Capitolo 16-Ron

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Pensavo che la Strillettera ricevuta da mia madre al secondo anno fosse la peggiore mai sentita; abbandonai l'idea quando una Strillettera mandata dagli dèi dell'Olimpo in persona minacciò di farci diventare tutti sordi.

Eravamo a colazione, e stavamo discutendo delle ultime novità sulle nostre ricerche: il codice era stato decifrato quasi del tutto da Leo e Annabeth; ai due campi, gli Auror si stavano allenando, e i semidei stavano organizzando le difese. Stando a quel che diceva Nico, altre anime erano fuggite dagli Inferi. Secondo le lettere che ricevevano gli altri semidei, molti dei loro compagni ai campi stavano avendo incubi su serpenti, mostri, maghi, giganti, lupi mannari.
Gli dèi stavano radunando tutti gli alleati che potevano: spiriti della natura, divinità minori, creature mitologiche come ciclopi, arpie, pegasi, centauri e molti altri.
Se conoscevo quelle creature era solo grazie agli insegnamenti di Annaneth: la figlia di Atena aveva infatti insistito che imparassimo a distinguere i mostri per sapere come affrontarli. Allora, Warren aveva iniziato a spendere un quarto d'ora delle sue lezioni a parlarci ogni volta di un mostro o creatura mitologica diversa. Mostri marini, creature degli Inferi, moltissimi esseri benevoli e malevoli. Agli allenamenti, ci davano sempre consigli su come abbattere ciascuno di loro.

-Ron, sei sporco di uovo sulla guancia sinistra. - mi disse Hermione.

-Gfafie, ofa lo folgo - biascicai, la bocca piena di salsiccia.

-Sei disgustoso - sospirò lei.

Ingoiai il cibo e mi pulii la faccia. - Ti amo anche io.

-Quand'è la prossima partita di Quidditch? - chiese Leo - Non vedo l'ora di commentare.

-Oh, la prossima sarà bella - disse Harry ghignando - I due nemici storici, Grifondoro contro Serpeverde. Ma se continua con questo tempo, sarà alquanto spiacevole giocare.

Alzai lo sguardo: il soffitto mostrava chiaramente che fuori, sospese sopra di noi, grigie nubi cariche di neve minacciavano di far cadere su tutta la scuola un manto pesante e freddo.

-Uhh, ci sarà da divertirsi... - rise il figlio di Efesto.

-Ci piacerebbe farti partecipare, Jas, ma quello di Reyna è stato un caso particolare - disse Ginny.

Il figlio di Giove sorrise, ma sapevo quanto in realtà fosse deluso.

-Non importa, Gin - rispose lui - Ma promettetemi che li straccerete.

-Consideralo già fatto.

-Leo, posso farti una domanda? - fece Seamus - Avete provato con Revelio per decifrare il codice?

-È stata la prima cosa che abbiamo fatto, ma non è successo nulla - rispose Leo. - E anche con altri incantesimi con Reparifarge e cose cosí.

-Ma i gufi con la posta dove sono? - domandò Percy - Ade ha fatto sapere a Nico che Zeus avrebbe mandato una lettera, oggi, per fare un annuncio importante.

-Forse l'ha consegnata direttamente alla preside - suggerí Neville, vicino a me.

-Eccoli! - esclamò Hermione - Stanno entrando!

Rapidi come sempre, i gufi, i barbagianni e le civette della scuola e degli studenti planarono sui quattro tavoli, consegnando pacchi, lettere e giornali e fermandosi per fare colazione coi toast dei propri padroni.
Distinsi chiaramente Nox e Tiara nello stormo di uccelli: il primo si posò con grazia sul braccio teso di Nico, che gli accarezzò le penne e gli diede del pane sbriciolato. La seconda, invece, prima di raggiungere Hazel, passò al tavolo dei Corvonero, dove Annabeth prelevò un foglietto arrotolato legato alla zampina della gufetta. Forse, nel messaggio erano annunciate le condizioni di Perla, la civetta di Annabeth, ferita pochi giorni prima.

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