|| 10 Chapter ||

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Dopo aver imboccato le coperte ai loro piccoli cuccioli, i genitori diedero un piccolo bacio affettuoso su ogni fronte del bambino addormentato.

Un altro cucciolo si era aggregato in quella piccola famiglia: Kohaku, una piccola palla di pelo ambra, da cui deriva proprio il nome, di un anno di differenza rispetto ai due fratelli maggiori.

Gli occhi della madre iniziarono a brillare di varie emozioni contrastanti. Si stava trattenendo e dentro di lui stava diventando un vulcano pronto all'eruzione.

Il cuore iniziò a dolere e il respiro stava pian piano diminuendo facendo spazzo a silenziosi singhiozzi, trattenuti con fatica.

Il compagno lo guardò preoccupato.

Lo abbracciò di slancio, non trovando una minima reazione verso il minore.

Fermo nello stesso punto.
Gli occhi che passavano dai propri cuccioli a quelli preoccupati del compagno.
Si immerse in quel prato verde, restando come al sempre imbambolato a contemplarli per la loro magnificenza.

Lo abbracciò di conseguenza con un enorme sorriso insieme a dei lacrimoni a contornarli il volto.

Rimasero qualche minuto a passare in quella posizione, per poi spostarsi in sala.

Era stata una giornata lunga e faticosa, ma prima di concedersi il lusso del dormire, decise di andare a fare una piccola passeggiata nei pressi della montagna.

Reìm, dopo essersi accorto dei movimenti dell'amato, decise con prudenza di seguirlo.

Dopo aver camminato per un po', lo trovò seduto con le gambe a penzoloni ai bordi del burrone a guardare davanti a sé.

Davanti a loro si poteva ammirare un perfetto tramonto. Sotto i piedi, gli alti pini e il sole a sfiorare le loro punte.

Decise di trascorrere gli ultimi momenti della giornata col suo compagno, quindi si sedette vicino e mise la propria mano sopra quella fredda del ragazzo.

<<Reìm... Lo sai il significato del tuo nome? Rappresenta l'inizio... >>

Ha parlato

Fu il primo pensiero dell'Alpha.

Incapace di formulare qualche sillaba, il giovane continuò a parlare.

<<mi piace il tuo nome. Mi piace veramente>>

La sua voce risuonava in una dolce melodia malinconica.

<<Tu... Tu... >>

Si girò e di slancio si buttò.

L'Alpha prese un colpo e notò che pesava abbastanza.

Sorrise e prendendolo dai fianchi lo alzò da sé, che iniziò a ridere a squarciagola. Lo accompagnò nella risata.

Gli doleva la pancia, così smisero, e ognuno con i propri occhi lucidi, si alzarono sostenendosi a vicenda.

<<Parli... Tu parli! TU PARLI!!!>>felicissimo lo prese dai fianchi, per poi farlo alzare e vorticare tra il leggero vento precedentemente alzato.

Il ragazzo si fece scuro in volto. L'umore peggiorò ulteriormente con quella frase.

Notando il cambiamento improvviso, lo mise con i piedi poggiati sulla roccia.

Abbassò lo sguardo, per poi puntarlo ai vistosi colori di quel straordinario tramonto arancione.

<<Ti devo parlare...>>

Una lacrima dorata, audace, scese.

<<Devo parlare.>>

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