9. Non voglio perderti

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Fiato corto, battito accelerato, pelle bollente e sudore che aveva imperlato torace e schiena.

Il suo corpo non aveva mai reagito in quel modo da quando circa ottocento anni prima era morto.

Hua Cheng si risvegliò con quei pensieri.

Il sole stava sorgendo e raggi tiepidi accarezzavano le lenzuola stropicciate dei due letti uniti, sui quali avevano dormito tra un assalto e un altro.

Non era riuscito a trattenersi e lo aveva svegliato almeno un paio di volte per assaporare ancora quel corpo morbido e tonico, per ascoltarlo gemere sotto di lui, sentirlo inarcarsi e accoglierlo fin quasi a fargli perdere la ragione.

Era stato esaltante. Un'emozione unica e totale.

Perdersi in Xie Lian era stato come affogare in un mare profondo da cui non avrebbe mai voluto riemergere. Ogni dolore, paura e rabbia dimenticati tra le sue calde braccia, sotto le carezze timide delle sue mani, ascoltando la voce rotta con cui aveva sussurrato più volte il suo nome.

Corpi intrecciati e sudati, respiri rotti, o forse singhiozzi trattenuti per le inaspettate emozioni.

Hua Cheng sospirò, sentendo sotto il suo viso il torace di Xie Lian ancora addormentato che si muoveva piano. Con una gamba tra le sue era crollato in quel modo, lasciandogli giusto lo spazio per farlo respirare e non pesargli troppo addosso.

Sbadigliò e stirò i muscoli, sentendo le membra ancora piacevolmente calde e rilassate.

Da quando poteva percepire in modo così netto il suo corpo come se fosse ancora vivo? Prima di questa seconda rinascita come Re Fantasma non aveva mai sentito nulla di così vivido.

Un lieve mormorio sotto di lui lo distrasse da quei pensieri. Sorridendo lasciò un bacio sul petto di Xie Lian e si sollevò su un gomito mettendosi su un fianco per guardarlo.

Era così bello.

Non era cambiato molto da quel giovane principe quindicenne che lo aveva salvato prendendolo in volo. Il volto delicato e lo sguardo gentile ma determinato, instancabile mentre combatteva con una spada in modo superbo tenendo nell'altro braccio un bimbo malconcio e spaventato.

Forza immensa e grazia divina. Lo aveva pensato dal primo momento in cui lo aveva visto, da quando con gli occhi scuri di un bambino di appena dieci anni si era aggrappato alle sue vesti deciso a non farsi portare via da lui.

Xie Lian brontolò ancora e gli si raggomitolò contro, come se sentisse freddo a non averlo più addosso dopo aver trascorso un'intera notte uno nelle braccia dell'altro. «Buongiorno,» il brontolio si trasformò in un sussurro roco contro il suo torace.

«Buongiorno, Gege.»

«Hai fame? Ho dei panini al vapore,» borbottò senza aprire gli occhi.

«Sto bene così. Possiamo anche rimanere ancora a letto. San Lang ne sarebbe felice,» gli rispose accarezzando la sua schiena e baciandogli la spalla.

«Non essere pigro.»

«San Lang non vuole essere pigro... si darebbe ancora molto da fare...» sussurrò vicino al suo orecchio che mordicchiò succhiandone il lobo.

«Allora non essere ingordo!» Xie Lian ridacchiò nel rispondere, colpendolo leggero su un fianco con una mano per farlo desistere da un ennesimo attacco. «Dobbiamo andare alla città Fantasma, lo sai.»

Hua Cheng sospirò e rassegnato gli lasciò un casto bacio sulla fronte. «Gege ha ragione, lo so.»

«Ma prima mangiamo qualcosa... e abbiamo anche bisogno di fare un bagno,» Xie Lian si distese sulla schiena stirando i muscoli e nel farlo spalancò gli occhi, soffocando a stento un lieve gemito di dolore.

Tornerò sempre per te - a gay fanfiction - La benedizione dell'ufficiale divinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora