|| 7 Chapter ||

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Il sole era alto in un cielo limpido, risplendendo su tutta la radura. Un leggero venticello passava attraverso le piccole foglie, e germogli, ancora in crescita.

Il giovane si era inoltrato nella foresta, andando dritto verso una piccola sorgente calda naturale, ben nascosta in mezzo ai fitti alberi, con attorno un piccolo spazio di terreno che poteva consentire al giovane di muoversi con facilità.

Quel posto lo nominò il proprio posto segreto, nonostante fosse conosciuto da tutti i paesani.

Lo nominò in quel determinato modo, per  il semplice fatto che nessuno del villaggio l'aveva mai disturbato.
Lo lasciavano libero nell'esercitarsi nel trasformarsi o ad allenarsi. Lasciandolo tutto il giorno indisturbato, dal raccogliere foglie della stagione delle pioggie e i piccoli aghi degli abeti creando delle coroncine, all'oziare tutto il giorno nudo nelle acque calde vicine alla montagna.

Favorendo dell'assenza di ogni tipo di compito da fare nel paese, si rilassò per il piacevole contatto del liquido caldo al proprio corpo nudo.

Beandosi delle armoniose canzoncine fatte uscire dai piccoli becchi appuntiti dei piccoli volatili presenti intorno a lui, il naso già di per sé fine intercettò prepotentemente l'odore del legno e spezie con l'accenno delle foglie di Lauro e quella della pianta agrumata del Lime, facendolo girare all'istante nella direzione del proprietario di quel prepotente profumo.

Degli occhi rossi e una pelliccia nera erano a pochi passi  dal corpo pallido dell'omega.
La presenza del lupo, fece confermare al ragazzo dell'affidamento del proprio olfatto.

Si alzò da terra, precedentemente seduto, e andando incontro al giovane iniziò a ritrasformarsi.
Una volta nudo, pure l'uomo iniziò ad immergersi nell'acqua. Arrivato di fronte al giovane, decise di giocarci un pochino assieme: lo costrinse ad indietreggiare, per poi bloccarlo tra la parete e le proprie braccia muscolose per poi obbligarlo a guardarlo nei propri occhi, in cui vi rispecchiava divertimento.

Affondò il volto nel collo del ragazzo, prendendo una grande boccata d'aria inpregnata del dolce profumo dell'omega che emanava tranquillamente, senza sapere il vero significato dei propri gesti e quelle strane azioni e attenzioni che gli rivolgeva l'Alpha.

La mente dell'Alpha si fece un'allegra passeggiata, lasciando il proprio corpo ancora nell'acqua con il giovane.

Tornò bruscamente alla realtà per colpa di un fruscio dietro alle sue spalle. Girandosi verso la fonte, il riflesso di un raggio gli colpì immediatamente gli occhi, impedendogli di intercettare il soggetto di quel fastidio.
E un sgradevole odore entrò bruscamente nella sua mente facendogli perdere per qualche secondo l'orientamento.

Tutto ad un tratto finì. Scomparve immediatamente. Nessun odore. Nessun suono. E nessuna traccia del nemico.

Pronto per uscire fuori e inseguire il soggetto di quei fastidi, sembrando mai esistiti, lo trattennero dei piccoli e affilati artigli conficcati nel bicipite.

Il ragazzo aveva lo sguardo puntato davanti a sé, nella direzione dove quel fascio di luce colpì l'uomo.

Tutto il suo corpo si stava trasformando in dei spasmi. Le pupille tremolanti divennero sottili come quelli di un rettile. Dalla gola uscivano un qualcosa che doveva somigliare a dei ringhi, mischiati al respiro irregolare.

Gli artigli ancora conficcati nella carne iniziarono a scendere giù per il braccio, facendo fare all'uomo una smorfia di fastidio. Qualche goccia rossa intraprese il percorso dei graffi, per poi scivolare via nell'acqua.

Il ragazzo precedentemente stranito e quasi imbarazzo per le azioni del più grande, ora era una tutt'altra persona: stava diventando feroce.

I suoi istinti sempre stati sepolti dentro la pelle anche durante gli allenamenti, ora sembravano essersi risvegliati e uscivano dal corpo dell'omega come il sudore in un'estate afosa.

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