The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

Capitolo 47

Le urla invasero quelle mura di legno che non riuscivano a bloccare il vento gelido di quella serata, ma l'ambiente era così caldo, così soffocante che i due nella stanza – chi per una ragione, chi per un'altra – stavano sudando.

Il fiato corto a causa delle urla che rilasciavano la gola dell'omega, gli davano l'impressione di non riuscire a respirare bene mentre il dolore lancinante gli faceva stringere i due panni di pezza che la donna difronte a sé gli aveva dato proprio per poter evitare che il dolore lo portasse a farsi del male da solo. I capelli erano bagnati sulla sua fronte mentre alcune gocce salate gli scendevano dalle tempie, mentre con la bocca impastata desiderava un po' d'acqua per placare il dolore che le sue urla stavano causando alla sua gola, graffiandola.

Era tutto così confuso, la stanza sembrava girargli intorno mentre la voce della donna gli parlava in lontananza. A volte riusciva a distinguere cosa le sue parole volessero dirgli, la maggior parte delle volte no. Sapeva solo che la stanchezza lo stava assalendo, che non sapeva se questo fosse un male o un bene, perché le sue palpebre erano pesanti e si chiudevano senza che potesse controllarle. Fino a quando tutto non tornò in silenzio attorno a sé e il buio non lo circondò, dandogli finalmente il risposo che tanto desiderava.

Perse coscienza.

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Il respiro pesante e il battito accelerato del cuore gli rimbombava nelle orecchie mentre correva fuori dal palazzo reale con a seguito il medico, il re ed il capitano Yun. Gli mancavano pochissimi secondi e avrebbero respirato nuovamente dell'aria pulita e specialmente sarebbero stati di un passo più vicino alla riuscita del piano.

Per quanto sconveniente fosse stato portare con sé qualcuno non in grado di combattere, doveva ammettere che l'aiuto dei due alfa era stato essenziale per la sopravvivenza. Aveva salvato molte volte i tre dall'essere uccisi da dei mercenari, ma quest'ultimi erano stati anche in grado di coprirgli le spalle.

Non sapeva quanto tempo fosse passato dall'inizio del passaggio segreto fino alla fine di quest'ultimo, l'unica cosa certa era che adesso, fuori da quel cunicolo, il cielo era più chiaro e il sole stava per sorgere. Ciò significava che gli restava pochissimo tempo per poter raggiungere l'Esmavros prima che quest'ultima salpasse.

Si concesse solo qualche minuto di riposo, stendendosi sull'erba fredda e umida a causa della notte. Era rigenerante e gli faceva desiderare al più presto che tutto fosse risolto per lasciarsi alle spalle quel periodo che aveva segnato profondamente la sua vita e quella di Taehyung.

Taehyung... era sicuro che fosse riuscito a scappare. Per quanto macabro fosse, tra i corpi senza vita lungo tutto il passaggio segreto, aveva tirato un sospiro di sollievo nel non ritrovare tra essi alcuna testa bionda, inoltre la scomparsa del destriero proprio al di fuori del passaggio era un buon segno che Taehyung fosse riuscito a scappare. Prima avrebbe raggiunto la sua nave, seguendo il percorso che avevano studiato insieme, prima avrebbe potuto constatare se il principe fosse stato sano e salvo.

Si mise seduto passandosi una mano tra i capelli corvini e poi sul volto, sentendo la sua pelle tirare quando passò sopra qualche graffio, sentendo il corpo completamente dolorante, pronto per alzarsi e continuare il loro cammino, che avrebbe impiegato loro almeno un'intera ora. La prima cosa che avrebbe fatto, dopo essersi assicurato che Taehyung stesse bene al sicuro, sarebbe stata sicuramente quella di rintanarsi nella sua stanza per dormirci probabilmente un giorno intero o forse più. Aveva bisogno di ricaricare completamente le energie. Avrebbe dedicato a sé stesso del meritato riposo solo dopo essersi assicurato che più nessun pericolo ci fosse dietro l'angolo.

Sospirò sollevandosi da terra per riprendere la fuga ma non appena lo fece uno strano rumore lo fece voltare in direzione di un cespugli. Le foglie di esso tremavano ma non aveva considerato si potesse trattare di qualche lepre o coniglio. Sospirò e riprese parola. «Continuiamo con il percorso iniziale e se—» ancora una volta quel movimento lo bloccò ma a distrarlo questa volta fu il re.