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Jimin gli corse incontro e Seokjin, non appena lo ebbe difronte, lo abbracciò con forza aspirando così quel suo dolce profumo che tanto gli era mancato.

Ma che tanto aveva odiato e lo faceva tutt'ora perché il sentimento che provava per lui non era sparito.

Era stata tutta una menzogna quella della partenza per il Giappone per inseguire il suo grande amore. Lui era partito per quella specifica destinazione per dimenticare quel ragazzo che adesso teneva fra le sue braccia ma non era stato capace di farlo.

È così strano che più cerchi di dimenticare, che più ti ostini a cancellare un qualcuno o un qualcosa che ha fatto della tua vita, e più questo si trova nella tua mente, come se ti perseguitasse e non volesse lasciarti in pace.

Seokjin si ripeteva ogni giorno la stessa frase «dimenticalo, lui non ti ama», ma a distanza di un anno e mezzo, tuttavia, o i suoi sentimenti non erano cambiati.

Yuzi, una ragazza giapponese con cui aveva stretto amicizia durante la sua istanza a Tokyo, gli diceva sempre di lasciare che il tempo e la vita facessero il loro corso, che prima o poi avrebbe trovato qualcun altro e che quel sentimento, visto da lui come un terribile male, sarebbe diventato un qualcosa di bello e felice.

Lui annuiva con la testa sperando che un giorno, ciò che diceva, si avverasse ma, a quanto pareva, il destino non era dalla sua parte.

A Tokyo non aveva vissuto poi così male. Aveva fatto tante amicizie, un bel lavoro e divertimenti vari, ma la sua terra d'origine, Seoul, era come se lo avesse richiamato per risanare le sue radici. Ma oltre questo, c'era anche il motivo di voler comprovare se il suo amore ci fosse ancora e ne aveva avuto la conferma: non era sparito.

L'idea di andarsene di nuovo era, invece, scomparsa. Non voleva più scappare da lui anzi voleva proprio dirgli la verità e se non ricambiava, pazienza, se ne sarebbe fatto una ragione.

Faceva male ma non poteva fare altro.

A volte ci si innamora della persona che meno ci si aspetta ma non si può fare nulla contro questo, bisogna soltanto accettarlo e, se è possibile, andare avanti.

«Come stai? Come mai sei tornato senza avvisare?» domandò Jimin sfiorando delicatamente le sue mani.

«Sto bene. Volevo farvi una sorpresa ma...» si guardò intorno «Dov'è Taehyungie?»

«È uscito con un ragazzo ma dovrebbe ritornare fra poco» rispose con un certo disappunto che l'altro non faticò a notare.

Il maggiore non aveva mai potuto comprendere al meglio il tipo di amicizia che Jimin professava nei confronti di Taehyung. Sembrava quasi innamorato o almeno, i suoi comportamenti sembravano essere troppo intensi e possessivi per essere soltanto un'amicizia.

«Ti dispiace?»

«Se devo essere sincero, un po' si. Sai che sono molto legato a lui e mi dispiacerebbe tantissimo se si dimenticasse di me per colpa di un ragazzo... Tutto qui»

L'espressione di Seokjin si accigliò all'istante perché non poteva evitare di provare fastidio e astio verso quelle parole.

«Ma sai che, prima o poi, lo farà, vero?» chiese freddamente.

«Lui non si dimenticherà di me per un fottuto ragazzo. Jin hyung, che stai dicendo?»

«Dico solo la verità, Jiminie. Prima o poi si innamorerà, troverà qualcuno che lo ama e tu non sarai più sul primo piano ma sul secondo. Semplice» il minore strinse i pugni lungo i suoi fianchi e lo fissò malamente.

«Credo che il viaggio di ritorno ti abbia male. Non capisco perché dici questo adesso»

A quel punto, Jin perse completamente la pazienza.

«Tu non riesci mai a cogliere e a capire un cazzo di ciò che ti sta intorno. Sempre chiuso nella tua fottuta bolla di egoismo, dove solo le tue idee vanno bene e le altre no. Hai sempre odiato che la verità ti venga sbattuta in faccia. Apri gli occhi e cresci sotto questo punto di vista!»

E detto questo, il ragazzo si avviò verso la sua camera per riposarsi, lasciando l'altro con la parola in bocca. Non sopportava il fatto di dover litigare con le persone a cui teneva ma ogni tanto, come tutti, esplodeva anche lui.

«Jackie preparami un cocktail, uno extra forte, per favore» disse Jimin sedendosi sullo sgabello con i nervi a fior di pelle.

«In arrivo!» esclamò il barman con un piccolo sorriso.

Il primo bicchiere, poi anche il secondo e Jungkook, che quella sera lo guardava da lontano, ghignava perfidamente perché se fosse andata come sperava, il suo piano avrebbe funzionato alla perfezione.





Il primo bicchiere, poi anche il secondo e Jungkook, che quella sera lo guardava da lontano, ghignava perfidamente perché se fosse andata come sperava, il suo piano avrebbe funzionato alla perfezione

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