23• I marshmallow sono la soluzione alla nostalgia

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«Mi annoio.» bofonchiò Lucas, con la testa poggiata sulle gambe di Reyna. Erano tutti riuniti attorno ad un fuoco a chiacchierare, come era loro abitudine fare ogni sera dopo aver cenato. Quel giorno erano giunti in un altro campeggio e avevano montato le tende sotto alcuni aceri, ottimi per fare ombra nelle ore più calde della giornata.

«Vuoi cantare una canzone?» suggerì Josh. «Mi sono portato dietro la chitarra.»
«No, per favore.» pregò Kimberly. «Lucas è stonato come una campana.»
«Non è vero!» protestò lui.
«Sì, invece.» ridacchiò Kimberly. «Ti ho sentito.»
Lucas sembrò farsi teso. «Dove?»
«Sotto la doccia. Il tuo Freddy Mercury è pessimo.»
«Uffa, sei cattiva!» frignò lui. Alzò gli occhi su Reyna. «Ry, dillo tu a Kimberly che sono bravissimo.»

Reyna rise. «È vero.» disse a Kimberly, facendole l'occhiolino subito dopo senza farsi notare da Lucas.
«Voglio dei marshmallow.» disse Daniel. Era seduto davanti a Kimberly e teneva la schiena e la testa appoggiate contro le sue gambe, che lei teneva raccolte contro il petto, con i talloni ben piantati sul terreno. «Ne abbiamo ancora?»
«Credo di sì.» gli rispose Kimberly. «Vado a vedere nello zaino.»

Daniel sollevò la testa per permetterle di alzarsi e Kimberly entrò nella loro tenda. I quattro semidei la sentirono frugare per un po'; poi uscì carponi fuori dalla tenda e tornò davanti al fuoco. Diede a Daniel il pacchetto di marshmallow e lui la ringraziò con un gran sorriso e un bacio sulla guancia.
Kimberly notò che Josh li stava osservando con aria nostalgica e, quando si accorse che lei lo stava guardando, le rivolse un sorriso triste e puntò gli occhi sulle sue scarpe.

Kimberly provava un profondo senso di dispiacere per lui. Era molto legato ad Adria ed era sicura che ogni giorno sentisse la sua mancanza. Perciò vedere le sue due coppie di amici abbracciarsi, baciarsi e scambiarsi parole affettuose non doveva giovargli molto. Tentò di farsi venire qualche idea per rimediare; Josh non meritava di sentirsi così a disagio tra loro. Guardò Lucas; sembrava che anche lui avesse capito quale fosse l'umore Josh in quel momento.

«Vuoi un marshmallow, Josh?» gli chiese Daniel. Lui poteva ben comprendere cosa stesse provando il suo amico perché anche lui si era sentito così quando Kimberly era andata qualche giorno prima a New York.
Lui annuì. «Okay.»

Daniel gli si sedette accanto e gli mise tutto il pacchetto di caramelle in mano. Lucas alzò la testa dalle gambe di Reyna e si unì a loro.
Anche Kimberly e Reyna li raggiunsero e si sedettero di fronte a Josh.
I cinque, ora, avevano il falò alle spalle e sentivano i ramoscelli scricchiolare ad intervalli regolari.

Josh mangiò quattro marshmallow prima di restituire la confezione a Daniel, che prima di riprenderla, la passò a tutti gli altri.
«Su, Josh. Dì qualcosa. Non ci siamo seduti qui solo per mangiare i dolcetti di Daniel.» gli disse Lucas con l'intento di strappargli un sorriso.
Josh, inaspettatamente, sorrise a tutti. «Beh, credo che tutti sappiate che sento la mancanza di Adria. È normale. E io non vedo l'ora di riabbracciarla.»

«Nient'altro, Josh?» gli chiese Lucas.
«No. Nient'altro. Sono solo un po' stanco.»
«Andiamo tutti a dormire.» ordinò Reyna, entrando in modalità “pretore”.
Lucas la guardò emettendo un sospiro sognante. «Oh, la mia dolce glassa al cioccolato! Hai trasformato la mia esistenza da semplice muffin nella splendida vita di un cupcake!»

Reyna ridacchiò. «Sei molto carino a dire così, Lucas.»
«Il mio spirito interiore di cupcake e io pensiamo che tu sia incantevole, Reyna.» Si alzò in piedi. «Vado a spegnere il fuoco.»

Ci mise un po' per farlo: il viaggio l'aveva stancato molto, soprattutto perché era stato lui a guidare e c'era voluto tutto il suo impegno e la sua determinazione per convincere Kimberly che non le avrebbe distrutto la macchina e alla fine lei aveva accettato e si era seduta accanto a lui senza staccargli occhi di dosso.
Reyna rimase a guardarlo lavorare mentre faceva numerosi gesti ampi con le braccia e con le mani, attutendo il fuoco fino a spegnerlo completamente.

Gli altri si erano già dileguati nelle loro tende, anche se i due riuscivano a intravedere Daniel e Kimberly seduti l'uno di fronte all'altra nella loro tenda. Parlavano a voce bassa.
Josh, invece, non era ben distinguibile dalla sua tenda, quindi doveva essersi già coricato.

«Non è passato molto tempo dal nostro ultimo campeggio.» sussurrò Reyna. Col fuoco spento tutto era buio, ma lei riusciva comunque ad intravedere Lucas grazie alla luce lunare. In lontananza, si poteva udire lo sbattere delle ali dei pipistrelli e il canto dei gufi e delle civette. Quest'ultimo era di malaugurio per i romani, ma Reyna tentò di non pensarci.

«È vero.» rispose Lucas. «Ricordo che te l'eri presa con me perché ero andato a fare pipì.»
«Non è vero!» protestò Reyna. «Ero preoccupata.»
Lucas rise, cercando di fare piano per non disturbare i suoi amici. «Lo so. Cercavo solo di infastidirti.» precisò mentre giocherellava con una ciocca dei capelli di Reyna, avvolgendosela attorno all'indice.

«Sai cosa succede a chi mi infastidisce.»
Lucas annuì, poi le rivolse un sorriso sghembo. «Ma per me le regole non valgono, giusto?»
«Forse.» ribatté Reyna.
Lucas si alzò in piedi e le offrì la sua mano. «Vieni.»
Reyna la afferrò e si alzò. «Dove?»
«Nella nostra tenda.» le disse, mentre la conduceva proprio lì e si inginocchiava per entrare per primo. «Ho una cosa da mostrarti.»

Reyna si sentì pervadere da una strana curiosità e chiuse le cerniere della tenda con le mani che tremavano dall'eccitazione mentre Lucas frugava nel suo zaino, aiutandosi con la luce fioca prodotta da una torcia alimentata a pile.
«Ecco qui.» Lucas si sistemò accanto a Reyna e le mostrò un libro. Era “111 modi per conquistare un'amazzone senza finire un ospedale”. Solo che Lucas aveva corretto il titolo con un pennarello nero, scrivendo: “111 modi per conquistare Reyna alias glassa al cioccolato”.

Reyna sorrise. «Hai ancora questo libro.»
«Certo.» rispose lui con aria saccente, mentre le mostrava la prima pagina. C'era ancora il disegno stilizzato che Reyna aveva scoperto per caso settimane prima.
Lucas picchiettò sulla pagina accanto. «Qui ci ho messo una nostra foto.»
Essa raffigurava Reyna che sorrideva timidamente all'obiettivo e Lucas che le baciava la guancia, tenendo gli occhi chiusi. «Penso che tu sia venuta molto bene.»

«Ricordo quel giorno. Era mattina presto, tu avevi i capelli tutti arruffati e volevi fare per forza una foto.»
Lucas annuì e le rivolse un ampio sorriso, poi andò alla pagina seguente. «Qui ho corretto alcune cose. E poi», Le fece vedere un disegnino alla fine del foglio. «qui ci sono io faccio le flessioni e tu che mi guardi.»

Reyna ridacchiò. «Questo è molto realistico.»
Passarono un paio d'ore davanti a quel libro, con Lucas sfogliava lentamente le pagine e mostrava a Reyna le frasi che aveva corretto per adattarle a lei e i numerosi disegni che aveva realizzato e Reyna che rideva e sorrideva ogni volta che Lucas diceva una battuta o leggeva una delle frasi del libro scritte da lui.

Arrivato all'ultima pagina, Lucas le mostrò i suoi disegni preferiti: come gli altri che aveva riportato nel libro, si trattava dei loro alter ego in versione cartone animato: in uno c'era Reyna che teneva in aria una scatola di cioccolatini mentre Lucas era sul punto di saltellare per prenderla; in un altro c'erano lui e Reyna che mangiavano insieme il contenuto della scatola, circondati da dei cuoricini. Nell'ultimo, invece, i due erano circondati da un enorme cuore e sorridevano.
Poi Lucas chiuse il libro e lo mise via nello zaino.

«Che ne pensi?»
«Mi è piaciuto molto guardare il tuo libro. È una di quelle cose speciali che ho fatto con te che mi ricorderò per sempre.»
Reyna non pensava di aver detto chissà cosa, ma Lucas sembrava pensarla diversamente perché sembrava essersi commosso. Le sorrideva e aveva gli occhi lucidi. Ma, in fondo, lui era sempre il solito, perciò era inevitabile che ne dicesse una delle sue.

«Domani mattina ti preparerò la cioccolata calda.» esordì.
«Non avevamo detto di portare solo le cose necessarie?» gli chiese Reyna cercando di apparire seccata, anche se nei suoi occhi c'era una luce divertita.
«Sì. E ho portato anche un bollitore.» annunciò lui, tutto fiero. «Per il tè.»
«Okay, così è veramente troppo.» ribatté Reyna. «Fila a dormire!»

«Va bene.» disse Lucas obbediente, gettandosi a peso morto sul sottile tappetino che fungeva da materasso. Poi aggiunse: «Però domani avrai comunque la tua cioccolata.»
Reyna, che si stava sciogliendo i capelli, gli rispose sorridendo: «Non ho mai detto di non volerla.»

Ciao sweethearts! Piaciuto il capitolo con la Reycas? Spero di sì! In questi giorni mi è tornata l'ispirazione quindi attribuisco tutta la causa della mia "non ispirazione" alla scuola. Spero di riuscire a finire di scrivere la ff in questi tre mesi di vacanza! :)

Olympus [2] • Who is gonna make it out alive Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora