Anche i ragazzi piangono

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Gli occhi puntati su una grande finestra, la tenda di un colore grigiastro molto chiaro, scostata in modo molto leggero, abbastanza per riuscire a vedere un quarto del paesaggio esterno.
C'era silenzio, le gocce scorrevano sulle vetrate.
I suoi occhi d'argento si illuminavano di immenso, il suo naso all'insù diventava sempre più rosso e piccoli diamanti d'acqua iniziavano a rigare le sue guance, per poi scendere sul collo, disperdendosi nel nulla.
'Anche i ragazzi piangono'
Pensava mentre quelle continuavano, incessanti a cadere.
'Ma perché piangono? La gente pensa ci sia sempre una un secondo motivo delle lacrime maschili, ma io non ne avevo'
Stava palesemente mentendo, ne aveva eccome.

Cico era sempre stato un ragazzo gioioso, vivace e allegro, era stato un punto di appoggio per le persone che stavano vivendo momenti brutti, ma lui era il primo ad averne.
Una volta era molto più felice, ma quel maledetto 16 maggio, così imprevedibile, così doloroso.
Aveva un fratello.
Un giorno tornava da scuola come tutti gli altri, stessa via, stesso passo, stesso sguardo.
In lontananza sentiva varie sirene ma non faceva caso a quei rumori che disturbavano la sua quiete, non sapeva cosa lo aspettasse.
Non appena la casa arrivò in prossimità della sua vista, i suoi occhi si sgranarono e il cuore accelerò notevolmente, cominciò a correre per capire cosa fosse successo, ma forse sarebbe stato meglio se non l'avesse capito...
Era pieno di ambulanze, non sentiva più niente, piccole gemme cadevano dai suoi occhi.
Corse più veloce, lo scenario era tremendo, la madre piangeva sulla spalla del padre che sembrava anch'egli stare per scoppiare, tra tutta quella gente mancava qualcuno, suo fratello.
I suoi occhi diventarono quasi trasparente e il suo volto sbiancò talmente tanto da sembrare un cadavere.
"M-m-mamma?" Disse con un nodo doloroso in gola
"Dov'è Gio?" Continuò
"Tesoro, entra in casa, mangia qualcosa se hai fame e aspettami in camera" disse il padre guardandolo con uno sguardo che cercava compassione, affetto.
Cico non fiatò, entrò a testa bassa in casa, non si diresse nemmeno verso il tavolo, attraversò la porta della sua camera, appoggiandosi sul letto, distrutto.

Anche i ragazzi piangono
Già, anche i ragazzi hanno dei sentimenti, anche i ragazzi soffrono, anche se spesso non lo dimostrano, anche se frequentemente si mostrano grandi e forti, ma infondo sono solo dei bambinoni sul punto di piangere.

Strecatto, invece, continuava a studiare da ore, buttato su quei vecchi e pesanti libri, non aveva altro da fare, non voleva fare altro.
Continuava a tracciare linee in modo ordinato formando delle lettere.
Aveva una calligrafia a dir poco stupenda, così ordinata, così perfetta.
Non si sentiva nessun rumore, se non quello della pioggia.
Sbatteva le palpebre in modo leggero, osservando ininterrottamente il foglio dove stava appuntando i concetti principali, quando una notifica fece vibrare il suo cellulare, era la ciliegia.
Stre si affrettò a sbloccare l'oggetto correndo a visualizzare il messaggio, un audio:
"Heyyy Streeeee, ti va di venire da me? Stasera? Mangiamo una pizza insieme, che ne pensi?"
Beh non era un offerta rifiutabile!
Il confetto scrisse un si, riportando gli occhi sul foglio.
Trrrr*
Aveva vibrato di nuovo!
"Quindi a stasera, 20:30 puntuale!"
Stre sorrise leggermente riponendo il telefono da parte e finendo i suoi compiti.

Spazio autrice
Hey amici! Eccomi qui, che ne pensate? Spero vi piaccia, l'ho iniziato a scrivere ieri e non sapevo cosa fare, quindi come al solito mi sono inventata qualcosa, comunque scusate se faccio capitolo molto brevi ma vi prometto che ci saranno anche quelli mooooolto più lunghi.
Detto questo al prossimo capitolo!

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