Prologo

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Finisco di preparare le valigie: quelle mie e quelle di Mike.
Mia zia Betty mi sta aspettando giù in macchina e nel frattempo mio fratello sta giocando con delle macchinine che gli avevano regalato i miei genitori.

"Prendo tutto quanto non voglio lasciare niente zia, nemmeno le cose di mamma e papà"

"Certo tesoro, senza fretta."

Torno su e faccio un'altra valigia per le cose dei miei genitori: vestiti, accessori, foto...
Tutto quanto.
Non lascio neanche una briciola in giro.

Mi chiamo Victoria, ma quasi tutti mi chiamano Vic.
Frequento il quarto anno del liceo e abito a Washington, o meglio, abitavo.
Adesso andrò con il mio fratellino, a vivere da mia zia, la sorella di mia madre.

Un anno fa la mia vita precipitò.
Io e la mia famiglia stavamo tornando da un lungo viaggio da New York.
Mentre stavamo viaggiando, a un certo punto un camion colpì il lato guida della macchina; un incidente che, oltre a portarsi via l'auto, si portò via anche i miei genitori.

Successe tutto così velocemente che neanche avemmo il tempo di capire cosa stesse succedendo.
Fu un incubo e lo è tutt'ora.

Mi mancano così tanto che a volte li sogno la notte e quando mi sveglio comincio a piangere; non c'è giorno in cui non li penso.

Mike, il mio fratellino, ha 5 anni.
Quel giorno non smetteva di piangere.
Le ambulanze portarono via i miei genitori per provare a salvarli e mia zia ci accompagnò a casa, ma quando arrivò quella telefonata...
Quella maledetta telefonata.
I miei occhi si spensero, ed io caddi a terra e svenni.

Mio fratello essendo piccolo non è riuscito ancora a capire quello che è successo; ma meglio così, meglio che sorrida.

Mentre frugo tra i cassetti e prendo gli oggetti, trovo una foto della mia famiglia con un bambino, che non credo di conoscere.
Dopo aver preso tutto scendo le scale, prendo Mike in braccio e le sue macchinine che una volta erano di papà.
Salgo in macchina, carico i bagagli e partiamo.

Avevo tanti amici qua a Washington: la mia migliore amica Jessica, il mio migliore amico Philip, e tanti altri ricordi.
Del resto sono una ragazza molto socievole, mi troverò bene anche a Miami, ne sono certa.
Adesso è l'ora di dimenticare tutto di Washington, anzi, è l'ora di mettere tutto da parte nei miei ricordi, insieme a loro.

Sento la testolina di Mike scivolare sulla mia spalla.

<<Si è addormentato, che tesoro>> penso.

Lo sistemo più comodo e mi sistemo anch'io; il viaggio è ancora lungo.
Ne approfitto per chiedere se la zia sa qualcosa di quella foto perché proprio non riesco a capire chi sia questo bambino.
Io non sono e Mike non può essere perché altrimenti ci sarei anch'io.

"Ei zia"
"Dimmi tesoro"
"Sai mentre raccoglievo tutte le cose... Ho trovato in un cassetto una foto di mamma, papà e un bambino"

Cambia espressione, diventa più seria ma rimane vaga.

"Ehm... Ora non posso vedere, poi con calma guardiamo e ne riparliamo"
"Ah...okay"

La infilo nella tasca del giacchetto e mi rimetto composta.

Capisco dal suo atteggiamento che lei ne sa qualcosa ma non vuole dirmelo.
Ma perché?

<<Perché nascondermi qualcosa?>> mi chiedo.

Piano piano chiudo gli occhi e mi addormento per tutto il resto del viaggio.

<<Eppure ho come la sensazione che mi stiano nascondendo qualcosa di importante>>.

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