Arrivata finalmente in dipartimento senza ulteriori intoppi, entro e vado di corsa nell'ufficio del professore Corelli. Lo studio ha la porta aperta come sempre, infilo la testa e senza nemmeno alzare lo sguardo saluto : «Buongiorno prof »
«Buongiorno dottoressa, si accomodi.»
Il professore non è mai così formale.
Entro e guardo meglio nella stanza e vedo che c'è qualcuno seduto davanti al professore, due uomini e sono due carabinieri. «La stavo aspettando. Le volevo presentare il capitano Macchiarini. Come lei sa, dottoressa, io collaboro con l'Arma, svolgendo specifiche analisi sotto richiesta. Ora è arrivato il suo momento. La collaborazione passa a lei.»
Ho le guance in fiamme, le dimostrazioni di stima da parte del professore mi colgono sempre di sorpresa. Mi volto a guardare il capitano che mi ha appena presentato il professore e mi gelo. Avete presente quella cosa del sistema nervoso simpatico adibito alla nostra sopravvivenza con fuga e attacco ? Bene. Ora vorrei fuggire, a gambe levate. Ma sono praticamente congelata. Il capitano si alza, è davanti a me e ricambia il mio sguardo . Alza un sopracciglio e mi porge la mano.
«Signorina?» chiede
«Dottoressa Macchione, Andrea Macchione. » interviene il prof per spezzare l'inquietante silenzio che si era venuto a creare.
Il capitano, ha il labbro superiore leggermente increspato in un mezzo sorriso. Si passa un dito sulle labbra, il maledetto. Mi ha riconosciuto.
«Ho l'impressione di averla già vista, dottoressa.» aggiunge.
Ho la bocca asciutta. Non riesco a formulare una frase. Di nuovo scende quell'assordante silenzio.
Mi faccio forza. Respiro profondamente, sorrido e rispondo. « Chissà può darsi. Questa è una piccola città in fondo.»
« Già, proprio piccola.» risponde lui.
Però non posso fare a meno di sentirmi turbata e inquieta. Quest'uomo è inquietante. O meglio non so, è solo che non riesco a lasciargli andare la mano, mentre sono persa in quegli occhi scuri di cioccolato. Risvegliandomi dal mio torpore, lascio la presa come se ne fossi rimasta scottata.
Mentre il professore continua a spiegarmi in cosa consiste la collaborazione con l'Arma imi ritrovo più volte distratta a spiare quelle labbra. La sensazione è ancora piuttosto viva.
Ed è strana, proprio alla bocca dello stomaco.
Una volta conclusa la spiegazione e di decantare le mie lodi, mettendomi ancor di più in imbarazzo, il professore ci chiede di raggiungere la sala strumentazione. Io e il capitano, da soli. Pare che l'analisi debba essere fatta su un campione di acqua di un fiume della zona, dove stanno morendo i pesci.
«Quindi lei è una dottoressa in chimica. Non va in giro a baciare sconosciuti, per lavoro.» è proprio lui a rompere il silenzio e dirimere, così, ogni possibilità che non mi abbia riconosciuto.
« Già. Anche lei, però, va in giro a baciare sconosciute.» dico, sorridendo, cercando di stemperare il clima parecchio difficile che si è creato.
« Io sono stato baciato.» Alzando le mani in segno di resa, posa su di me uno sguardo intenso. Che vuol dire? Che può andare in giro a rispondere al bacio di una sconosciuta. Io lo so che ha ricambiato. Stringo gli occhi. Chi si crede di essere.
« Allora, ha detto che nelle acque di questo fiume muoiono stranamente dei pesci.»
« Sì, così ci è stato riferito.»
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Questione di chimica
ChickLitAndrea, dottoranda in chimica e femminista convinta incontra un bel capitano dei carabinieri con cui dovrà collaborare per risolvere un omicidio. Le indagini e l'attraente capitano daranno alla vita della bella dottoressa nuovi stimoli e la coinv...