Capitolo 12/seconda parte

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"Io esco, ciaoo!" saluto i miei e mi incammino verso il bar.

Farò sicuramente tardi di qualche minuto, questo perché, dopo pranzo, sono salita in camera mia e mi sono addormentata e mi sono svegliata solo mezz'ora fa.

Inutile dire che ho corso da una parte all'altra, urlando e inciampando nei miei stessi piedi, ma alla fine sono riuscita a prepararmi.

Sono le 5 e io sono ancora vicino a casa, quindi tarderei solo di 5 minuti.
Come sempre ho le cuffie nelle orecchie e ora è partita "American Idiot".

Ricordo che questa canzone è stata la prima che ho ascoltato con Michael, alla nostra prima uscita.
Sorrido al ricordo di quel bel pomeriggio, anche se per la maggior parte del tempo io ero rossa e imbarazzata.

Ricordo anche il momento in cui Mike si è irrigidito subito dopo la mia domanda sul perché avesse smesso di suonare la chitarra.

Rimarrà un mistero... Un mistero che però voglio scoprire.

Entro e, come previsto, ho tardato di soli 5 minuti.
"Finalmente, ma dov'eri finita?" chiede il rosso davanti a me.
"Ehm... Non mi sono accorta dell'orario, tutto qui." dico, come sempre imbarazzata.

"Andiamo a sederci?" chiede.
"Preferisci a un tavolo o al bancone, sugli sgabelli?" chiede ancora.
"È indifferente." dico alzando le spalle.
"Ok, andiamo al bancone." dice.

Andiamo agli sgabelli e zio Max ci guarda stranito.
"Ragazzi siete davvero voi?" chiede lui.
"No, siamo i loro gemelli sperduti." dice Michael alzando gli occhi al cielo.

Gli do uno schiaffetto al braccio e in tutta risposta lui ridacchia.

"Si zio Max, siamo noi, perché?" chiedo.
"Ma è impossibile, voi non siete mai andati d'accordo e ora vi ritrovo qui insieme." dice lui gesticolando con un bicchiere di vetro in mano.

Secondo me quel bicchiere farà una brutta fine se continua a muoverlo così.

Sia io che l'assorbente sporco vivente alziamo gli occhi al cielo, ma ridacchiando comunque.
"Zio Max, preparaci due brioche alla nutella e un succo alla fragola grande, con due cannuccie." dice il rosso.
"Michael te lo scordi che condivido il succo con te." dico.
"Perfetto, allora scordati il succo, me lo berrò tutto io." dice lui ridendo e guardandomi.

Sbuffo e lo mando a fanculo sottovoce.

"Ti ho sentito." dice continuando a ridere.
Gli faccio la linguaccia e guardo zio Max, che aspetta la mia risposta, per prendere il succo e le brioche.
"Uffa, okay, per me va bene." dico.

Lo zio inizia a preparare e io lo guardo, mentre sento però lo sguardo del ragazzo affianco a me addosso.

"La smetti di fissarmi." dico sottovoce girandomi verso di lui.
"Non ci riesco." dice.
"Che vuol dire? Stanno altre ragazze, guarda loro."
"No, voglio guardare te." dice ridendo.
"Oh Dio, aiutami tu." dico pregando.

Lui continua a guardarmi con un sorrisetto e io lo guardo male.
Poi si avvicina e "dovremmo parlare di quel che è successo alla festa ieri, non trovi?" sussurra.

Ovviamente la sua vicinanza mi provoca brividi e lui si accorge di questo e inizia a ridacchiare.

"Lo so, faccio lo stesso effetto a tutte." dice vantandosi, facendomi l'occhiolino.
"Ti sbagli Clifford, non ho alcun problema a starti vicino, non mi fai niente." mento avvicinandomi.

Continuiamo a guardarci, fin quando la voce di zio Max ci fa tornare alla realtà.
"Io sento molta tensione sessuale qui." dice.

Arrosisco subito, mentre Michael ridacchia.

Ma questo ride soltanto?

Iniziamo a mangiare le nostre brioche, mentre io guardo altrove, pur di non incrociare il suo sguardo, mentre lui continua a fissarmi, e ovviamente mi da fastidio.
"Mi dici almeno il perché tu voglia fissarmi." chiedo.
"Non si trovano ovunque ragazze così." dice alzando le spalle.
"Così come?" continuo a chiedere io.
"Così nel senso che non cadono subito ai miei piedi, o meglio cercano di non darlo a vedere." dice facendomi l'occhiolino.
"Chi ti ha detto che io sia pazza di te?" dico, perché alla fine non è vero.

Se certo, come no.

"Si capisce." dice lui.
"Capisci male allora."
"Va beene." dice prolungando la prima e.

Adesso che abbiamo finito le brioche, lui si avvicina ancora di più a me.
"Sei sporca di nutella qui, sei proprio una bambina." dice ridendo e toccandomi il labbro con il pollice.

Lo devo dire che sono arrossita? Non penso servi, ormai si è capito.

Lui toglie la carta dalla sua cannuccia e io lo imito e le mettiamo nel succo.

Iniziamo a bere e ovviamente siamo molto vicini.

Dopo poco finiamo e ci alziamo per buttare le carte nel cestino e poi andiamo a pagare.

O meglio, lui paga anche per me.

Salutiamo lo zio e usciamo dal bar.
"Ti accompagno a casa, andiamo." dice.
Iniziamo a incamminarci, ma lentamente.

"Beh, cosa significava quel bacio?" chiedo io arrossendo al ricordo.
Lui ridacchia e "ero brillo, ma mentirei se ti dicessi che era stato l'alcool a baciarti." dice.
"In che senso?" chiedo.

Lui si ferma e mi guarda.
"Belle, non lo so nemmeno io.
Pensavo di esserci passato ormai, evidentemente sbagliavo però." dice.
"Michael, spiegati meglio, non sto capendo."
"Probabilmente non ci crederai mai, a stento ci credo io, ma da piccola mi piacevi." dice velocemente.

Io scoppio a ridere e lui mi guarda confuso.
"Michael, seriamente, non scherzare."
Lui si avvicina e "ti sto dicendo la verità." dice serio.

"Ma Michael, tu ti comportavi proprio al contrario con me."

"Ti sembrerà strano, ma le persone a cui tengo di più, le tratto diversamente.
Ero dolce e buono con tutti, tranne con te.
Non facevo altro che prenderti in giro e farti scherzi, eppure tu mi piacevi."

"E cosa centra con il bacio di di ieri?" chiedo.
"Odio ammetterlo, ma penso che una parte di me sia ancora innamorata di te." dice abbassando lo sguardo e posso giurare di vederlo arrossire.

E adesso che dico?

"Michael, probabilmente non ci crederai nemmeno tu, ma io da piccola avevo una cotta per questo bambino che non faceva altro che farmi dispetti e farmi arrabbiare."

Lui alza immediatamente lo sguardo e mi fissa.
"Dici davvero?" chiede con una luce negli occhi.
Io annuisco e lui si avvicina ancora.

"E questa cotta c'è ancora per quel bambino cattivo?" chiede sorridendo.
"Non lo so, però quando ti sono vicina sono costantemente in imbarazzo, ma mi sento comunque a mio agio.
Quando mi sei vicino, sento mille brividi percorrermi per tutto il corpo e nello stomaco non ci sono le farfalle, ma direttamente elefanti e ippopotami che ballano la macarena." dico ridendo per l'ultima frase.

"Quindi che si fa?" chiede.

Alzo le spalle, sinceramente non lo so.
"Belle, il nostro rapporto non cambierà molto, perché ad entrambi piace, e lo sai e quindi non mentire."

"Quindi?" chiedo.
"Quindi io continuerò a prenderti in giro e a farti imbarazzare e tu continuerai a fare l'acida con me.
Ma abbiamo una nuova consapevolezza, ovvero che entrambi proviamo qualcosa, ma non sappiamo cosa di preciso." dice.

"Ci stai?" chiede poi.
"Ci sto!" dico ridendo.
"Ah una cosa ancora e poi possiamo andare." dice.
"Dimmi."
"Sei ancora sporca qui." dice per poi far unire le nostre labbra.

Hi guyz
Ho diviso questo capitolo in due parti, perché senò sarebbe venuto troppo lungo.

Quindi i due finalmente si sono decisi a dire la verità.
*partono i cori angelici*

Spero vi sia piaciuto!
Baci :3
Marika

My medicine || Michael Clifford Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora