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La suspance di Lucie stava durando fin troppo e Camila era sempre più impaziente. Non si era mai considerata una pettegola o un'impicciona, eppure sentiva il bisogno urgente di sapere cosa fosse successo durante le scorse settimane. Una volta che anche il pomeriggio era calato e la luce del giorno si stava affievolendo, a Camila non era rimasta più pazienza, così afferrò bruscamente la sua amica (sempre se poteva considerarla tale) e si allontanò dal resto della gente, trascinandola con sé. 

«Ok, ho davvero bisogno di sapere cos'è successo, sono letteralmente sul punto di esplodere. E' così grave?»

Lucie trattenne una risata. «Scusami Camila, mi dispiace deluderti, ma non è niente di così eclatante. Mi sono solo dimenticata di aggiornarti. Mi dispiace averti messo un po' d'ansia, comunque non ti devi preoccupare!»

La mora la fulminò con lo sguardo e poi alzò gli occhi al cielo.

«Ok» esordì Lucie, preparandosi a raccontare il tutto usando il suo accento marcato. «I gossip più succulenti sono quelli che riguardano te e Shawn, ma c'è anche dell'altro. Quando siete scappati, nessuno ci ha fatto caso per almeno un paio d'ore. Soltanto durante la cena qualche professore si è reso conto della vostra mancanza e da lì sono iniziate le ricerche. Il collegio è stato completamente sigillato, siamo stati tutti radunati nella mensa e i professori si sono divisi in squadre di ricerca. Il direttore è stato informato subito e non era affatto felice di sentirsi dire che due studenti se l'erano svignata. Non credo di averlo mai visto così arrabbiato da quando sono arrivata qui dentro. Pensa che ha persino messo a disposizione i segugi di cui va tanto fiero, e sinceramente non avrei mai voluto essere nei vostri panni... quelle bestiacce sono feroci!» Lucie rabbrividì al pensiero di quei cani rabbiosi che sbavavano ringhiando ed abbaiando senza sosta. 

Camila pensò che il signor Ivanov avesse completamente perso la ragione. Che bisogno c'era di sguinzagliare dei segugi per due ragazzini in fuga? 

Lucie nel frattempo proseguì con il suo racconto. «Dopo che ho visto il cancello d'entrata chiudersi non ho idea di cosa sia successo per almeno un paio d'ore. Erano quasi le dieci di sera quando vi abbiamo sentiti rientrare, ma nessuno sapeva niente di voi due e sinceramente, nessuno aveva il coraggio di fare domande. Dopo una settimana il direttore non sembrava più così infuriato, quindi abbiamo dedotto che quella sera tu e Shawn non siete riusciti a fare tanta strada e che eravate finiti in isolamento. Dopo più di un mese lì dentro mi domando come tu non sia diventata pazza...»

Quella era una domanda che anche Camila si poneva spesso, ma non osava darsi una risposta. Invece, si affrettò a richiedere altre spiegazioni. «Hai detto che ci sono stati dei cambiamenti... quali sarebbero?».

Lucie alzò le spalle con un'espressione amareggiata. «La recinzione è stata elettrificata e il buco da cui siete scappati non esiste più. Ora siamo davvero intrappolati come dei carcerati». 

Camila impallidì. Recinzione elettrificata?! Non poteva credere alle sue orecchie.

«Ora devi stare attenta» proseguì la bionda e il tono urgente che stava usando fece innervosire Camila. «Dopo la notizia della tentata fuga, molti hanno iniziato a cambiare idea su di te. Tutti parlano di Camila e del suo gesto da pazza, e per tanti ragazzi sei una specie di leggenda. Ti ammirano, Camila. Purtroppo però, chi non stravede per te, ti odia. Se non fosse stato per te la recinzione non sarebbe stata rimpiazzata e il passaggio per la merce di contrabbando sarebbe ancora utilizzabile. Chi ci guadagnava da quei loschi affari non è affatto felice di vederti in giro».

La ragazza non era sorpresa. In fin dei conti anche lei sarebbe di cattivo umore se fosse nei loro panni. Ciononostante, temeva di sapere cosa avrebbero fatto i ragazzi di quel collegio per vendicarsi del torto subito, e immaginava che non si sarebbe trattato di qualche scherzo innocente o qualche spintone nei corridoi. Camila era ben consapevole che il Saint Jude non era un normale liceo.

La giovane annuì pacatamente alle avvertenze dell'amica e si allontanò pensierosa. Da quando era arrivata in quel postaccio, la sua vita non aveva fatto altro che andare a rotoli e Camila si chiedeva quanto in basso sarebbe dovuta arrivare prima di soccombere sotto al peso dei suoi problemi. Finito l'isolamento, credeva che il peggio fosse passato, ma ora doveva affrontare la rabbia dei suoi coetanei e le conseguenze che ne sarebbero derivate. 

Con quella prospettiva, l'idea di una seconda fuga che aveva suggerito Shawn non sembrava così male. Peccato che non ci fosse modo di poter uscire dall'istituto. A Camila non restava altro da fare se non aspettare di arrivare alla maggiore età per poter uscire da quella proprietà e non metterci mai più piede. Nel frattempo sperava che Shawn potesse tornare lì al suo fianco così da poter fingere di vivere una vita semi-normale in compagnia del suo ragazzo. 

Quella sera, quando si stese a letto, Camila non poté fare a meno di pensare al ragazzo che le aveva rubato il cuore. Più immaginava quel viso d'angelo e più era sicura di aver perso la testa per lui. A volte faticava ad ammetterlo, ma arrivata a quel punto non aveva più senso negarlo: Camila si era innamorata. E la sua non era una semplice cotta. No, si trattava di un sentimento profondo e vero, basato sulla fiducia e sulla complicità che avevano uno nei confronti dell'altra. 

Con lo stomaco pieno e il tepore della coperta che la scaldava, Camila si sentiva in colpa, pensando a come stava vivendo nel frattempo il suo ragazzo. Immaginava Shawn rannicchiato su sé stesso per trattenere il calore corporeo, mentre batteva i denti e si piegava in due per i morsi della fame. Era preoccupata nel saperlo lì da solo, con i suoi pensieri e gli sbalzi d'umore, a rimuginare ancora ed ancora. Purtroppo non c'era nulla che Camila potesse fare. 

I giorni continuavano a passare, ma tutto restava immutato. Shawn era diventato un pensiero fisso nella mente della ragazza, che era sempre in allerta aspettando di vederlo riemergere dai sotterranei. Mangiare era diventato sempre più complicato per lei e, anche se non appariva più spigolosa come dopo il suo rilascio, era ancora molto magra. Voleva rimettersi in forma per non far preoccupare Shawn, ma l'ansia e l'apprensione pesavano sul suo stomaco e per questo mangiare le sembrava un'impresa titanica. 

Le giornate si trasformarono in settimane, e a ben tredici giorni dopo il suo ritorno in "società", Camila temeva che non avrebbe più rivisto Shawn. Era crollata in una crisi isterica, piangendo senza controllo e agitandosi, tanto che Lucie minacciò di doverla portare in infermeria per farla sedare. A fine serata Camila sembrava uno zombie, e mentre tutti erano in mensa per la cena continuando a vivere serenamente, lei era rannicchiata sulle scale. Era arrabbiata con ogni singolo essere umano, perché a nessuno sembrava importare che un ragazzo era rinchiuso da quasi due mesi in una cella. Il resto del mondo andava avanti a passo spedito, ma per Camila tutto si era fermato perché il suo mondo era Shawn. 

Solo quando alzò gli occhi da terra e vide chi aveva difronte, il suo cuore tornò a battere regolarmente. Shawn era tornato. 

Saint Jude Institute || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora