Era complicato cercare una persona in una città enorme come San Francisco. Soprattutto di notte, quando le luci dei casinò e dei locali notturni battevano di gran lunga il fioco bagliore emesso dalle stelle, dando l'impressione che Diana si stesse lasciando sconfiggere dai mortali nell'illuminazione di una delle città più importanti di tutti gli Stati Uniti.
Lungo i marciapiedi iniziava a spuntare gente poco raccomandabile; per lo più si trattava di mortali, ma Aaron riuscì a beccare anche qualche empusa camuffata dalla Foschia.
Se fosse stato in Reyna, lui avrebbe già raggiunto uno degli hotel, spaparanzandosi su un letto e diventando tutt'uno con il materasso. Dal modo in cui Nico si guardava intorno, Aaron capì che anche lui avrebbe preferito fermarsi per la notte e dileguarsi al più presto da tutte quelle persone dall'aria discutibile.
Reyna, però, non era della loro stessa idea; li precedeva di qualche passo, destreggiandosi abilmente dalla folla di persone e tenendo le dita strette attorno all'elsa di un coltello dalla punta acuminata. L'arma dell'assassino perfetto. Metteva quasi i brividi.
Aaron pensò che Reyna, almeno, fosse consapevole dei rischi che stavano correndo: sembrava pronta a combattere contro qualsiasi cosa.
Ma, fino ad allora, le uniche creature da far fuori erano state le zanzare, che girovagavano in mezzo alla folla alla ricerca di vittime. Aaron aveva almeno una decina di punture su ogni braccio e una mezza dozzina di cadaveri di zanzare, che era riuscito ad uccidere, schiacciati contro la pelle.
Dagli sbuffi di Nico, capì che nemmeno il figlio di Ade trovava piacevole avere tutte quelle zanzare che gli gironzolavano intorno, che banchettavano col suo sangue e che gli procuravano delle punture che prudevano da morire, infilando il loro maledetto pungiglione fin dove riuscivano ad arrivare.
All'ennesimo verso di disappunto di Nico, Aaron lo vide raggiungere Reyna a grandi falcate.
«Senti, ci possiamo fermare?» chiese con una calma talmente inverosimile da sembrare quasi impetuosa. «Sono stufo di essere cibo per insetti.»
Reyna si fermò in mezzo al marciapiede, girandosi verso Nico. «Lucas, potrebbe essere qui intorno.»
«Reyna, sono ore che lo cerchiamo.» le fece notare l'altro. «Dai, riprenderemo domani mattina.»
«Tu che dici, Aaron?» lo interpellò Reyna.
«Sono stanco. Ho fame. Ho bisogno di una doccia e di fare pipì.» elencò lui senza farsi scrupoli.
«Va bene, fermiamoci.» si arrese la figlia di Bellona.
E fu così che dieci minuti dopo affittarono due stanze in un bed & breakfast dall'aria curata. Reyna aveva preso una camera tutta per sé, mentre Nico e Aaron avevano deciso di dividerne una che conteneva due letti singoli. Appena entrato, Aaron si appropriò immediatamente di un accappatoio e filò a farsi una doccia. Nico, invece, si stravaccò su un letto e prese a fissare le sue braccia arrossate con interesse particolare.
Alzò lo sguardo quando la porta della stanza si spalancò, rivelando l'alta e slanciata figura di Reyna stagliata sulla soglia.
«Non dirmi che vuoi ricominciare a cercare.» iniziò Nico.
«Non proprio.» ribatté Reyna. «Riusciresti ad andare ad arrivare New York?»
«Non lo so.» Nico si tirò a sedere sul letto. «Perché vuoi andare proprio lì?»
«Voglio andare a casa di Lucas. Ho una sensazione e voglio togliermi lo scrupolo di andare a controllare.»
«E sai dove abita?»
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Olympus [2] • Who is gonna make it out alive
FanfictionSequel di "OLYMPUS I • The hunt has just begun" Sono l'oscurità e l'ignoto i veri protagonisti di questa seconda, grande avventura, ciò che i nostri eroi si ritroveranno ad affrontare in questo nuovo capitolo della loro vita. Qualcosa che alla fine...