Quando aveva aperto gli occhi quella mattina, dopo aver passato la maggior parte della notte a trattenere i singhiozzi, si era ritrovato con gli occhi arrossati e gonfi, e sulle guance le lacrime secche della crisi di pianto. L'unica nota positiva – se tale poteva essere definita – era l'essere crollato sul letto dopo un'ora a causa del sonno, e che fortunatamente nessuno aveva interrotto, e l'essersi sfogato di tutta la pressione accumulata in quelle ultime settimane.
In compenso però, quando si era sollevato dal suo letto, aveva avuto uno strano capogiro ed una sensazione che riusciva a definire solo come... strana. Ecco, si sentiva strano e di motivazioni in realtà per provare quella sensazione ce n'erano a bizzeffe, così tante che faticava persino ad elencarle tutte. Al primo posto avrebbe messo però sicuramente l'esperienza della notte precedente che l'aveva visto piangere di fronte al capitano Jungkook. Era imbarazzato ed aveva solo voglia nascondersi quanto più possibile da quegli occhi che, sapeva, sarebbero tornati a bruciare la sua pelle.
Quando mise piede fuori dalla sua stanza aveva tirato un sospiro stanco e con le gambe molli e la poca voglia di dare inizio a quella giornata, aveva mosso i primi passi verso l'uscita degli alloggi incontrando però nel suo tragitto l'omega pirata. Aveva le punte dei capelli umidi, così come il volto, la camicia bianca con i primi due bottoni lasciati aperti e le maniche sollevate, come se avesse appena finito di sistemarsi. Sul collo sembrava esserci una cicatrice che s'espandeva dal retro dell'orecchio – poco sotto l'attaccatura, là dove si trovavano le ghiandole che rilasciavano i ferormoni – fino alla nuca.
Entrambi s'erano bloccati in quel corridoio e si erano osservati per qualche secondo prima che uno sbuffo da parte dell'omega bassino invadesse il silenzio tra loro. «La prossima volta» lo vide abbassare lo sguardo e sorpassarlo con falcate lente calcolate «se deve piangere e disturbare tutti, rimanga in superfice.» e quello fu come un'altra pugnalata che lo fece sentire peggio, se possibile.
Tutti avevano sentito i suoi singhiozzi ed avrebbero preso a definirlo ancora più debole e inutile di quanto già non facessero normalmente. Ed infatti erano stati proprio quelli i pensieri degli alfa quando aveva messo piede in superfice, sul ponte di coperta. Glie lo aveva letto negli occhi Taehyung e, impossibilitato e senza nessuna voglia di giustificarsi, aveva semplicemente abbassato lo sguardo e fatto finta di nulla.
Lo sguardo era vagato anche sul castello di quarto, là dove si trovava la cabina del capitano, ma da lì non era uscito nessuno e per qualche secondo tirò un sospiro di sollievo.
Guardò il cielo oscurato da delle nuvole grigiastre e proprio mentre elaborò il pensiero che probabilmente quel giorno sarebbero entranti nel bel mezzo di una tempesta, che bisognava sorpassare ed attendere smettesse, le prime gocce di pioggia gli bagnarono il viso. Per un attimo il pensiero che il tempo là fuori rappresentasse un po' il suo umore quel giorno lo fece sorridere, sorriso smorzato poi da uno spintone che lo vide cascare quasi a terra. Quando girò lo sguardo intravide un quartetto di alfa – tra cui si trovava Chanwook – intenti a spostare delle casse in seguito all'urlo dell'uomo sulla coffa che aveva allertato tutti dell'imminente tempesta.
«Spostati omega, sei d'intralcio!» gli era stato urlato contro e, evitando di rispondere, aveva semplicemente riacquisito l'equilibrio e si era fatto da parte osservando sotto le prime gocce di pioggia l'equipaggio spostare barili e casse nel ponte di sub coperta.
In quella situazione nuova non sapeva cosa fare – aiutare il resto dell'equipaggio o farsi da parte, attendendo che qualcuno gli desse qualsiasi compito – , così semplicemente rimase in quell'angolo ad osservare tutti da lontano.
La sensazione di stranezza del suo corpo, come se non lo riconoscesse, tornò a fargli visita per un momento e con essa anche i pensieri riguardo il suo ultimo incontro con Jungkook. Come avrebbe potuto guardarlo negli occhi da quel momento in poi, conscio che l'altro avrebbe probabilmente preso quelle sue lacrime di sfogo come oggetto per umiliarlo... la consapevolezza che poi, in realtà, tutti l'avessero sentito lo faceva esitare persino nel compiere un passo.
STAI LEGGENDO
The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ
Fanfiction[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacifico Regno Daeson, la successione avviene per mezzo di una rigida tradizione: il futuro re al compimento della maggiore età si sarebbe inoltr...