Capitolo 11 - Affronti

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"Che cosa dicono le persone di noi?"

Albus si accigliò verso suo fratello. "Che?"

Ruotai gli occhi. "James, se Al avesse sentito qualcosa, ci avrebbe avvisato. Giusto?"

"Certo," disse Albus. Inclinò la testa, sembrando ancora confuso. "Sentito cosa, però?"

James sospirò per la frustrazione ed iniziò a camminare verso la scuola. Eravamo rimasti un po' dopo le selezioni per aiutare Jaycee a posare tutto, ed Al ci aveva aspettato. Prima che avesse occasione di parlare, James tirò fuori la domanda.

"Dom ha accennato ad alcune voci su Astra e me che la gente sta spingendo," James disse freddamente mentre lo raggiungevamo.

"Tipo cosa?"

"Beh, soprattutto idee su cosa abbiamo fatto quando siamo 'spariti insieme', immagino," dissi, lanciando un'occhiataccia al terreno. Le mie mani erano strette a pugno lungo i miei fianchi, e pian piano le rilassai. C'erano cose più grandi di quello di cui preoccuparsi. Ad ogni modo, di certo nessuno credeva a quelle bugie.

Albus era impegnato a fingere di vomitare dall'altro lato del sentiero mentre io pensavo. James annuì tristemente quando disse, "Quella è stata anche la mia reazione. Voglio dire...siamo solo bambini..."

"E tu sei praticamente mio fratello!" Aggiunsi. Non sapevo di preciso quanto ci credessi, però. James annuì in accordo.

Cademmo in silenzio mentre scarpinavamo lungo il sentiero per la scuola. Dopo un momento, Albus disse, "Come mai eravate in ritardo?"

Lo avevo quasi dimenticato negli ultimi minuti. Infilai la mano in tasca; il fiocco era ancora lì. Facendo a turno, James ed io spiegammo cosa era successo, e di chi sospettavamo. Questa volta, avevamo effettivamente delle prove a supporto dei nostri sospetti.

Albus fissò il fiocco, con gli occhi sgranati, mentre glielo davo. "Wow. Immagino che dovresti andare a dirlo a papà o a qualcun altro, dico bene?"

James ed io ci scambiammo uno sguardo. Personalmente, non volevo infastidire il professor Potter più di quanto non avessi già fatto quest'anno. Dopo tutte le preoccupazioni che avevo causato quando James aveva rubato la macchina per 'salvarmi', avevo fatto del mio meglio per non essere un peso. Anche qui, a scuola, se potevo occuparmi di qualcosa da sola, non avevo bisogno di infastidire un insegnante. James probabilmente non voleva dire a suo padre cosa fosse successo perché voleva vendetta, la quale era un'altra ottima ragione.

"Voi glielo direte, vero?" Albus chiese lentamente. "Se non lo fate voi, lo farò io."

"Al, se lo dici a papà trasfigurerò le tue lenzuola in un cumulo di ragni nel bel mezzo della notte," minacciò James.

Albus tremò. "Non puoi farlo! Scommetto che non esiste neanche l'incantesimo." Se anche fosse esistito, James di certo non sapeva come farlo. Però, qualunque cosa avrebbe fatto per provare che sapesse trasfigurare qualcosa in un cumulo di ragni sarebbe stata interessante, quindi decisi di tenere la bocca chiusa e guardare.

"Oh davvero?" James puntò la bacchetta verso una panca mentre ci passavamo vicino. "Guarda, lo farò su quella."

Alzò la bacchetta e aprì la bocca, ma fu interrotto da Albus che urlava, "Va bene! Non glielo dirò! Niente ragni!"

Ruotai gli occhi. "Sei tremendo."

"Lo so," James rispose con un sorriso.

Camminammo attraverso le porte del castello, e mi accigliai. "Cosa faremo riguardo Colette?"

"Dovremmo dirlo a papà..." Albus mormorò.

James lo ignorò. "Credo che prima dovremmo ottenere altre prove."

Saving Star - Libro 2 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora