Capitolo 7

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Wade aspettava Peter in macchina, stava per cominciare una nuova vita. 
Peter l'aveva presentato ai suoi genitori, ma si sentiva ancora incredibilmente nervoso intorno a loro. 

Steve caricò l'ultimo scatolone nella macchina blu, Morgan, aggrappata al fratello, piangeva sulla sua spalla e Tony, stringendo la mano del marito, guardava i suoi figli. Era la stessa scena che si ripeteva tutte le volte che Peter si allontanava da casa.


Wade seguì Peter nella sua nuova casa. La casa era piccola, c'era solo una camera da letto e la cucina era abbastanza grande per una persona alla volta. In compenso il soggiorno era spazioso e, in estate, illuminato dalla luce naturale del sole che entrava dalla grande finestra. 

Peter si sedette sul divano blu prendendo il volantino della pizzeria da asporto dietro casa loro. 
Rimasero a mangiare seduti sul divano, guardando la televisione, mezzi addormentati, fino a quando Peter si risvegliò dalla trance.
"Che giorno è oggi?" chiese, con un tono di agitazione nella voce.
"Giovedì, perchè?" rispose Wade preoccupato

Peter si alzò dal divano e corse in camera a prendere lo zaino di scuola.
"Oh merda oh merda oh merda"
Quando gli serviva qualcosa non c'era verso che lo trovasse. Peter correva per tutta la casa, che mai gli era sembrata così infinitamente grande e Wade lo seguiva a ruota, cercando di capire cosa gli stesse passando per le testa. 
"Si può sapere cosa è successo?" chiese Wade leggermente preoccupato.
Peter lo guardò, svuotando il contenuto dello zaino sul tavolo.
"Mi sono totalmente dimenticato di dover scrivere un saggio di circa tremila parole"
Peter tamburellava le dita sul tavolo, mentre aspettava che si accendesse il computer
"E per quando devo scriverlo?" Chiese Wade incuriosito.
Non sapeva molto della scuola, aveva abbandonato gli studi appena ne aveva avuto l'occasione.
"Devo consegnarlo per mezzanotte"
I ragazzi si voltarono verso l'orologio da parete. Segnava le undici meno dieci. 
"Ce la possiamo fare! Ora ti preparo il caffè e se mi dici dove e cosa cercare, posso provare ad aiutarti, anche se ad essere sinceri, non ho la minima idea del significato di tutte queste parole e formule." 

Mancava un minuto a mezzanotte quando Peter finì di digitare l'indirizzo email del prof, allegando il file. Appoggiò la testa al tavolo, stremato. Aveva più caffeina in corpo che sangue, ma si addormentò comunque con la testa appoggiata alla tastiera.
Quando Wade tornò dalla cucina, il ragazzo aveva già digitato involontariamente un'intera pagina di g.
Wade sorrise. "Oh Baby Boy" 
Prese in braccio il ragazzo, portandolo a letto, tornando poi in salotto per sistemare i libri di Peter. 


Erano passate già due settimane da quando erano ritornati a Cambridge. Le loro giornate erano monotone, Peter andava a scuola, tornando nel pomeriggio e Wade lo aspettava a casa. 
Solo nei weekend facevano qualcosa di interessante, e per interessante intendevano ordinare cibo da asporto e bevendo birra in divano. 

Quel sabato era come tutti gli altri. Sul pavimento del salotto c'erano i contenitori del take away di un ristorante cinese. Il tavolino invece si stava riempiendo di bottiglie di birra ormai vuote.
Peter si sentiva strano, particolarmente allegro. 

"Wade?" scosse il braccio del più grande "Posso chiederti una cosa?"
Wade annuì. "Sei libero di non rispondere, se non vuoi"
"Cosa..cosa ti è successo sulla pelle?"

Lo sguardo di Wade si spense, ma decise comunque di rispondere. 
"Avevo quattro anni quando mio padre abbandonò me e mamma. Mamma non poteva e non voleva tornare dai nonni, loro gliel'avevano detto che papà non sarebbe rimasto. Mi ha cresciuto lei, tra un lavoro e l'altro, ma non era abbastanza. Ha venduto la nostra casa per affittare una piccola stanza-appartamento. Lavorava tutto il giorno e io stavo con la vicina, ma un giorno la fabbrica dove lavorava chiuse e mamma perse il lavoro. Era giovane, senza titoli di studio e non riuscì a trovare un nuovo lavoro. Fummo sbattuti fuori casa e per due anni abbiamo vissuto per strada, fintanto che mamma non trovò un nuovo fidanzato che ci ospitò a casa sua. Era tutto troppo bello per essere vero. E infatti iniziò presto a essere violento nei confronti miei e..."
Wade rabbrividì ricordando la sensazione delle mani di Jack sul suo corpo. Sospirò rumorosamente. "...e abusò numerose volte non solo di me, ma anche di mamma. Avevo undici anni, ma riuscii a convincere mamma a scappare e a denunciarlo. Jack venne processato e noi vincemmo la causa. Fu condannato a cinque anni di carcere. Cinque anni in cui io e mamma eravamo riusciti a ricostruirci una vita, avevamo affittato un piccolo appartamento, io studiavo e dopo scuola lavoravo per darle una mano. Ma poi Jack venne scarcerato. Non era contento di cosa gli avevamo fatto io e mamma e...decise di darci fuoco, letteralmente. Stavamo dormendo, mi ricordo di non riuscire a respirare per il fumo e di ave cercato di scappare. Rimasi intrappolato tra le fiamme, cercando di salvare mamma. Ma quando arrivai da lei, lei era già morta. Rimasi con lei, facendomi consumare dalle fiamme, ma arrivarono giusto in tempo per salvarmi. La mia vita non aveva più senso. Non avevo più nessuno. Tutti sono spaventati dal mio aspetto e da me. Tutti tranne Jody e te. Ma Jody non mi ha mai visto in faccia, aveva perso la vista pochi mesi prima di conoscermi, altrimenti sarebbe scappata anche lei."

Gli occhi di Peter si riempirono di lacrime nell'ascoltare il racconto di Wade. Non sapeva cosa dire. Mise semplicemente una mano sulla coscia del più grande. 
Tra le lacrime sussurrò: "Giuro che smetterò li lamentarmi ella mia storia d'ora in poi" facendo sorridere Wade che, incuriosito, gli chiese: "Perchè cosa nascondi, Baby Boy?"

Peter sospirò, non gli piaceva parlare del suo passato, ma se ce l'aveva fatta Wade, chi era lui per non riuscirci?
"Avevo cinque anni quando mamma e papà sono morti in un incidente aereo. Sono andato a vivere con zia May e zio Ben, erano i miei tutori legali. Ero felice con loro. Ma a undici anni, una sera, stavo tornando a casa con lo zio, era il suo anniversario di matrimonio. Due uomini armati ci fermarono mentre camminavamo in un vicolo e ci chiesero tutti i soldi, puntandomi una pistola contro, ma zio Ben rifiutò e si gettò davanti a me quando l'uomo premette il grilletto. 
Dopo quell'episodio vissi con zia May, ma lei non era la stessa. Casa non era più casa. E Tony lo aveva notato subito. In quel periodo aveva appena iniziato a frequentare Steve, ma non era nulla di serio. Io passavo sempre più tempo nel mio rifugio, da solo. A tredici anni Tony mi ha adottato e pochi anni dopo anche Steve salì a bordo, sposandosi."

Peter si sentiva stupido, aveva sempre pensato che la sua infanzia fosse la peggiore di tutte, ma quella di Wade era stata mille volte peggio.

Wade lo accolse tra sue braccia lasciandogli un dolce bacio sulla testa, cullandolo fino a quando Peter si addormentò.

Beauty lies in Small Things-SpideypoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora