Capitolo 2 - Fuga

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L'unica cosa che mi fece andare avanti nei giorni successivi furono i libri sotto al mio letto.

Dopo il mio primo tentativo di strisciare per la finestra, che fallì miseramente, passati tutto il tempo a leggere. Fu fantastico, perché adoravo i libri, ma avete mai letto per una settimana di fila? O anche solo per un giorno intero? A meno che non sia un libro davvero bello, ad un certo punto ti stanchi di leggere.

Dopo una settimana, ciò iniziò a succedermi. I bei momenti della giornata, piuttosto tristemente, erano quando Mara apriva la porta e mi dava da mangiare. Solitamente, un pezzo di pane tostato e un bicchiere d'acqua. Iniziai a preoccuparmi che mi facessero morire di fame.

I miei amici continuarono a mandarmi lettere, che diventavano sempre più irrequiete col passare del tempo. Luna continuava a dire di come i gufi si perdessero spesso nelle Alpi, e dava la colpa della mia mancanza di lettere a quello. Rose continuava a chiedere se fossi malata, o ferita, o magari mi si era dislocata la mano? Quelle di Arthur erano identiche, davvero. Quelle di Albus e James erano quelle che mostravano più preoccupazione.

Poi, circa all'inizio di Agosto, le loro si fermarono di botto. Non sapevo cosa pensare. Ogni giorno, aspettavo speranzosa una lettera dai Potter, qualunque cosa. Stavo iniziando a preoccuparmi sul serio.

Rimasi chiusa in camera mia per due settimane prima che succedesse qualcosa di lontanamente emozionante. Ed anche in quel caso, successe nel sonno.

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C'era un gruppo di tre ragazze, e sembrava fossero a Diagon Alley. Solo, sembrava diversa da come la ricordavo. Tutte le streghe e i maghi sembravano essere usciti direttamente dagli anni sessanta.

La più grande, che aveva dieci o undici anni al massimo, fissava il negozio di Olivander, e le due bambine più piccole, di circa nove e sette anni, ridacchiavano e la punzecchiavano. Lei non si muoveva affatto, fissava solo la grande vetrina.

Una coppia dall'aspetto ricco arrivò dietro le bambine, ridendo. "Pronta?" Chiese l'uomo.

La bambina più grande si irrigidì, poi annuì. Sembrava troppo sbalordita per parlare. Le altre due bambine le afferrarono un braccio a testa e la trascinarono nel negozio.

Un Olivander dall'aspetto molto più giovane sorrise alla famiglia da dietro la scrivania. Non capii cosa disse ai genitori; ero troppo impegnata a guardare le bambine.

"Annie, guarda quante ce ne sono!" Sussurrò la più grande, sembrando un po' preoccupata. "Potrebbero volerci ore!"

"Non essere ridicola," La bambina di mezzo, Annie, disse. "Il signor Olivander non ci metterà ore."

La più piccola si portò i capelli biondi dietro le spalle e disse, "Non vedo l'ora di prendere una bacchetta."

"Così potrai fare che cosa? Far volare le bambole?" La prese in giro la più grande.

Annie punzecchiò la sorella. "Finché non userai di nuovo la maledizione Cruciatus sulle sue bambole, staremo apposto. Vai a provare le bacchette."

La più grande si girò e vide il signor Olivander porgerle una bacchetta. Lei la prese con cautela. Quando fece esplodere un vaso, il signor Olivander la prese via e la posò di nuovo nella sua scatola.

Non ci volle molto per trovare una corrispondenza: una strana bacchetta, noce con un nucleo di corda di cuore di drago. Era piegata, cosa di cui la ragazzina si lamentò subito.

"Ah, si, un aspetto alquanto insolito, ma le assicuro che funzionerà proprio come ogni altra bacchetta," disse calmo il signor Olivander.

"Va bene..." disse lentamente, prima di prendere la bacchetta. Le sorrise. "Immagino non sia così male."

Saving Star - Libro 2 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora