La Luna

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Cassandra non sa bene a cosa sta pensando quando afferra la pietra di luna.

Sa solo che è furiosa.

Una quantità incalcolabile di rabbia allo stato puro le pervade i sensi, le annebbia la mente, le ostacola la respirazione e lei non può più fare niente per trattenerla.
Così tanta...
Non credeva neanche fosse possibile che così tanta rabbia potesse essere contenuta dentro una sola persona.
La spaventava.

I pensieri vorticavano nella sua testa in maniera confusa e veloce.
Talmente veloce che non riusciva a starvi dietro.

In mezzo a quel groviglio riuscì a distinguere alcune asserzioni frammentate di astronomia.

La luna è un satellite della Terra, la cui illuminazione dipende esclusivamente dalla luce riflessa del sole.
La luna non potrà mai brillare di luce propria.
Il sole è caldo e splendente.
La luna è fredda e oscura.

Sole e luna.

Due opposti estremi, ma da sempre inscindibili in ogni leggenda, rappresentati come due facce della stessa medaglia.

Rapunzel e Cassandra non avrebbero potuto essere più diverse.

Da una parte c'erano lunghi capelli dorati lisci come la seta, due occhi verdi grandi, aperti al mondo e alla vita e una carnagione dai toni caldi, quasi ambrata, con una spruzzata di lentiggini sul naso.
Dall'altra c'erano capelli corvini corti fino alle spalle, mossi e selvaggi, occhi grigio-verdi dal taglio stretto e spigoloso, una pelle pallida e fredda, bianca e uniforme come il marmo.

Dove Rapunzel vedeva il bene, Cassandra intravedeva le trame sottili del male.
Dove Rapunzel apriva il suo cuore senza riserve, Cassandra ergeva barriere e si assicurava che la serratura fosse ben chiusa.
Dove Rapunzel vedeva perdono, Cassandra vedeva vendetta.
L'una luce e l'altra buio.
Il giorno e la notte.
Caldo e freddo.
Bianco e nero.

Sole e Luna.

A tutti piace il Sole.

Il Sole è luce, è sicurezza, è calore, è vita...

Rapunzel piaceva a tutti.

Era talmente una brava persona...

Rapunzel era una principessa.

Non ha mai dovuto faticare per guadagnarsi il rispetto della gente.
Non ha mai dovuto preoccuparsi dell'andamento della sua vita.
Non ha mai dovuto preoccuparsi di deludere qualcuno.
Non ha mai dovuto dimostrare niente a nessuno.

Rapunzel era amata.
Era amata da Eguene, dai suoi genitori, dai suoi sudditi, da chiunque avesse mai postati lo sguardo su di lei.

Cassandra aveva solo quattro anni quando capì che perfino sua madre provava ribrezzo nei suoi confronti.

Nell'ultimo ricordo che aveva di lei, la vedeva avvolta in un mantello, con il cappuccio tirato a coprirsi il viso...
E un bambina in fasce tra le braccia.
Una bambina che non era lei.

Aveva pianto.
Aveva gridato il suo nome, l'aveva implorata di tornare indietro per lei...
Chiedendosi disperatamente cosa avesse fatto per farla allontanare.
Cosa ci fosse di sbagliato in lei.

Per molti anni aveva dimenticato quella  parte della sua vita, prima che arrivasse Kade.

Ma ora era lì.

Era presente dentro di lei.

L'unico e solo punto fisso in mezzo a quel caos impazzito che infuriava nella sua testa.

Era stata la seconda scelta di sua madre e lo sarebbe stata per sempre.

Sempre un gradino più in basso.
Sempre ad aspettare nell'ombra di qualcuno.
Nell'ombra di lei...

Sola.

E terribilmente affamata.

Di una fame spasmodica che la divorava dentro, lentamente.
Una fame implacabile e mai soddisfatta.

Cassandra era stanca di aspettare.

Aveva trascorso una vita intera a farlo.

Era stanca di avere fame.

Non era una brutta persona...
Era solo stanca.

Non voleva fare del male a nessuno.
Voleva solo essere guardata in modo diverso.

Era forse sbagliato?

Era sbagliato chiedere di essere ascoltata?
Chiedere del rispetto?
Chiedere un'opportunità per mostrare che anche lei poteva brillare?

Era sbagliato desiderare almeno un quarto di tutto ciò che aveva Rapunzel?

No.

Non c'era nulla di sbagliato.
Cassandra non stava sbagliando, lei non era nel torto.

Ma quando avvicinò la pietra di luna al petto, questa le sfuggì dalle dita.
Le sue scariche elettriche avvolsero il suo cuore e lo catturarono in una morsa ferrea.
La pietra era incastonata nel suo petto, la sua energia strettamente connessa alle fibre del suo cuore e pulsava all'unisono con il suo organo vitale.
Poteva sentire il potere scorrere insieme al sangue, attraverso le vene e in tutto il corpo.

E all'improvviso non sentì più niente.

Il dolore si arrestò, il suo flusso di pensieri si interruppe e l'aria tornò a fluire liberamente nei polmoni.
La sua fame si placò momentaneamente e si sentì...bene.

Cassandra non voleva fare del male a nessuno...
Ma la pietra le diceva che era necessario.

Le diceva che era giunto il momento di perdersi da sola ciò le spettava.

Le diceva che era invincibile e che non aveva più bisogno di nessuno.

E adesso voleva fare del male.

Non le bastava ciò che aveva ottenuto.
La fame di cui tanto desiderava sbarazzarsi tornò a impadronirsi di lei.
Voleva di più.

Voleva che la bella e pura principessina perfetta sperimentasse ciò che aveva passato lei.
Voleva che i conti fossero pareggiati.
1 e 1 pari.
La bilancia doveva essere equilibrata.

Non era forse giusto?

Era forse sbagliato?

...Lo era?

Cassandra non stava sbagliando...
Non era lei la cattiva lì.
Non voleva esserlo.

- Cassandra, ho bisogno di te! Tu puoi...-

- Io non posso niente! Perché diamine non puoi semplicemente arrenderti con me?! Dovresti avere paura di me! Guardati intorno, non vedi cos'ho fatto? È tutta opera mia! -

- Cass...no. -

Senza la pietra che le iniettava energia magica nel cuore si sentiva prosciugata.
Piccola, fragile, vulnerabile...
E ancora più stanca di prima.

- Per tutto questo tempo ho sempre cercato così tanto di dimostrare che valevo molto di più di quanto tutti pensassero, ma avevano ragione! -

- No, Cassandra, no. -

Sentì due braccia gentili che si avvolgevano attorno a lei.
Il tocco era caldo e confortante.
Invece di ritrarsi, si aggrappò alle sue spalle e strinse forte i pugni attorno alla stoffa del vestito.
Temeva che se avesse lasciato la presa sarebbe crollata in mille pezzi.
E non sapeva se questa volta sarebbe stata in grado di aggiustarsi.

- Ti ho vista risplendere tante volte anche senza la pietra, Cass...
C'è di più in te. -

C'è di più in te.

C'è di più in...me?

Cassandra non era la cattiva di quella storia, no...

Era solo una anima spezzata che aveva bisogno di aiuto.

Chiuse gli occhi e abbandonò la testa sulla spalla di Rapunzel, lasciando che le lacrime le rigassero il viso.

Cassandra aveva una profonda ferita dentro di sé e ci sarebbe voluto del tempo per farla guarire.

Ma ora voleva solo riposare in quell'abbraccio il più a lungo possibile.

Avrebbe ricominciato da lì.

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