Juri (Street Fighter)

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Tutti i diritti sul personaggio di Juri Han e della saga di Street Fighter sono riservati alla casa di sviluppo videoludico nipponica CAPCOM, buona lettura.

Juri POV
È stato un lungo viaggio, ma alla fine sono arrivata, ho cercato di non farmi riconoscere dai controllori dell'aereoporto in quanto sono ricercata da mezzo mondo. A quanto sembra però sono riconoscibile solo se ho le trecce e una benda sull'occhio sinistro "è stata una buona decisione farsi crescere i capelli e togliermi quella cosa dalla faccia" dissi tra me e me. Dopo aver ripreso il mio bagaglio dai controlli uscii dall'aeroporto che erano le 18:45, ero finalmente arrivata a Milano, mi diressi verso l'hotel in cui avrei alloggiato per i prossimi giorni. Dovevo fare in fretta, il torneo di combattimento era alle 20 in punto e l'albergo dista tre quarti d'ora da qui, decisi di prendere un taxi e quando arrivò mi sedetti e dissi all'autista dove dovevo andare. Appena partito il taxi appoggiai il gomito sul bordo del finestrino lasciando poggiare la testa sulla mano chiusa e guardai fuori dal finestrino: il cielo era grigio, c'erano persone ovunque, nella strada che percorrevamo avevo visto di sfuggita il duomo e la galleria Vittorio Emanuele II, macchine che viaggiavano e varie fabbriche. "Pensavo che l'Italia fosse un paese, come dire, con un'alta dose di caratteristiche antiche" dissi cercando di non offendere, il che mi risultò molto difficile, lui mi guardò dallo specchietto e disse "Milano è diversa, è una città ricca di vita e sempre in evoluzione, ha ancora dei monumenti antichi, ma sono pochi". "Se volevo vedere una città industrializzata me ne rimanevo in Corea, almeno lì il cielo è azzurro qualche volta" sussurrai, a quanto pare lui mi aveva sentita e mi rispose "ha perfettamente ragione, se si vuole un po' di tranquillità allora Milano è l'ultima città in cui la può trovare, i milanesi sono famosi per essere dei grandi lavoratori e per il loro passo veloce" mi disse sorridendo "lei non è di Milano?" gli chiesi io "no, io sono di Palermo anche se ormai ho perso l'accento" disse lui "lei viaggia molto?" mi chiese "sì, perché?". Questa domanda mi spaventò, possibile che fosse un poliziotto in borghese? Mi preparai per combattere alzando lentamente il piede sinistro verso la sua testa "solo perché quando parla in inglese non si sente affatto l'accento coreano, oh ecco l'albergo" mi girai, era proprio l'albergo in cui dovevo stare, misi giù il piede, era solo un' autista curioso. Lo pagai e lui se ne andò salutandomi "devo decisamente darmi una calmata, avrei potuto ucciderlo, non è che se una persona mi chiede se viaggio deve essere per forza qualcuno che vuole sapere dove voglio andare" detto questo presi la valigia ed entrai in albergo. Dopo aver fatto il check-in ed aver firmato con un nome falso, misi le mie cose nella stanza, sistemerò domani "sono le 19:50, devo fare in tempo a mettere la mia tuta in una sacca ed andare all'incontro senza essere vista". Tolsi dalla valigia la mia tuta e la misi in uno zaino per poi uscire dalla finestra, per fortuna ero al primo piano, mi diressi verso il luogo dell'incontro che non era molto distante. Arrivai circa 5 minuti dopo, era un posto appartato e tetro, si potevano però sentire le persone all'interno che urlavano una specie di canzone "BOTTE, SANGUE, VIOLENZA ALÈ ALÈ, VIOLENZA ALÈ ALÈ, VIOLENZA ALÈ ALÈ". Hanno creato un coro con le uniche quattro parole italiane di cui conosco il significato, devo dire che comincia a piacermi questo posto, entrai subito. Vedetti un enorme ring, avrebbe potuto contenere almeno 5 persone, degli spalti e anche dei fari per mostrare meglio l'incontro "wow, allora è proprio vero che gli italiani quando ci si mettono riescono a fare delle meraviglie" dissi soddisfatta. Mi chiesi però come facevano a non farsi notare nonostante il chiasso, ma forse era la proprietà di qualche mafioso che nessuno ha intenzione di toccare, mi diressi verso il banco dell'iscrizione. Un uomo alquanto nerboruto mi chiese "nome e cognome prego" impugnando una penna, pronto a scrivere "Juri Han" e scrisse "paese di provenienza" disse "Corea del sud" e scrisse di nuovo. "lo spogliatoio delle donne è in fondo a sinistra, appena ti sarai cambiata ti verrà dato il numero di partecipazione e il nostro arbitro è un uomo d'onore quindi non tentare di corromperlo con niente, nemmeno con il tuo corpo" mi disse, ma sa almeno con chi sta parlando questo idiota? Me ne andai seccata verso gli spogliatoi dopo aver preso una chiave tra quelle rimanenti appese al muro. Il torneo inizia tra un minuto e io ero pronta, avevo addosso la tuta, uscii e mi diedero come numero di partecipante il 4 almeno ero una dei primi.

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