24.

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MiSun pov

"Ci stanno mettendo troppo, mi sto annoiando. Vogliamo fare qualcosa nel frattempo?" si alza dalla sedia e si avvicina con un sorriso malizioso sulle labbra.

"Dovremmo?" mette una mano sulla mia spalla, cerco subito di muovermi in modo da levarla ma continua a stringere la presa fino a farmi urlare dal dolore

"Mi fai male... smettila"

"Devo arrivare fino a questo punto per farti parlare? Perché mi disprezzi così tanto? Cos'ha Jackson che io non ho?"

"Per cominciare non è pazzo"

"Attenta a quello che dici" la sua espressione si fa più cattiva, se così si può dire

"Sei stato tu a chiedermelo"

Rimaniamo entrambi in silenzio per qualche minuto prima che lui non prenda la parola

"Ti amo. Non ti fa sentire niente questo? Non provi qualche strana sensazione?"

"Sì: disgusto" stringe i pugni, alza il braccio, chiudo gli occhi pensando che mi avrebbe colpito ma invece di prendere me colpì il muro alle mie spalle talmente forte da lasciare una crepa, ha anche la mano sanguinante; se con quel pugno avesse colpito me probabilmente sarei morta.
Mi muovo per cercare di mettermi in una posizione migliore ma nel mentre mi accorgo di non sentire più l'orologio che avevo al polso. Comincio a guardarmi intorno per vedere se fosse lì nei dintorni ma non riesco a vederlo

"Cerchi questo?" lo guardo e vedo che ce l'ha in mano ma è completamente distrutto

"Te l'ho sfilato appena ti sei addormentata"

"Non puoi lasciarmi andare e basta? Non dirò niente a nessuno" ormai sono disperata

"Hai mai visto qualcuno che se ne va dopo aver detto questa frase nei film?"

"Eppure sai che ti troveranno! Sai che è la fine quindi perché lo fai?"

"Quante volte devo ripeterti che è colpa tua? Tu mi hai reso così e devi pagare"

Appoggio la testa al muro e sospiro, credo di stare impazzendo a furia di stare rinchiusa qui dentro insieme a uno psicopatico.
Sento un dolore alla gola e inizio a tossire; Junwoo esce dalla stanza senza dire niente come ha già fatto un paio di volte per poi ritornare qualche minuto dopo, mi domando cosa stia combinando.
Sta volta, però, rientra con un bicchiere d'acqua in mano.
Si ferma di fronte a me e si abbassa al mio livello

"Bevi" avvicina il bicchiere al mio viso

Non mi fido, potrebbe averci messo qualcosa dentro e non voglio rischiare di addormentarmi un'altra volta per poi trovarmi in un posto diverso.

Mi volto facendogli capire che non l'avrei bevuto

"Starai peggio dopo, bevi" continuo a rimanere girata dall'altro lato senza ascoltarlo.

"Non ci ho messo niente dentro, puoi berlo" sbuffo, effettivamente dovrei smettere, ogni volta che sbuffo di incazza

"Yah, davvero non lo berrai?"

"Non voglio niente da te, stronzo" si alza arrabbiato e mi tira l'acqua addosso, rimango a bocca aperta, non me l'aspettavo e per di più è gelida ma non finisce qui: lancia il bicchiere addosso al muro a qualche centimetro da me, rompendolo in mille pezzi e facendomi urlare dallo spavento.
Tutti i frammenti di vetro caddero a terra, intorno a me.

"Ascoltami bene" con un movimento brusco tira fuori la pistola da dotto la maglietta e me la punta alla testa.
Strizzo gli occhi e abbasso la testa, pensavo mi avrebbe sparato

Dancing with a stranger // Jackson WangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora