|| 12 Chapter ||

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<<Ok. Fine della storia>> chiusi l'enorme libro

<<Ehhhh. Ei, ma non puoi finire così>>
<<Già... Cosa ne è stato del ragazzo omega? >>
<<E del suo compagno?>>
<<E dei cuccioli? >>
<<E dai, dicci come va a finire... >>

Sono davvero vivaci...

Mi alzo dalla panca, ripongo il libro, e gli rivolgo un tenero sorriso.

<<Per oggi basta, dovete andare a dormire. Lo sapete, non si può infrangere le regole del coprifuoco. Continuiamo domani>>

<<Ancora un piccolo pezzo, per favore>> domanda Aina, una ragazza minuta e sempre affascinata da questa storia. Ogni volta è sempre più incantata da questo vecchio racconto, vuole sempre saperne il continuo.

Nessuno seppe come andò a finire effettivamente.

<<Non successe più niente Aina, smettila di essere così testarda>> come sempre molto gentile suo fratello.

Accarezzo a tutte e due la testolina castana e me ne vado a casa. È già sera e tra non molto le lucciole inizieranno a svegliarsi.

Questo villaggio è famoso per aver avuto un omega così forte, fino ad diventarne una specie di leggenda.

Ogni volta che la racconto mi vengono sempre brividi su tutto il corpo. Fa sbigottire questa storia, ma al tempo stesso da una carica per andare avanti in tutte le difficoltà presenti sul cammino.

In realtà c'è un altro minuscolo pezzo che non viene molto preso in considerazione, dunque non molto raccontato: questa storia la sappiamo solo da Reìm, il compagno del ragazzo omega, che è stato quasi obbligato a disperdere le tracce del suo compagno, ma decise di non seppellire i suoi ultimi ricordi con lui. Raccontò, narrò, e viaggiò. Condivise i piccoli pezzi del suo amore per vari parti del mondo, diventando talmente tanto famoso, da diventarne una leggenda.

Molte volte mi viene un flashback relativo all'omega, molto simile all'ultima parte del racconto: lui che sta sopra a questo burrone a raccontare la sua storia al compagno sofferente per le sue parole, e ad un tratto un buco compare al centro del petto, profondo e agghiacciante. L'Alpha che gli corre incontro ad afferrare il corpo morto. Nel suo racconto spiegava che era stato adottato, non sapeva le proprie origini, proprio come me. Infine aveva aggiunto che, molto prima degli esperimenti, gli fu strappata l'anima dal corpo per poi essere rimessa in quella di qualcun'altro.

Sono molte le volte in cui vedo queste immagini.

E le sue ultime parole pronunciate, perseguitano la mia mente, facendola logorare, convincendomi quasi di diventarne succube.

"E ora in questo memento stai raccontando la mai storia. La stai facendo leggere a moltissime persone.

E io ti ringrazio per esser stato per tutto questo tempo accanto al mio sofferente corpo."

Come se fossero rivolte a me.

Non so esattamente cosa significhi, ma spero che non interferisca più di tanto con la mia quotidiana e adorata vita monotona.

Quando l'Alpha seppe la vita passata del ragazzo, non aveva modo di sfogare la sua rabbia. Avrebbe messo l'intero branco in pericolo, soprattutto i suoi tre preziosi cuccioli, ultimi doni che il giovane si lasciò addietro.

Le sue lacrime iniziarono a cadere sottoforma di pioggia zuccherata. Dolci. Intrisi di grande dolore.

Provò molte volte a soccombere. Ma proprio le sue tre speranze e le immense glorie del compagno, lo salvavano dal continuo annegamento che andava in contro.

Quando alcuni mesi passarono dal seppellimento del corpo, una donna gli fece visita. Era tutto programmato. Era tutto secondo i loro piani. Era tutta colpa loro. Erano loro che lo fecero scappare, facendolo credere di essere riuscito a fuggire dal suo inferno. Avevano previsto tutto, anche il concepimento di esattamente tre cuccioli. Per loro non era un problema avere tre creature in più, dato che molti altri figli aveva avuto il ragazzo; tutti destinati a un singolo scopo: essere cavie da esperimento, da riproduzione per esaminare le varie razioni tra loro e alte creature, e da ostaggi per torturare l'omega.
Era solo un oggetto per esperimenti.
Era tutto un esperimento.
È così sarebbe stato tale anche dopo la sua morte.
Il piano degli umani, aveva proceduto tutto come volevano loro.

Non voglio ricordare cose così orribili, ma tutti noi siamo obbligati a sapere questa storia, anche i più piccolini devono sapere come può essere il proprio destino.

Sono davanti a casa mia, un vecchio capanno di legno, con le pareti ritagliate in modo elegante e grazioso.

<<Buonasera caro compagno>> mi saluta in modo scherzoso, il mio amato ragazzo.

Mi prende in braccio, e io mi aggrappo alle sue ampie spalle. Con affabilità mi accarezza la riccia chioma nerastra, identica ai miei occhi.

È sempre così amorevole e gentile con me.
Gli do un enorme e affettuoso bacio, ricevendone altrettanto da parte sua.

Lo amo davvero tanto. Spero che niente e nessuno ci separerà mai.

Gli rispondo in modo tenero e gentile.

<<Ciao Amil>>


Fine.

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