici che dovrei portarlo a scuola?

-Tu fallo, poi si vedrà.

La famiglia Weasley era la migliore che avessi mai avuto il piacere di incontrare: Molly, come ci aveva invitato a chiamarla, era una donna dolce e affettuosa, ma che sapeva come imporsi.
Arthur ci faceva continuamente domande sul mondo mitologico e anche su quello Babbano, illuminandosi ogni volta come un bambino davanti ai dolcetti.
George e Percy Weasley erano del tutto diversi l'uno dall'altro, il primo scherzoso e il secondo serio, ma erano entrambi sempre disponibili.
Ginny, infine, era una tipa tosta e decisa. Diventammo subito buone amiche.

Eppure, qualcosa non andava. Certe volte, tra loro aleggiava un'atmosfera pesante, quasi come una pistola carica. Questo accadeva quando raccontavamo dei nostri fratelli al Campo Mezzosangue e al Campo Giove, o quando George ci parlava del suo negozio. Più volte avevo scorto il ragazzo Weasley guardare Nico di sottecchi, distogliendo però subito lo sguardo.
Mi feci un'idea della situazione e della possibile causa, ma non ne feci parola con nessuno, nè con Nico, nè con nessun altro semidio o mago, men che meno con lo stesso George.

La mattina della partenza ci eravamo svegliati presto. Io ero al piano di sotto, a leggere un libro di Storia della Magia mentre facevo colazione. Addentai il mio toast imburrato senza staccare gli occhi dalle pagine e senza badare ai miei compagni che, ad uno ad uno, si univano a me al tavolo.

-Che leggi? - chiese Leo versandosi del caffè.

-Storia della Magia - risposi senza alzare lo sguardo.

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