Capitolo 8

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Calum's POV

Non ho più il coraggio di guardare in faccia Ashton senza pensare a quello che ha fatto a sua sorella. Ma devo sopportarlo. Lei ha detto che va tutto bene.

Quanto avrei voluto essere al suo posto...

Calum Thomas Hood, che cazzo stai pensando? Devi aiutarla, non scoparla.

Oggi c'è un sacco di vento, infatti stamattina ci ha quasi portato via la tenda. Ah...stamattina.

Flashback

Apro gli occhi. Sono avvolto da una luce bluastra per il colore della canadese (per chi non lo sapesse è la tenda da campeggio) e sento terribilmente il peso della testa di Lauren sul petto. Ieri sera ci siamo addormentati abbracciati. Le stampo un bacio casto sulla fronte, ma non si sveglia. Mi sposto ,ma nemmeno così dà segni di vita. E se fosse morta? Nah. Respira. E ora come faccio a farla alzare. Urlo? Non voglio spaventarla. La spoglio? Non è il caso. Ma lo farei. Come cazzo faccio? E mentre mi immergo nei miei pensieri perversi lei si gira, stendendosi completamente su di me e avvolgendo un braccio intorno al mio collo. Ora sì che sono in imbarazzo. Cosa faccio? Il suo seno piccolo e sodo si scontra con il mio stomaco, e solo ora mi accorgo che il mio amichetto sta cominciando a crescere. No no no, non ora. Lo sentirebbe esattamente appena sopra il ventre. Non riesco a calmarmi. La mia eccitazione è sempre più evidente.
Dio fai in modo che non si svegli ora, ti prego...
Ha aperto un'occhio.
Cazzo Dio, mi odi così tanto?
Si accorge quasi subito della sporgenza dura dei miei pantaloni e si allontana. Si gira dall'altra parte.
"Se vuoi, ecco, puoi sistemare..."
"N-no non ce n'è bisogno. Scusa"
Che imbarazzo.
Fortunatamente si è calmato e ora non si vede più. L'uccello è tornato al nido.
"Forse è meglio che mettiamo in ordine" solo dopo quasi mezz'ora riusciamo a non pensarci più e a comportarci normalmente. Anche se la becco più di una volta a sbirciare i miei pantaloni...

Fine flashback

Arrossisco pensandoci. È stata la cosa più imbarazzante della mia vita, ma non è stato male avercela addosso un pò. Ne è valsa la pena.

Lauren's POV

Che vergogna. Ci sto ancora pensando. Ho guardato ripetutamente il suo cavallotto per controllare che fosse apposto... anche per accertarmi che fosse vero. Cazzo. Appena mi sono svegliata l'ho sentito. Poi l'ho visto. Ma che cazzo è? Un pitone? Era enorme. Gigantesco. Nulla in confronto a quello di Ash. Purtroppo però non me ne intendo, e non è neanche la mia passione più grande... anche perché più grande del suo bruco non ho mai visto niente. Okay, basta pensarci.

Sto tornando a casa, imbacuccata nel mio giubbino e nella sciarpa. L'aria che tira è tutt'altro che tranquilla.

Penso di essere bipolare. Parecchio. Pochi secondi fa mi stavi bagnando per Calum, ora mi sto deprimendo per Ashton. Chissà come sta. Mi dispiace lasciarlo a casa da solo, anche se mi è servito parecchio. Avrà lasciato accese tutte le luci. Ha paura del buio quando è da solo. L'ultima volta è svenuto perché era saltata la corrente. Povero. Ha solo qualche problemino.

"Sono a casaaa" la mia voce rimbomba troppo nella casa quasi vuota.

"Ash?" Nessuna risposta.

Magari è via.

No, ha detto che oggi non avrebbe lavorato.

Sta dormendo?

Controllo nelle camere, ma non lo trovo. La porta del bagno è chiusa.

"Ash, sei lì dentro?" Busso.

"Ashton..." Nessun segno di risposta.

"CAZZO!" Comincio a imprecare in tutti i modi sbattendo la porta. Mi sembra ovvio che è lì dentro, la porta si può chiudere solo dall'interno.

Scatta la serratura. Apro velocemente la porta.

Mio fratello è seduto, appoggiato alla vasca da bagno. Ha un taglio sul collo e gli occhi rossi. Il tappeto è inondato di sangue.

"Occristo Maria Stuarda in calore. Che hai fatto?" Mi accascio al suolo accanto a lui, mentre gli occhi cominciano a intimidirsi. Non me ne sono mai accorta. Vedere tutti quei tagli su di me non mi provoca nessuna emozione, non me ne pento né me ne vanto. Ma vederli su una persona a cui tieni così tanto fa il suo effetto. Sono spaventata a morte. Non so cosa fare, non so come comportarmi.

"Perché l'hai fatto?" Dico tra i singhiozzi. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e mi libero di tutte le lacrime rimaste. Lui sta piangendo insieme a me.

"Sono pazzo. Sono un gottuto malato mentale. Non ho speranze, in niente."

"Non dire così..."

"Volevo vedere cosa si provasse. Volevo sentire quello che pensi tu. Magari mi aiuta a capire perché lo fai, come ti senti. Ma é servito solo a deprimermi di più."

"Non provarci mai più..."

"Ti sei preoccupata?"

"Certo deficiente"

"Mi vuoi bene?"

"Troppo, fratellone"

Ci alziamo e lo aiuto a disinfettare le ferite. Il taglio sul collo è molto profondo, ma non preoccupa più di tanto. Menomale.

"Grazie" Mi guarda come un cagnolino indifeso, e non riesco a reggere lo sguardo che mi viene da abbracciarlo. Come fa una persona così stupenda a ridursi così? Si, lo so, ha cercato di fare quello che ha fatto, ma non è colpa sua. Non sa controllarsi.

"Come avrà fatto papà a resistere così tanto?" Questa domanda mi spiazza.

"Bhe, ci ha messo tanta volontà..."

"Oltre a quello?"

"Non lo so"

"La leucemia è una delle malattie più pericolose al mondo. Solo una persona su 10 sopravvive."

"Forse è per questo che mamma è impazzita" osservo io " aveva paura di perdere papà"

"Non parlare di mamma..."

"Ecco anche perché mi picchiava..."

"Lauren, non parlare di mamma!"

Esce dal bagno sbattendo la porta. Almeno ora starà bene. Credo.


Bad Dreams~Calum Hood~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora