CAPITOLO 15:

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Arrivò finalmente la ricreazione. Lo vidi con il suo gruppo di amici ma decisi comunque di andarci perché dovevo parlargli dopo scuola.

Volevo profarci,so che sto correndo ma sento che è lui quello giusto, quello che mi renderà davvero felice.
È difficile da spiagare...

Mi avvicinai al suo gruppetto e lo chiamai.
"Min-Ho". Tutti si girarono verso la mia parte e sentivo già delle risatine.
"Senti,dovrei parlarti dopo la scuola. Se vuoi oggi posso staccare un ora prima così-".

Venni però interrotta.
"Te la fai con lei.Davvero?!".
Disse uno del gruppo facendo ridere gli altri.
Io cercavo il suo sguardo mahi sembrava completamente ignorarmi.
Ora dirà ai suoi amici che si, stiamo uscendo insieme e così staranno zitti e non mi daranno più fastidio.

"Ma che... Mi ha prestato gli appunti di Italiano e poi era buio e l'ho riaccompagnata a casa". Giusto?". Disse guardandomi. Sentivo che mi stava implorando con gli occhi di reggergli il gioco.
Io annuì.

"Che bravo ragazzo~". Lo presero in giro dandogli pacche sulle spalle.
Poi si girarono verso di me e uno si avvicinò per poi dirmi con tutto il disprezzo possibile. "Davvero credevi che per degli appunti ti avrebbe fatto perdere la verginità. Qui abbiamo una cagna in calore~".

Me ne andai a occhi lucidi. Dietro sentivo le loro risate. Non mi ha difesa, ha lasocto che mi umiliassero e io che ero pure disposta ad fare un passo avanti.

Le ultime due ore le passai a guadare l'orologio. Il tempo sembrava immobile, paralizzato. Ma per fortuna la campanella dell'ultima ora suonò è io potei correre via da quell'inferno chiamato scuola.

"So-yon fermati". La sua voce era l'ultima che volevo sentire. Ho persino ignorato Hyuna e Do-yun dicendo che avrei raccontato tutto domani.

Lo ignorati e continuai a camminare. "Ti vuoi fermare?!"
È mi prese il polso.
Eravamo più avanti della scuola, in un marciapiede deserto."Che vuoi?". Dissi fredda ma con gli occhi lucidi.

"Hai detto che mi dovevi parlare". Con che faccia tosta mi dice una cosa del genere.

"Non voglio più parlare con te. Non voglio più vederti. Dimentica la mia faccia, non voglio più vederti".
Cercai di allontanatrmi ma lui mi prese il polso nuovamente.

"Quello che è successo prima-"
"Hai lasiato che mi umiliassero, già lasciato che il mio cuore già ferito subisse altro dolore".
"Perché non mi hai difeso?"
"Senti, ti mi piaci ma nkn è semplice dire che sto uscendo con te. Ora ho capito...
"Tu ti verogni di dire che mi stai frequentando".

"TU TI VERGOGNI DI RE CHE STAI USCENDO CON UNA SFIGATA DEL CAZZO VERO?!". Gli diedi colpi nel petto che a lui non fecero nulla.

Lui non disse nulla.
"CAZZO MI SBAGLIO?!".
Lui non disse nulla
"DIMMI CHE MI SBAGLIO!"
Lui non disse nulla.
"Sai che ti dico, fanculo".
E me ne andai delusa.

La gola mi faceva male dalle urla che ho dorato fuori ma non mi importa. Non glio più sapere di lui.

Non mi seguì nemmeno. Continuai a camminare verso casa senza girarmi.Non be avevo la forza.

Arrivata a casa aprii la porta a con le chiavi le lasciai tutto nel vialetto.

"Mamma sono a casa". Andai in cucina e torvai un bigliettino.Lo sapevo è ritornata quella di prima.
"Tuo padre ha avuto un offerta di lavoro all'estero. Lui starà definitivamente lì. Io devo aiutarlo con alcuni pagamenti e scartoffie varie starò alcuni mesi. Poi ti farò sapere. Tu non c'eri mai a casa questo periodo quindi ti sto lasciando un biglietto.
Ps: Ti ho lasciato della pasta che dovrebbe durarti per tre giorni, in tal caso c'è sempre il riso.

Perfetto.Non mi ha nemmeno parlato di persona. Sembra assurdo. Come fa un genitore a dire che va a lavoro fuori senza parlarne di persona. Ma tanto ci sono abituata. Sai forse è meglio così, preferisco stare da sola.

Però mi sono stancata di questa situazione. Non è colpa mia se mio faretello è morto. Non è colpa mia...
Non è colpa mia...
N-Non è c-colpa mia...
Che giornata di merda!

Non pranzai, il mio stomaco di chiuse. Al sol pensar di ingerire cibo un senso di nausea avanzava sul mio corpo.
Decisi così di addormentarmi e mi misi la sveglia per le 14:45.

Alle 14:45 in punto suonò la sveglia è io a mala voglia mi svegliai. Mi sciacquai il viso per poi prender le chiavi e uscire di casa.

Alle 15:00 in punto arrivai ail bar ed dopo essermi cambiata iniziai a lavorare.

Erano le 17:00 ma non vedevo ancora traccia di quel ragazzo misterioso e soprattutto bello. Non me ne sono dimenticata. Per stare con Min-Ho oggi vi avrei parlato dicendo che mi piaceva un altro e che potevamo rimanere amici.

Ma Min-Ho non mi vuole come veramente dice e io voglio essere felice.

Continuai a servire i tavoli quando un uomo mi chiamò.
"Ei cameriera, voglio un altra birra". Io annuì e gliela portai. "Come siamo veloci". Disse per poi mettermi una mano sul fianco. Io mi allontani sbalordita. "Ma come si permette!". Dissi indispettita. "Dai bambolina stiamo solo giocando". Mi roese il polso. "Lasciami". Ma lui non mi lasciò.

Le altre avvevano finito il turno al bar ed erano andate al ristorante che sta al piano di sopra e l'altra mia collega ha avuto una chiamata minuti prima e non è ancora tornata, Sto inziando ad avere paura.

"Ha detto lasciala". Dice una voce profonda. L'uomo mi lascia il polso e si gira verso quella voce profonda.

"Come ti chiami?". Gli chiede.
Mi giro epr vedere che è il mio salvatore ed ecco lì, in tutta la sua bellezza. Aveva i soliti jeans neri con gli scarponi del medesimo colore con maglietta bianca. Ma al posto della giacchetta in pelle avava una camicia a quadri rossi.

"Ji-Ho. Mi chiamo Jeon Ji-Ho".
Rispose a testa alta.
"Bene Jeon. Vuoi morire?!".
Allora di chiama Ji-Ho, ha pure un bel nome.

Rise."Io sono giovane e morirò dopo di te". Quell'uomo stava per scittare e tirare un pugno ma prima che potesse fare altro Ji-Ho gli afferó il pugno e glielo strinse.

"Non si fanno risse al bar. Non siamo ai tuoi tempi e ora paga la cameriera e vai via".
L'uomo più cercava di liberarsi e più Ji-Ho stringeva la mano. "Forse non mi sono spiegato bene. Paga la la cameriera e vai via". E così l'uomo fece. Mi pagó e se ne andò con la mano tutta indolenzita.

"Stai bene". Mi girai e finalmente potei guardalo meglio. Ogni giorno era sempre più bello. Non ho mai avuto una cotta per un ragazzo e ora mi ristoro a ad avere un cotta per due ragazzi.

Mi da fastidio ammetere che io, una ragazza che ama stare da sola e che sta bene senza nessuno. Ha non una ma ben due cotte. Ah... Mi sento così ridicola.

"Si sto bene, il polso è leggermente rosso ma posso ancora lavorare".

Lui annuì e si sedette su un divanetto. "Ok, allora portami due coca cole". Lo guardai stranita. "Perché due?"
"Perché una è le per me e l'altra è per te". Sorrise.

Angolo Autirce:
Ciao~
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto💕

~𝓛𝓸𝓿𝓮 𝓪𝓼𝓱~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora