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Non era ancora passata una settimana dal suo arrivo e Camila si sentiva già a casa. Forse non aveva ben chiaro quale fosse il significato di quella parola, ma se casa voleva dire non sentirsi troppo a disagio, allora il Saint Jude rientrava nella definizione. Le giornate si susseguivano con un ritmo ripetitivo e monotono, nelle quali il tempo di Camila era diviso tra scuola, attività manuali e ore di noia. Ovviamente tutto questo faceva schifo, ma la ragazza si ripeteva che poteva esserle andata peggio. In fin dei conti nessuno le aveva ancora messo i bastoni tra le ruote e gli insegnati del collegio non le avevano dato problemi. Nel breve periodo della sua permanenza era persino riuscita a farsi accettare da un paio di persone, ed era meravigliata di se stessa. Senza sforzarsi troppo, aveva legato con Lucie, trovando in lei una confidente inaspettata. La loro amicizia era una cosa nuova per Camila, la quale non aveva mai avuto un rapporto simile con nessun altro. Parlare con la biondina le risultava facile e dava una certa soddisfazione: Camila aveva scoperto che parlare delle proprie perplessità con qualcun altro la faceva sentire molto più leggera. Sebbene non le avesse ancora rivelato i suoi segreti più intimi o ciò che l'aveva portata lì dentro, Camila si era lasciata andare il necessario per farsi sfuggire di bocca del suo interesse per Trevor. E ora Lucie non le dava tregua nemmeno un minuto, ritornando sull'argomento più e più volte. Normalmente Camila si sarebbe scocciata di un comportamento del genere, ma - sorprendendosi da sola - non le pesava tanto che Lucie spettegolasse di continuo sulla sua cotta. Anzi, se doveva essere sincera, lo trovava divertente e liberatorio. In fondo, esternare i suoi pensieri su Trevor a voce alta era piacevole e le dava la parvenza di essere una di quelle ragazze frivole e spensierate che aveva sempre invidiato.

«Cami, se continui a mangiartelo con gli occhi non riuscirai più a finire il tuo pranzo». Camila credeva di essere abbastanza discreta mentre fissava da distante Trevor, eppure la sua amica le aveva fatto notare il contrario prendendola in giro con il suo accento marcato.

Camila roteò gli occhi scherzosamente, tentando di camuffare il suo lieve imbarazzo. «Cosa ci posso fare se è più appetitoso di questa sbobba?». Camila non era mai stata particolarmente incline alla battute, ma nella nuova scuola stava permettendo a sé stessa si scoprire nuovi lati della sua personalità.

«Lo so, sono un bocconcino niente male». Shawn piombò alle sue spalle per poi accomodarsi al suo fianco con un'espressione divertita stampata sul viso.

«Mendes, sei davvero esilarante» disse Lucie, un misto tra divertita e infastidita. «Ma la nostra Camila non si stava affatto riferendo a te».

La diretta interessata arrossì senza poterlo evitare e fulminò con lo sguardo la biondina dalla lingua lunga regalandole un'espressione che diceva "Fai sul serio?!".

Shawn si finse offeso e portò una mano sul petto con fare teatrale. «Così mi ferisci Callagan! E comunque non ci credo finché non lo sento dire direttamente dalla mia amica Camila». Ogni qual volta che il ragazzo era nei paraggi di Camila o doveva parlarle, assumeva un'aria giocosa e si rivolgeva a lei flirtando. Se il suo atteggiamento non passava inosservato agli occhi degli altri, per Camila non valeva lo stesso. Il fatto era che la ragazza era troppo concentrata a sbavare dietro a Trevor, ignorando di conseguenza i ragazzi attorno a lei. Inoltre non conosceva ancora abbastanza bene Shawn per capire che il suo atteggiamento nei suoi confronti era diverso rispetto a quello che teneva con il resto della gente.

«Non dirò una parola» disse Camila mimando di chiudere una zip immaginaria sulla sua bocca.

Ma Shawn, che era un osservatore di natura, non aveva bisogno di sentire delle parole per capire che la ragazza era davvero interessata a quel montato di Trevor. I profondi occhi scuri di Camila cercavano fin troppe volte la figura del biondo e Shawn si sforzava di non essere geloso, fallendo miseramente. «Oh, ma dai! Cosa ci trovi in quello li?» le domandò facendo trapelare l'invidia e il rancore che provava nei confront di Trevor.

Camila aggrottò le sopracciglia e Lucie trattenne una risata gustandosi lo spettacolo difronte a lei. La bionda non riusciva a decidere se la divertiva di più la gelosia del ragazzo o il fatto che Camila fosse completamente ceca e ignara dei sentimenti che lui provava nei suoi confronti.

«Non ho intenzione di parlarne con te!» squittì infine la ragazza. Perché mai avrebbe dovuto dirgli di quanto sexy e mozzafiato fosse Trevor? E comunque non doveva nessuna spiegazione a Shawn.

Lui sbuffò. «Come vuoi, ad ogni modo non che mi interessi così tanto... Spero solo che tu ti sia resa conto che Trevor è, come dire... un coglione».

Camila serrò la mascella. «E questo perché dovrebbe interessarmi? La sua personalità non ha niente a che vedere con il suo aspetto».

«Ok, ma se vuoi uscirci assieme è bene che tu sia messa al corrente». Shawn parlava con fare innervosito, seccato dal pensiero che Camila fosse attratta dal biondo.

Le guance della ragazza si tinsero nuovamente di un rosa più intenso. «Non ho mai detto che voglio uscirci assieme!» sbottò infine mentendo senza pietà. Quella bugia era nata spontaneamente con il solo obbiettivo di non darla vinta a Shawn.

«Se lo dici tu...». Il ragazzo si alzò e uscì dalla mensa, lasciando al tavolo una Camila confusa e una Lucie che tentava di sopprimere le risate. La ragazza dai lunghi capelli scuri scrollò le spalle fingendo di non essere interessata all'improvviso cambio di umore di Shawn. Doveva ancora conoscerlo bene, ma in quei giorni aveva capito che lui era una persona enigmatica. Era piacevole stare in sua compagnia, ma c'erano dei momenti - come quello che era appena passato - in cui il suo atteggiamento mutava radicalmente. A quasi una settimana di conoscenza Camila doveva ancora decidere se potersi affezionare a lui o provare ad evitarlo.

Saint Jude Institute || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora