17. The Real Moon

25 3 4
                                    

Allora questo capitolo sarà un po' intenso. Dovete leggerlo bene per capire alcune cose. L'ho scritto un po' pensando a come mi sento certe volte...ovviamente con il tocco di Grazia (hahah la smetto)
Non vi spoilero niente.  

Buona lettura :)


Oh cazzo Dylan e Kaden 

Entro in panico e la mia stupida mente non mi dice di allontanarmi dalla finestra o di abbassarmi per non farmi vedere.

Ecco...

Sapete quel momento in qui vorresti sprofondare e non farti più vedere? Quella sensazione dove tutti ti stanno guardando e ti stanno giudicando? Quel momento dove vorresti solo un abbraccio caloroso e qualcuno che ti dice "tutto andrà bene, non preoccuparti" ma in realtà nel profondo del tuo cuore sai che non sarà così e che tutto è un illusione? Quel momento dove dici "oh cazzo, ora si che ho rovinato tutto"? Quel momento dove sai che ora ogni bugia e scusa non valerà niente?

Ecco questo era il momento... 

Vedo gli occhi curiosi di Dylan aprirsi e chiudersi di continuo, come se io in realtà non ci fossi e per lui quella situazione fosse tutta un'illusione. 

Kaden, lui invece aveva un'aria sorpresa ma subito quella mia impressione svanì quando un sorrisetto si stampò sulla sua faccia.

Questo è nuovo...

Giro subito la mia testa ed entro dentro come nulla fosse appena successo.

Sento la voce di Dylan urlare il mio nome. Non lo guardai nemmeno dopo aver chiuso la finestra.

Ritorno in camera, ancora con le ferite taglienti dal dolore.
Mi metto subito sotto le coperte del lettino.

Sapevo cosa sarebbe successo entro cinque minuti.
Quindi perché non ripararsi da tutto ciò? Evitare la realtà e per un momento far finta che niente e nessuno ci sia intorno a te? 

Silenzio...c'era solo silenzio.

Un silenzio che faceva paura. 

Era esattamente la calma prima della tempesta.

Ironia della sorte, Dylan era la tempesta e io ero solo una foglia fragile che per puro caso si era ritrovata dentro questo uragano.

Ancora silenzio...

Ci siamo.

La porta del capannone cominciò a essere data a pugni da una certa persona.  

Mossa sbagliata...quelli della gang lo faranno fuori in men che non si dica.

Dovevo scendere...ma senza accorgermene ero già sullo stipite della porta pronta ad uscire da quella dannata stanza.

Con i miei vestiti oversize cercavo di fare passi veloci ma attenti.

Ecco...la porta si aprì di colpo. Era stata aperta da Damon ed ecco che il silenzio si fece spazio nella stanza. 

Questo silenzio e questa tensione che pian piano aumentava mi faceva paura. 

Era come se Dylan e Damon si stessero perforando le anime tramite gli sguardi. Non sguardi normali ma sguardi che in un nanosecondo ti renderebbero morto.

Si comincia bene...

Ero dietro a qualche membro della gang e come loro stavo osservando la scena.

Savannah si mise accanto a Damon e guardò con disgusto il volto di Dylan.

Avendo capito che nessuno dei due si sarebbe fatto avanti per parlare, mi feci avanti e presi parola.

𝓦𝓲𝓷𝓽𝓮𝓻 𝓕𝓵𝓸𝔀𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora