Peter fermó la macchina nel grande parcheggio di cemento. Conosceva bene quel posto. Davanti a lui c'era un'alta recinzione elettrificata, che circondava tutto il perimetro del carcere.
Erano già cinque mesi che Wade era rinchiuso in quel blocco di cemento e Peter lo andava a trovare ogni mese, puntualmente il secondo sabato alle tre in punto. Wade aspettava solo quel momento. Se gli altri detenuti contavano i giorni al loro rilascio, Wade contava i giorni fino al prossimo incontro con Peter.
A Peter mancava la presenza di Wade in casa. Gli mancava quando provava ad aiutarlo con i compiti, gli mancavano le loro serate sul divano e le loro maratone di film.
Peter entró nell'edificio chiedendo di Wade dopo che le guardie gli fecero i controlli con metal detector e gli diedero il solito tesserino con la scritta VISITATORE in rosso.
Peter si sedette al solito posto, aspettando che Wade arrivasse scortato dalle guardie.
Quando Wade arrivó, sedendosi dall'altra parte del pannello di vetro rispetto a Peter, entrambi presero ma cornetta del telefono. Wade aveva una tuta arancione e delle manette che gli bloccavano i polsi e le caviglie. Sorrideva. Non si aspettava la visita di Peter per quel giorno.
"Wade" sussurró Peter guardandolo negli occhi.
"Baby Boy" sorrise Wade "cosa ci fai qui?"
Peter avrebbe voluto poterlo abbracciare. Gli mancava la sensazione di sicurezza che provava quando stava tra le braccia possenti di Wade.
"Ho una buona notizia"
Gli occhi di Wade si illuminarono.
"Spara"
La guardia che stava in piedi dietro a Wade li fulminó con lo sguardo mentre Peter sgignazzó.
"Non la migliore scelta di parole ma ok... Quindi torniamo a noi, ultimamente Pepper ha lavorato giorno e notte sul tuo caso ed è riuscita a garantirti una riduzione della pena."
Wade non poteva credere alle sue orecchie.
"Il mese prossimo sarai fuori di qui, potrai tornare a Cambridge con me e lì sarai ai domiciliari fino alla fine della condanna" lo sguardo di wade si spense , sperava di poter essere finalmente libero "ma sarai a casa nostra, con me"
I due sorrisero e Wade appoggió la sua mano sul vetro di fronte a lui, aspettando che Peter facesse lo stesso.
"Mi sei mancato Baby Boy" sussurró prima che le guardie lo portassero via.Peter stava in piedi appoggiato alla macchina nel parcheggio del carcere. Quel giorno dopo sei mesi avrebbe finalmente abbracciato il suo Wade.
Wade uscí dal cancello, dove salutó le guardie prima di diregersi verso la macchina blu elettrico di Peter. A Peter tremavano le gambe: non poteva credere che il momento che aveva atteso per sei lunghi infiniti interminabili mesi era finalmente arrivato.
Wade indossava la sua solita felpa nera con il capluccio tirato sulla testa e dei jeans blu. In mano teneva una busta di plastica con il suo telefono e l'orologio.
Peter gli corse incontro gettandogli le braccia al collo quando lo raggiunse, Wade lo sollevó da terra e giró su sè stesso stringedo la vita sottile di Peter tra le sue braccia.
I loro visi erano incredibilmente vicini e i loro nasi si sfioravano. Peter staccó la presa da dietro il collo del piú grande facendo come per togliergli il cappuccio. Wade allontanó il capo.
"Shh.. è tutto ok" disse Peter facendo scivolare il tessuto nero dalla testa di Wade, lasciando scoperto il capo. Prese le mani di Wade che riposavano nelle tasche dei jeans e se le appoggió sui fianchi, circondando il collo di Wade con il braccio sinistro, avvicinando i due corpi, mentre con la mano destra accarezzava la pelle bruciata della testa e del viso di Wade. I loro nasi si toccarono. Erano incredibilmente vicini.
Wade si abbassó facendo premendo le labbra su quelle di Peter, che ricambió il bacio, lasciando alla lingua del più grande accesso nella sua bocca.
Si staccarono, senza fiato, quelle che sembravano ore dopo.
"Andiamo a casa, che ne dici?"Peter guidó fino a Cambridge con una mano di Wade che stringeva la sua coscia.
Arrivarono di fronte alla porta di casa in silenzio, Peter inserí la chiave nella serratura e aprí la porta.
"Casa dolce casa" sospiró.
Wade sbattè la porta dietro di loro, ladciando cadere a terra le borse che teneva in mano e spinse Peter contro alla parete dell'entrata, chinandosi sulle sue labbra mentre gli accarezzava il volto. Peter inizió a gemere quando, accarezzandogli i fianchi da sotto la maglietta, Wade inizió a baciargli il collo. I due si staccarono solo per togliersi le rispettive magliette e gettarle a terra. Peter inizió a slacciare la cintura dei jeans di Wade, lasciandolo in boxer e sperando che anche lui facesse lo stesso. Quando si furono rimasti in boxer, lasciando tutti i vestiti soarsi per il pavimento, Wade prese in braccio Peter, che avvolse le gambe intorno alla vita del piú grande. Wade lo portó in camera, facendolo stendere delicatamente sul letto. Il piú grande inizió a baciargli l'addome mentre Peter gli accarezzava il capo.
"Wade" disse Peter in un gemito "muoviti"
Wade lo guardó. "Sicuro?"
Peter annuì ansimando. Voleva amare Wade, voleva essere un tuttuno con lui e ormai non poteva più aspettare.Wade si lasció cadere sul letto di fianco a Peter che si raggomitoló sul suo petto. La fronte di Peter era imperlata di sudore mentre sulle sue clavicole stavano già iniziando a vedersi i segni che gli aveva lasciato precedentemente Wade.
"Wade?" Peter richiamó l'attenzione del piú grande, che gli rispose con un assonnato "mh?"
"Io... ti amo Wade" surró quasi impercettabilmente.
Wade gli accarezzó i morbido capelli castani e gli rispose "Ti amo anche io Baby Boy"
Peter inizió a percorrere con l'indice le cicatrici sul petto di Wade, ogni tanto perdendosi e segnando i suoi addominali scolpiti, che in quegli ultimi mesi erano diventati ancora più visibili.
"Peter?" Peter sollveó lo sguardo "perchè?"
Peter gli rivolse uno sguardo interrogativo. "Perchè lo fai? Perchè mi ami?" Peter sorrise mentre gli accarezzava una guancia "Guardami, nessuno sarebbe mai in grado di amarmi"
"Wade" Peter sospiró "a volte la bellezza sta nelle piccole cose"
STAI LEGGENDO
Beauty lies in Small Things-Spideypool
FanfictionUn'infanzia difficile, ecco cosa accomunava Peter e Wade. Al di la di questo le loro vite non potevano essere più diverse. Diverse, ma ugualmente e inspiegabilmente intrecciate.