11. Tornerò sempre per te

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«Smettila di fare i capricci.»

«San Lang è stanco di scrivere, Gege.»

«Ma se non hai neanche riempito metà del foglio, come puoi essere stanco?»

Hua Cheng sbuffò in risposta, posando il pennello sul grande tavolo del tempio di Qiandeng dove era solito esercitarsi.

Era trascorso un mese da quella terribile notte in cui aveva trasportato il corpo sanguinante di Xie Lian alla sua residenza sul monte Taicang, e solo da poco tempo erano tornati nella città Fantasma ora che il Principe si era ripreso.

Erano stati giorni silenziosi, in cui Xie Lian aveva trascorso molte ore a dormire per permettere alle ferite di rimarginarsi e guarire attraverso il suo potere spirituale. Interminabili momenti in cui Hua Cheng lo aveva accudito, rimanendo al suo fianco senza mai lasciarlo neanche per un istante, come se temesse da un momento all'altro di vederlo di nuovo sparire.

Quando lo aveva visto di nuovo su quel maledetto altare, l'incubo peggiore si era materializzato ancora di fronte al suo sguardo e resistere al desiderio di massacrare tutti pur di liberarlo era stata una decisione sofferta che lo aveva quasi ucciso più di tutto.

Aveva ripreso ad essere lucido solo quando le ferite si erano chiuse e Xie Lian si era svegliato da quel torpore in cui era rimasto a lungo. Adesso Hua Cheng, senza sentire l'ansia assalirlo, riusciva anche a rimanere per qualche ora da solo, mentre il Principe passeggiava lungo le vie della città, dove tutti oramai lo trattavano con la stessa deferenza e rispetto riservati a lui.

«Senza Gege ad aiutarmi è più difficile,» gli rispose, afferrando la sua mano, dove era di nuovo legato l'altro capo del filo rosso, per tirarlo fino a farlo sedere sulle sue ginocchia.

«Guarda che posso stare anche in piedi, ho camminato fuori di qui per meno di un'ora e oramai sono del tutto guarito.»

«Gege non deve affaticarsi troppo,» rispose, abbracciandolo in vita e posandogli un bacio sotto l'orecchio. «A San Lang non dispiace stare così,» aggiunse, mordicchiandogli il lobo.

«Stai fermo,» mormorò Xie Lian con un sospiro. «Potrebbe entrare qualcuno.»

Hua Cheng ridacchiò e con un gesto della mano inviò decine di farfalle a chiudere i battenti dell'ingresso. «Non verrà nessuno... sanno che non devono farlo quando le porte sono chiuse,» sussurrò, prendendogli il mento con una mano e chinandosi a baciarlo.

Quelle labbra non smettevano mai di ammaliarlo. Erano come il più succoso e dolce dei frutti che avesse mai assaporato. Sempre pronte a schiudersi per lui, così morbide e umide da spingerlo a desiderare di continuare a baciarlo per ore. A volte timide, altre incredibilmente audaci e voluttuose.

«A... aspetta,» Xie Lian si staccò da lui di poco. «Cosa significa che in città sanno di non dover entrare? Cosa... sanno?»

Hua Cheng sorrise malizioso, sciogliendogli la fascia in vita che legava le vesti e aprendole fino a sfilargliele dalle spalle. «Gege forse non sa che in alcuni momenti diventa piuttosto... rumoroso?»

Xie Lian sbatté le palpebre più volte e arrossì in un attimo. «Io... non dire così... questo è piuttosto imbarazzante!»

Hua Cheng rise di cuore prima di baciarlo ancora con passione e foga. «Gege... niente di ciò che fai tu è imbarazzante... e io amo quei suoni.»

Xie Lian sorrise alle sue parole, passò le braccia attorno alle sue spalle e si lasciò ancora baciare fino a quando entrambi non ebbero più fiato.

«San Lang?» sussurrò, insinuando una mano sotto le sue vesti e accarezzando il torace all'altezza del cuore. «Ti sei mai chiesto come mai ora hai un corpo così caldo?»

Hua Cheng mordicchiò quelle labbra umide e gonfie di baci mentre finiva di svestirlo. Le ferite si erano rimarginate, ma le cicatrici ancora erano visibili e le accarezzò piano. «Sei tu che mi fai quest'effetto.»

Xie Lian sospirò, lasciandosi andare a piccoli gemiti quando si ritrovò del tutto nudo. «Non è solo per questo,» si spostò, sistemandosi a cavalcioni su di lui e posandogli le mani attorno al collo. «La prima volta che ti sei trasformato in Supremo, lo hai fatto attraverso il dolore... questa volta lo hai fatto in modo diverso.»

Hua Cheng sorrise e annuì, afferrandolo saldamente in vita e lo guardò a lungo. Osservò il volto delicato dalla pelle arrossata, gli occhi lucidi e gentili, percepì la forza delle gambe che si stringevano attorno ai suoi fianchi e l'eccitazione che premeva contro il suo addome.

«Gege ha ragione. Questa volta è stato solo l'amore a farmi tornare,» lo baciò ancora, accarezzò quel corpo sottile e forte che reagiva a ogni sua carezza. Lo strinse a sé, beandosi di ogni suo ansito e gemito. «Io ci sarò sempre... per te tornerò sempre.»

Tornerò sempre per te - a gay fanfiction - La benedizione dell'ufficiale divinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora