Mi svegliai con le prime luci dell'alba, la nottata era stata tremenda. Rock aveva sofferto moltissimo, in parte per il dolore fisico che lo attanagliava, in parte preda di incubi tremendi.
Si agitava ed urlava.
Quando la febbre fu particolarmente alta iniziò anche a parlare nel sonno, era così triste, non la smetteva di urlare 'non abbandonarmi, ti prego, non lasciarmi!'
Non sapevo cosa fare e nel dubbio mi limitai a stargli vicino, a parlargli e a stringergli la mano, speravo mi sentisse in qualche modo, speravo che capisse che ero lì.
Per lui.
Mi si stringeva il cuore ogni volta.
Perché era così solo? Cosa aveva fatto per meritarsi tanta solitudine, tanto dolore.
Più stavo con lui più avevo voglia di conoscerlo.
Di dargli affetto.
Di fargli capire che non era più solo.
Alla fine per calmarlo iniziai ad accarezargli i capelli e a stringergli dolcemente la mano, poi tra una carezza e un' altra avevo finito con l'addormentarmi.
Una volta sveglia gli cambiai le bende e controllai la temperatura, ormai la febbre stava scendendo.
Era incredibile il modo in cui stava combattendo, una persona normale sarebbe già morta, ma lui no, lui era più forte."Cos'è che fissi così intensamente? Spero non sia io, stalker."
Ero così immersa nei miei pensieri che non mi ero accorta che si era svegliato."Rock! Sei sveglio?! Come stai?! Ti fa male la ferita?! "
Che domande era ovvio che gli facesse male, ma che diavolo mi prendeva. Perché il mio cuore aveva iniziato a battere così velocemente?
Perché all'improvviso mi sentivo le guancie rosse e calde?"No, no sta tranquilla sto bene, ma tu perché sei qui? Perché non mi hai lasciato a morire? Era la scelta più logica che potessi fare. Nessuno ti avrebbe biasimata se fossi scappata via."
Stava scherzando?
Ma era stupido forse ? Pensava davvero che l'avrei lasciato a morire sul ciglio della strada ?
Nel freddo, nella desolazione.
Lo guardai attonita.
Ero indecisa se essere arrabbiata, dispiaciuta o addirittura offesa."Ancora con questa storia?! È vero sei un casino assurdo, sei un assassino, sei una persona pericolosa e su questo non c'è dubbio, ma mi hai salvato la vita ben due volte-
Scossi la testa.
" No non è solo questo, probabilmente anche se non ci fossimo incontrati prima, anche se la pallottola non fosse stata indirizzata a me ma a te, ti avrei salvato comunque.
Non so dirlo con certezza ma vedo del buono in te, c'è qualcosa che mi dice che dietro quegli occhi glaciali, i capelli scompigliati e l'aria da cattivo ci sia dell'altro, molto altro, un intero mondo ed io lo voglio scoprire.
Credo che i tuoi sorrisi beffardi e i tuoi modi di fare rozzi ed impulsivi siano solo una facciata.
Il nostro incontro è stato catastrofico e la nostra amicizia, se così si può definire, è ancora più complicata, ma nonostante ciò voglio credere in questo rapporto e non ti lascerò per nulla al mondo."Quando finì di parlare mi resi conto di quello che avevo detto e arrossí all'istante.
Anche Rock stava arrossendo e dubito fosse per la febbre.
Volegemmo entrambi lo sguardo altrove a causa dell'infinito imbarazzo.
Dio quant'era carino."Tu... sei sicura di quello che dici? Finirai con il pentirtene..."
Lo guardai dritto negli occhi, sicura di me, sicura delle mie parole."No, non me ne pentiró. Sono sicura che questa sia la decisione giusta. "
Lui mi guardò intensamente, gli occhi lucidi per un attimo.
Vidi la sua felicità riflessa nei suoi occhi verdi."Direi che per sdebitarmi dovrei quantomeno dirti il mio vero nome ...non lo sa nessuno...però non ridere o ti ammazzo."
Ah allora Rock non era il suo nome era uno pseudonimo, non l'avevo capito, però aveva senso, era un assassino del resto.
"Perché dovrei ridere ? Se non ho riso con Rock perché dovrei ridere adesso?"
Mi guardò malissimo, forse l'avevo offeso.
Credo che fosse affezionato al nome Rock.
Lui fece un respiro profondo e chiuse gli occhi nell'imbarazzo più totale."...È Nao"
Ecco perché si vergognava, Nao in giapponese significa docile.
Sorrisi.
"È un nome bellissimo, Nao.
Credo ti stia a pennello."
Gli presi le mani fra le mie, accarezzandole ma lui si ritrasse imbarazzato.
"Lo pensi solo tu, stupida."Nao divenne rossissimo, si tirò le coperte sul naso e dopo poco si riaddormentó.
Era così carino quando si imbarazzava, era dolcissimo.
Sorridevo come una stupida, ma non era questo il momento giusto per prendersela comoda.
Se quel bastardo era lo psicopatico che pensavo probabilmente si sarebbe voluto accertare della morte di 'Rock' per goderne e compiacersi, di conseguenza avrebbe sicuramente trovato questo posto per scoprire di dover finire il lavoro.Dovevo escogitare un piano per sconfiggerlo,Nao era ancora troppo debole, riusciva a malapena a restare sveglio per un paio di minuti figuriamoci combattere, era fuori discussione.
Me la sarei dovuta cavare da sola.
Prima di tutto sbarrai tutte le entrate poi presi l'olio e lo versai sulle finestre e all'entrata della porta, posi alcuni chiodi e cocci di vetri rotti in giro per la casa.
Insomma avevo preparato un po di trappole.
Non li avrebbe uccisi ma li avrebbe tenuti a bada per un po.
Forse.
Pensai a come difendermi e il pensiero che forse avrei dovuto uccidere qualcuno mi fece gelare il sangue nelle vene.
Certo sarebbe stata autodifesa ma dubitavo che la mia coscienza avrebbe liquidato così un gesto del genere.
Probabilmente non mancava molto al suo arrivo, ormai erano passati quasi due giorni e se ci avesse trovato Nao sarebbe morto...ma non l'avrei mai permesso, ormai avevo deciso che l'avrei salvato ad ogni costo.
Era il mio turno di proteggerlo, non avrei permesso a nessuno di fargli del male...mai più.
Ci eravamo conosciuti in circostanze strane, brusche, ma andava bene così.
In qualsiasi modo ci fossimo incontrati io mi sarei comunque legata a lui.
In un modo o in un altro.
Il tempo scorreva inesorabile e la notte si stava avvicinando con nuovi pericoli.
Se Nao non poteva combattere allora l'avrei fatto io a costo di usare le unghie e i denti.
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Innamorata del mio assassino
Aventure#15 in azione 19/12/2017 La strada isolata, l'aria pungente...ho bisogno di aiuto. C'è una persona...o forse due..? Attirare la loro attenzione fu il mio più grande sbaglio. Forse però, fu anche il più bello.