L'arrivo

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Madison's Pov
Dopo l'arresto dei miei genitori dovetti andare via da Seattle, le voci giravano troppo velocemente e ormai tutti mi guardavano come se fossi colpevole anch'io, quando invece era l'opposto visto che non avevo idea dei traffici di droga in cui era coinvolta la mia famiglia.

Vederli in manette dentro quella dannata auto mi  spezzò il cuore, da quel momento tutti mi voltarono le spalle...i miei amici non mi rivolsero più la parola e il mio ragazzo, Jacob, mi lasciò immediatamente dandomi della puttana drogata.
Rimasi totalmente scioccata dalle sue parole, tanto che promisi a me stessa di non fidarmi più di nessuno.

Non facevo altro che pensare a questo durante il viaggio nella limousine nera che mi portò davanti Pembrooke, il lussuoso condominio nel quale alloggiava la mia adorata cuginetta Veronica Lodge insieme ai miei zii Hermione e Hiram.

<<V: Mads!>>

Mi venne incontro e mi abbracciò stringendomi. Ormai non ero più abituata a un'accoglienza del genere, infatti ricambiai il gesto con gioia, inoltre non la vedevo da quasi un anno.

<<M: Ronnie mi sei mancata un sacco>>

<<V: anche tu, devo raccontarti un sacco di cose, ma prima entra>>

Annuii ed entrammo.

Dopo avermi mostrato l'appartamento andammo in quella che sarebbe stata la mia camera.

Dopo avermi mostrato l'appartamento andammo in quella che sarebbe stata la mia camera

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Rimasi a bocca aperta.

<<M: Ronnie è bellissima!>>

<<V: sapevo che ti sarebbe piaciuta>>

<<M: sei la mia cuginetta preferita>>

<<V: mi sembra ovvio, sono l'unica>>

Scoppiammo a ridere e ci sdraiammo sul letto.

<<M: allora, di cosa volevi parlarmi?>>

<<V: ho un ragazzo!>>

<<M: sono felicissima per te, come si chiama?>>

<<V: Archie Andrews, gioca a football, ha il capelli rossi, è gentile, dolce, furbo, intelligente...e ha un fisico da paura>>

<<M: siete già andati a letto?>>

<<V: beh, sì>>

Disse ridacchiando.

Adoravo mia cugina, non aveva problemi a parlare con me, non avevamo segreti tra di noi.

<<V: tra qualche giorno te lo presenterò insieme ai miei amici, penso che gli piacerai molto>>

<<M: lo spero...ti dispiace se ora vado a fare un giro? Non conosco ancora bene questa cittadina e vorrei imparare a orientarmi bene>>

<<V: certo, vai pure>>

Sorrisi e dopo essermi cambiata velocemente uscii e passeggiai per le strade di Riverdale.

A un certo punto arrivai davanti una strada con un serpente disegnato.

Ciò m'incuriosì abbastanza, così mi addentrai e mi ritrovai davanti a dei quartieri piuttosto malridotti...cominciai ad essere a disagio dato che mi guardavano tutti.

<<X: bene bene bene, che ci fa una northsider nel territorio dei Serpents?>>

Mi voltai verso il ragazzo.
Era davvero molto carino, cappelli castano chiaro e occhi verdi, ma non mi convinceva del tutto...

<<M: scusa, sono nuova da queste parti, ma non mi sembra di aver fatto qualcosa di sbagliato>>

<<X: il disegno a terra del serpente indica un confine che non deve essere superato...e me ne frego che dici ce sei nuova, non ti credo...ma come ti chiami?>>

<<M: Madison...Madison Lodge>>

All'improvviso mi prese per un braccio e mi scaraventò a terra. Wow, che bella accoglienza!

<<X: sei la nipote puttana di Lodge!>>

Mi punto un coltellino alla gola.

<<X: non hai idea dei danni che tuo zio ci ha causato>>

<<Y: Justin butta via quel coltellino ora. Sai che possiamo usare la violenza solo in caso di necessità, questa ragazza non ti ha fatto nulla, quindi lasciala in pace>>

<<J: andiamo Sweet Pea smettila, è la nipote di quel bastardo di Lodge, se lo merita>>

Il ragazzo dai tratti asiatici lo prese per il colletto costringendolo a mollare la presa su di me.

<<S: vai via, e non lo ripeterò un'altra volta>>

Justin lo spinse in modo che lo lasciasse e scappò lontano.

<<M: ehm grazie...>>

<<S: prego, ma evita di venire nel Southside la prossima volta>>

<<M: sì sì..va bene...mi dispiace ma non conosco ancora bene questa cittadina>>

<<S: va bene, tranquilla>>

<<M: ehm...cosa posso fare per sdebitarmi?>>

Sul suo viso comparve un ghigno, e sinceramente quella situazione stava cominciando a piacermi sempre meno.

<<S: tu cosa sei disposta a fare?>>

Puntò lo sguardo sulla scollatura della mia maglietta, gesto che mi diede molto fastidio.

<<M: okay, ascolta ragazzino, solo perché mi hai salvato la vita non significa che ti sia concesso farmi ciò che vuoi>>

<<S: uhu, calmati piccola, non ho intenzione di toccarti, o almeno, non ancora>>

Alzai gli occhi al cielo.

<<M: meglio se ora torno a casa>>

<<S: scusami bellezza, ma non posso farti andare da sola a quest'ora>>

In effetti il sole era già tramontato.

<<M: va bene>>

<<S: perfetto, ma prima ti porto in un posto>>

Feci spallucce e dopo aver indossato il casco salii sulla sua moto...

FINE PRIMO CAPITOLO



A Serpents not so bad // Sweet PeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora