|| 8 Chapter ||

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Una serie di ululati si elevarono nel silenzio della notte.

Le luci delle case dell'est iniziarono ad accendersi.
Velocemente paura e smarrimento iniziarono a diffondersi nei cuori degli abitanti.

Come d'abitudine si svegliò bruscamente per colpa dei soliti incubi, e un brutto presentimento gli fece venire la pelle d'oca.

Abbassò la testa e rimase a fissare le proprie mani macchiate di sangue.

La vista si scurì.

Trattenne il respiro come da sua consuetudine.

È iniziò a leccare e baciare i dorsi delle mani. Avendo nella mente una costante immagine del suo passato e dei suoi modi nell'approcciarsi con esso.

"che orrenda abitudine che mi sono preso" sarebbero stati questi i suoi pensieri. Ma per essere uno come lui, quell'atteggiamento normale e quotidiano, era nulla in confronto ad altri.

Doveva considerarsi molto fortunato.

Quelle gesta che a chiunque risulterebbero strambe e imbarazzanti, per loro valeva lo stesso prezzo di uno schiavo, anche meno.

I movimenti leggiadri che continuava a ripetere, erano un'esatta rappresentazione di un drogato con la propria medicina. L'unica a "salvarlo".
Era dipendente dal passato.

Uno scoppio lo fece tornare alla realtà, e solo in quel momento si accorse che lo stava rifacendo.
Come sempre. Come ogni fottuto giorno del passato.

Voltandosi verso la finestra, si accorse che un'enorme incendio si stava dirigendo verso la sua direzione.

Vedendo che le persone si stavo dirigendo verso il centro, decise di seguirle.

Abbandonò l'appartamento e correndo a perdifiato, dietro gli abitanti tremanti, si accorse che le grandi fiamme si fermarono, non avanzando oltre.

Arrivati di fronte all'enorme cancello, le guardie presero immediatamente a  tranquillizzare i paesani per poi dargli gli ordini di disperdersi tra le varie case e barricarsi dentro. Infondo erano una grande famiglia, e per loro non era un problema chiedere di stare da qualcuno.

Gli ordini urlati a frenesia.

Lui era l'unico rimasto davanti al cancello.

Dei generali gli passarono accanto, lanciandogli qualche occhiata infastidita o stupore, ma principalmente gli riservarono strane espressioni non appena posavano gli occhi sui dorsi arrossati e umidi.

Una potente aura invase quasi l'intero villaggio.

L'Alpha era bello che arrabbiato.

Il suo odore rassicurò i paesani.
Erano in salvo.
Il loro capobranco era lì.

Ricontrollando velocemente le disposizioni, i turni e quanti generali e soldati erano lì a disposizione, si trasformò emettendo il solito suono delle ossa rotte.

Partì come una furia verso l'incendio, andando dritto verso il nemico.

In disparte, rimase imbambolato per la continua bellezza dell'uomo e l'organizzazione così spontanea di quel particolare branco.

Accorgendosi che non c'era più nessuno, tranne qualche curioso dalla situazione, decise di seguirli.

Arrivato di fronte alla propria casa, per prima cosa notò che era ancora intatta ma con alcuni profondi graffi sparsi sui muri di legno.

Uno scontro era in corso. Molti lupi lottavano contro altrettanti lupi.

In mezzo alla lotta, una figura in piedi, ritta e composta era di fronte a un'enorme lupo dalla pelliccia nera con occhi ricolmi di uno splendido rosso.

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