Parte 6

136 9 43
                                    


Ormai so tutto sul diazepam, dopo aver passato l'intera notte a leggere gli articoli e nonostante sia un ottimo sedativo io non ho chiuso occhio.

 Ho finito, posso andare in dipartimento e consegnare con un giorno di anticipo. Sono riuscita a tenere fede al mio programma. Wow, mi sento grande!

La Megera non potrà obiettare. Ho fatto oggettivamente un bel lavoro.

Il mio senso di inadeguatezza è per il momento sotto controllo. Appena arrivata,  passo dal gas cromatografo e faccio partire l'analisi in programma, per poi andare, correndo, dalla Megera. Come sospettavo, Samantha è con lei.

Le consegno il lavoro. Lei lo legge e comincia a correggere la posizione delle virgole, chiedendo supporto a Samantha. Inizia a contestare ogni termine usato, ritornando poi sulla mia scelta. L'inglese scientifico è poco democratico. È difficile trovare altri termini adatti, per sua sfortuna.

Come ci sono finita, così. Davanti ad una strega che non fa che correggere le virgole, solo per esaltare il suo potere. Quando ho scritto la tesi il professore mi disse che non aveva dovuto correggere nulla, perché era scritta benissimo. Anche al concorso per l'ammissione al dottorato ho ricevuto i complimenti dai professori che mi hanno esaminato per l'elaborato ben costruito e un brillante orale. Ed ora mi trovo a sentirmi una specie di fallita con questa strega e la sua protetta, solo perché non sono nelle sue grazie. Cosa è andato storto essenzialmente nella mia vita e perché?

È inutile pensarci, ora mi interessa solo uscire da questa stanza al più presto e andare a finire le analisi per il capitano Machiavelli. Sorrido nel pensare al soprannome azzeccato. Ho una specie di fissazione per i soprannomi. Mi alzo, cercando di porre fine alle elucubrazioni logorroiche della Megera.

«Se qui ho finito, io andrei. Ho del lavoro che mi aspetta al gas cromatografo.»

«Va bene, vada pure.» Dice controvoglia la Megera. Probabile che il suo intento fosse tenermi lì per un'altra oretta. Io odio stare in quell'ufficio. Al contrario dello studio del prof, la scrivania della Megera è il regno dell'entropia perfetta, del caos primordiale. 

Mentre parla con te lei fa un miliardo di altre cose, chatta con il telefono, con il computer e poi scrive sulla sua agenda appunti incomprensibili, che non ricorderà mai cosa volessero dire.

E le piace avere gente intorno. Parlare continuamente. Così, mentre tu sei lì, arriva il tecnico del microscopio atomico, o quello dell' NMR, in un continuo viavai e lei dimentica cosa ti sta dicendo. É l'anticristo del metodo scientifico.

Non che io sia la nuova Marie Kondo e che abbia abbracciato l'ordine come mia religione, ma anche io ho un limite, soprattutto quando lavoro.

Il mio quaderno di laboratorio è il più immacolato di tutto il dipartimento. Sono precisa, metodica e formale. Sul lavoro, almeno. Il mio quaderno ha un indice così da ritrovare tutto, per argomento o data, e ovviamente le pagine sono numerate.

La mie amiche mi prendono terribilmente in giro per questo. Ma non ci posso fare niente. Mi piace avere tutto sotto controllo in ogni momento. Che male c'è a voler essere precisi? Il problema è che nella mia vita, oltre alle mie analisi e ai miei appunti sotto controllo, non c'è nulla.

Sono ostaggio di questo lavoro che non avrà mai uno sbocco. La Megera mi terrà quanto le sarà possibile qui a non fare nulla di eclatante. Per scrivere review, articoli, perché sono brava e per fare le analisi cromatografiche per tutti, perché sono l'unica ad andare veramente d'accordo con gas-cromatografo e HPLC. Ma non metterà mai il mio nome per primo, non mi manderà a convegni importanti, e continuerà fino a che non sarò vecchia e decrepita senza alcuna possibilità di carriera da nessun' altra parte.

"Andrea, smettila, ancora devi finire il dottorato e poi ora hai la collaborazione con i carabinieri. Smettila di lagnarti!"

Controllo le analisi che potrei aggiungere, sembra che le classiche non diano alcun risultato, del resto se le aveva già fatte l'ARPAT. Ho il vantaggio di avere una strumentazione più sofisticata e nuova.

Vediamo, posso cercare i PFAS, i perfluoroalchilici.

Concentrati. Forza, potrebbe essere la mia occasione per uscire dall'ombra, dopotutto il prof me l'ha passata apposta. Allora, rendiamolo orgoglioso.

Venerdì ho fatto tutte le analisi possibili e immaginabili su quell'acqua, ma non ne è venuto fuori nulla di che.

Decido di parlarne con lui, che per caso oggi è apparso in dipartimento.

«Buongiorno prof, come mai tra noi.»

«Buongiorno mia cara, ti svelerò un segreto, questa idea della pensione non è proprio favolosa come sembrava. Stare a casa sempre con mia moglie è un po' sfiancante.»

«Lo credo. Venga con me. Ho giusto un lavoro per lei.»

« Sia ringraziato il Signore!»

«Non la facevo così credente, prof.»

«Infatti, non lo sono e lo sai perfettamente, solo che alcune volte le liberazioni assumono un aspetto mistico.» Scoppiamo a ridere.

 Lo conduco al gas cromatografo.

Gli mostro le analisi fatte.

«È fantastico. Sei stata molto scrupolosa e brava. Sapevo di poter contare su di te.»

Quest'uomo riesce sempre a far diventare le mie giornate migliori. Mi sento davvero meglio.

Discutiamo ancora delle analisi e di alcune teorie. Conviene con me che sarebbe necessario prendere un campione del terreno più fangoso dal fiume. Potrebbe essersi depositato qualcosa che invece nell'acqua non è rimasto. Decido che domenica andrò a prendere quel campione.  Mi porto avanti, controllando i pullman per la zona e i loro rispettivi orari. Il prof si dispiace di non potermi accompagnare, ma quel giorno è invitato a pranzo dalla figlia.

Provo anche con le ragazze e i miei super amici vicini di casa. Ma nessuno di loro è disposto ad accompagnarmi . Tornano tutti a casa, i fedifraghi.

Io invece non lo faccio. Un po' perché spero di poter rimandare la discussione con i miei su "cosa hai veramente intenzione di fare da grande",e un po' perché voglio finire il lavoro. Quei poveri pesci morti sono, diventati, una mia priorità. Oppure lo è diventato apparire in gamba a quell'antipatico del capitano?

Questione di chimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora