Allora, Ermes mi piace proprio, sembra l'amico simpatico ed educato che i genitori amano tanto, ma se lo vedessero il sabato sera dopo il terzo shot non sarebbero più così tranquilli.
E nemmeno da sobrio in realtà è poi così calmo, infatti HA UN BASTONE E NESSUN DUBBIO SU COME USARLO.
Non fatico a credere che si sia messo a stilare una lista di possibili usi. Primo tra tutti figura quello di infilarlo nel divino deretano del primo che gli capita a tiro.
Headcanon che mi sono inventata di sana pianta ma ci sta troppo: Ermes ha chiamato sto bastone caduceo perché spesso, quando esso viene usato, sono caducei anche i denti di chi ha la sfortuna di incontrarlo.
Ah e vola.
Sì, perché il suo ultimo modello di sandalo di cuoio con cinghie made-in-fucina-di-Efesto è anche provvisto di ali.
Come fanno quattro grammi di piume a sostenere un dio? Meglio non fare domande di logica sulla mitologia: ricordiamoci che in un mito una regina si innamora di un toro, facendosi pure ingravidare.
Le scarpe, in chiave moderna, sarebbero assolutamente delle scarpe da running, rigorosamente Adidas, perché la nostra amatissima dea della vittoria ha messo il copyright e quindi ad Ermes rimaneva solo quello.
Altrimenti tacchi, me lo vedo il messaggero degli dei che balla sui cubi con un tacco dodici color rosso fuoco.Perché le scarpe hanno un certo senso di esistere: Ermes è il postino dell'Olimpo, in termini aulici l'araldo divino, e le scarpe alate servono per velocizzare le consegne.
Ma la mia domanda è: sei un DIO, non puoi semplicemente teletrasportarti? No, troppo facile, MEGLIO METTERSI DUE PICCIONI AI PIEDIE GIOCARE AL POSTINO PAT.
Nonostante tutto, paragonare Ermes ad un semplice corriere Amazon non sarebbe giusto, perché è stato un dio molto importante e con una mente brillante, che ha inventato molte cose.
Era furbissimo, tratto sicuramente non ereditato dal padre, ovviamente Zeus, ma nemmeno dalla madre, non certo Era, dato che questa si era lasciata ingravidare dal re degli dei pur sapendo di tirarsi addosso la collera della regina.
Quando ancora era nella culla rubò le mandrie di Apollo, il quale, disperato, le cercò dappertutto, lasciando dietro di sé morte e distruzione.
Un giorno il dio del sole vide due pelli che recavano il suo segno appese fuori da una caverna, quindi la povera Maia, madre di Ermes, si prese un bello spavento a vedere un metro e novanta di divinità prelevare il figlioletto dal lettino e intimandogli di restituire il maltolto.
Mentre andavano a prendere il bestiame, Ermes si mise a suonare la lira, strumento da lui inventato con un guscio vuoto di tartaruga e un paio di tendini ben tesi.
Apollo, incantato da quel suono che mai nessuno aveva udito prima, barattò le vacche per lo strumento.
In pochissimo tempo, praticando la cosa del "io do a te e tu dai a me" Ermes divenne un dio ricchissimo e si conquistò una poltrona nel consiglio dei pezzi grossi, venendo ufficialmente riconosciuto come dio del commercio e anche dei ladri, dato che i suoi prezzi non erano proprio ragionevoli.
Inventò moltissime altre cose, come l'alfabeto, i numeri e i giochi ginnici. Probabilmente, se ne avessa avuto il tempo, avrebbe soffiato il posto a Bill Gates come creatore di windows.
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Anche Ermes è andato, ora non rimangono che poche divinità, poi spero di far andare in porto il progetto top secret che vi avevo accennato.
Kisses,
~Chiara
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QUEL BRANCO DI INCAPACI DEGLI DEI GRECI
Humoril titolo spiega tutto da solo DISCLAIMER: Questo libro è solo per farsi due risate, le storie mitologiche possono non essere precise al 100% quindi non grattuggiate i coglioni con precisazioni da so-tutto-io perché, ribadisco, questo libro è pieno...