25. [FINE]

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MiSun pov

Non è passato molto tempo dall'iscrizione all'università eppure sono successe cose che pensavo potesse re succedere solo nei film o nei libri.
La sera prima del mio primo giorno da universitaria mi dissi che sarebbe andato tutto bene, che avrei fatto nuove amicizie e che sarebbe stato un nuovo inizio; nemmeno lontanamente avrei pensato di trovarmi un ragazzo, volevo godermi tutto il divertimento con i miei amici ma sono capitata nell'appartamento sbagliato con le persone sbagliate.
L'ho trovato così sbagliato che poi ho iniziato a pensare fosse giusto, ho pensato che fosse giusto allontanarmi da Jackson per lasciarlo alla persona che mi stava facendo del male ma allo stesso tempo ho pensato che fosse giusto innamorarmi di lui.
Avrei sofferto di meno se non ci fosse stato lui in ogni momento? Continuo a chiedermelo.
Ho dimostrato di non essere come le altre fin dall'inizio: di non essere la ragazza che va in discoteca il sabato sera per poi tornare a casa ubriaca ma la ragazza che preferisce stare a casa a guardarsi un film da sola o con un'amicizia stretta, ho dimostrato di non essere una che parla o sorride spesso, di essere timida eppure Jackson non ha mai mollato la presa, ha continuato a tirare la corda con le mani insanguinate fino a portarmi a sé nonostante le volte in cui ho cercato di tagliare quella corda.

Adesso però quella con le mani insanguinate e tante persone ai cui sarò sempre grata sono io.
Tutti i pezzi di vetro che mi hanno tagliato e fatto sanguinare, tutti i segni delle corde che mi hanno stretto e graffiato la pelle, l'acqua fredda e subito dopo un caldo insopportabile, era tutto un inferno, letteralmente.

Ma ho imparato una cosa: non importa come la pensi o cosa pensi, ci sarà sempre qualcuno pronto a salvarti, a tirarti fuori da quello che può essere un guaio, una brutta giornata, da te stesso o qualunque cosa ti stia facendo del male, che sia un genitore, un amico o un perfetto sconosciuto che col passare del tempo diventa una persona molto importante.

Aspetto che i medici mi bendino le mani e le altre ferite.
Non ricordo esattamente da quanto tempo sono fuori ma so che mio padre è i suoi agenti erano pronti anche per un evento del genere.
Junwoo invece... Gli spararono alle gambe appena lasciò andare l'accendino e lo portarono via, sono grata di non averlo più visto ma spero soffra tanto quanto ha fatto soffrire me.

"Ti senti bene? Vuoi restare in ospedale qualche giorno in modo da riprenderti?" chiese mio padre fermandosi di fronte alla barella su cui ero seduta; guardai entrambe le mie mani bendate, talmente dolorose da non poterle muovere e dissi di no, non voglio stare in ospedale, mi riporterebbe solo indietro facendomi ripensare a tutto questo e al perché sono lì; piuttosto preferirei dimenticare ogni cosa e ricominciare da capo per davvero.

"Sei stata brava" mi accarezzò la testa

"Hm?" non capisco, brava per cosa?

"Sei stata brava a sopportare tutto quello che è successo, non hai ceduto"

"Volevo farlo, volevo davvero" mi sentivo più debole di quanto non lo fossi stata prima, dentro quel vecchio edificio che all'apparenza sarebbe potuto cadere a pezzi con un soffio di vento.
Fortunatamente riuscirono a spegnere il fuoco prima che facesse troppi danni quindi non cadde a pezzi causando altri problemi.

Scesi dalla barella e cercai Jackson, stavano curando alcune delle sue scottature sulla braccia, erano leggere, niente di grave per fortuna.
Mi sedetti accanto a lui senza dire una parola, il senso di colpa mi stava mangiando dentro.
Il paramedico si allontanò una volta finito lasciandoci soli.

"Mi dispiace" dissi senza alzare lo sguardo

"E grazie" continuai

Non disse una parola, mi prese la mano e mentre la fissava parlò

Dancing with a stranger // Jackson WangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora