un- seul.

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"Stai scherzando, vero?" Chiese Theo con la voce incrinata. Stava cercando in tutti i modi di combattere le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi, si sentiva come se il mondo gli fosse appena crollato addosso, come se gli avessero infilato un pugnale nel petto. Incrociò le braccia in modo da farle smettere di tremare e si sedette, dato che le gambe stavano per cedere. Il suo viso era cupo, triste, disperato.

"Theo io non so cosa dire...non scherzerei mai su una cosa del genere" Tara guardava suo fratello minore con un tornado di emozioni negli occhi. Era spaventata da quello che le stava accadendo, innervosita per non poterci fare nulla, scossa dopo aver visto la reazione del Raeken più piccolo.

"Ci deve essere qualcosa da fare io...io posso donarti il mio cuore, non voglio che tu te ne vada, preferisco andarmene io" il ragazzo sussurrò, i suoi occhi grigi erano di un colore scuro che ormai si mostrava da uno o due anni, erano sempre più lucidi e ormai qualche lacrima era scesa.

"Lo sai che non è possibile. Te l'ho tenuto nascosto per molto tempo proprio per questo, perché sapevo ti sarebbero venute strane idee in testa. Theo-" prese un respiro la sorella maggiore "-io me ne andrò, potrebbe essere tra qualche ora come tra qualche giorno, ma non andrò avanti per più di un mese. Non voglio che tu mi veda morire. Per questo andrò in un'altra città. Ti farò avvertire quando...quando me ne sarò andata, per favore non venire a cercarmi." concluse il suo discorso, ormai anche lei stava per piangere.

"Da quanto tempo lo sai?" iniziò il fratello.

"Theo io..."

"Da quanto tempo sai di avere questo tumore?!" Alzò la voce il ragazzo.

Tara si guardò intorno, cercava un punto da fissare, per non far ricadere lo sguardo sul più piccolo.

"Va avanti da quando ci hanno separato le camere vero? Cristo Tara avevi promesso!" Ormai Theo stava urlando, era più che sicuro che anche i vicini lo potessero sentire. Anche Liam quindi...

"Per favore..." Provò a calmarlo la ragazza.

"No Tara non mi calmo, mi sembra ovvio che non mi calmo. Avevi promesso che non mi avresti mai lasciato, mai!" Il suo respiro continuava a farsi sempre più affannoso, i battiti del suo cuore acceleravano.

"Mai, mai, mai.." continuava a bisbigliare mentre barcollava.

Sua sorella lo abbracciò, l'ultimo abbraccio che si sarebbero mai dati. Aspettò che il fratello si addormentasse, sussurrandogli parole dolci e giocando con i suoi capelli, per poi andare via. Lasciò in casa la sua collana. Doveva rimanere a Theo.

Quando il giovane si svegliò era da solo. Urlò, pianse, spaccò anche qualche piatto.
Non andò a scuola per due settimane, in realtà non fece nulla per due settimane: non si alzò dal suo letto, rimase lì con un'espressione vuota sul viso, a giocare con il vecchio gioiello della sorella. Era davvero rimasto con sé stesso, nessun altro. Suo padre se n'era andato, poi sua madre, poi suoi amici e ora l'unica persona che credeva non l'avrebbe mai abbandonato...anche lei era andata via.

A scuola la vita andava avanti normalmente, nessuno sembrava notare il posto sempre vuoto nella classe. Finché un giorno, sedendosi al tavolo con i suoi amici, Mieczyslaw Stilinski, conosciuto come Stiles, fece una domanda particolarmente strana.

"Okay ragazzi, mi spiegate perché nessuno si è accorto che Theo Raeken non viene a scuola da più di una settimana? Ho provato a chiedere in giro e nessuno se n'è davvero reso conto." disse Stiles appoggiando il vassoio con il cibo davanti a lui.

that look. |thiam|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora