cinq- maison

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Liam strinse Theo fortissimo, capendo che non sarebbero mai potuti essere più che amici se non volevano rovinare quello che avevano prima, che era già stato rovinato, ciò che ora stavano per ricostruire.
Ma si sa, che non sempre si possono bloccare i propri sentimenti.

"Non è tanto, ma è casa" Scrollò le spalle il vice sceriffo, non appena furono entrati.

Theo si fece strada da solo, entrando in quella che da quel momento sarebbe stata la sua dimora. Lo scatolone che aveva in mano gli copriva quasi gli occhi, decise quindi di poggiarlo per dare un'occhiata in giro. L'appartamento non era molto grande, di certo più piccolo della villa dei suoi genitori, era inoltre poco arredato e freddo. Foto di Parrish insieme ai suoi amici decoravano il muro, insieme a tanti souvenir che sembravano provenire da tutto il mondo. Per il momento non aveva niente di suo, ma sapeva che dopo aver sistemato i suoi cimeli, Theo avrebbe potuto chiamare quel posto casa.

Era passata una settimana da quando i suoi coetanei lo avevano trovato a casa sua, nello stato in cui era. Durante quella settimana era tornato a scuola. Il primo giorno non era riuscito a guardare nessuno in faccia. Era anche crollato almeno quattro volte, ogni volta uno dei suoi compagni era con lui. Gli erano stati vicini per tutti i giorni, man mano stava ritornando il ragazzo che era prima, non prima della partenza di Tara, ma prima della morte di sua madre, prima che cambiasse drasticamente allontanando tutti da lui.

Continuò a guardarsi intorno, ricevendo un clima di familiarità, cosa che ormai non c'era nella sua vecchia casa da molto tempo.

"È bellissima" si fece sfuggire le parole in un sussurro, le labbra rimasero leggermente aperte, il luccichio di un bambino negli occhi.

"Non è di certo quella villa enorme in cui vivevi prima" sorrise il suo nuovo coinquilino.

"Grazie ancora Parrish, non credo sarei riuscito a resistere un minuto in più lì dentro"

"Non chiamarmi Parrish per favore, se dobbiamo vivere insieme dobbiamo pur avere un po' di confidenza. Chiamami Jordan. E ora andiamo, quelle scatole non si porteranno in casa da sole" disse Jordan aprendo la porta e dirigendosi verso la sua macchina.

Theo guardò un'altra volta quelle mura, prima di annuire e seguire il più grande.
I suoi occhi avevano sempre quel luccichio, che stava a significare speranza, la speranza che in quel luogo, nonostante tutto quello che avesse passato, sarebbe riuscito ad andare avanti, sarebbe riuscito a crearsi una vita più felice.

Passarono la settimana successiva a sistemare le cose di Theo nell'appartamento. Parrish si era preso qualche giorno dal lavoro, per aiutare il ragazzo ad abituarsi alla sua nuova vita, Theo invece aveva continuato ad andare a scuola.

Erano ormai agli inizi di dicembre, iniziava a fare davvero freddo e l'aria natalizia riempiva il cuore di tutti. A Theo tuttavia non importava, non aveva mai classificato quel periodo come Natale, era più importante qualcos'altro per lui in quel periodo, il suo compleanno.
Avrebbe avuto diciannove anni, compiuti il ventidue dicembre. Mancavano ancora 17 giorni, eppure sembrava essere più vicino del solito. Quell'anno lo aspettava con più ansia, voleva che passasse il prima possibile: sarebbe stato il suo primo compleanno senza la sua famiglia.

"Amico, tutto bene?" lo risvegliò Stiles dai suoi pensieri, mentre Liam lo guardava con fare interrogativo. Erano seduti nella caffetteria della scuola, era appena cominciata la pausa pranzo, ma Theo non aveva rivolto parola ai due.

that look. |thiam|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora