Parte 8

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È già martedì e devo portare i risultati al capitano. Vado in caserma io, sono un po' ansiosa. Mi riceve subito, e lo trovo in compagnia di una bella donna.

«Dottoressa, buongiorno.» mi dice.

«Buongiorno a lei, capitano.» rispondo.

«Quanta formalità.» dice invece la bella donna.

« Dottoressa Macchione, le presento l'avvocato Fittipaldi.» dice il capitano.

L'avvocato mi porge la mano dicendo:« Piacere dottoressa, io sono Elena, la fidanzata del capitano.»

Ecco, bene. Le porgo la mano con un largo sorriso. Anche se dentro mi muore qualcosa. Avevo davvero pensato che potesse esserci qualcosa tra me e il capitano. Mi sento proprio un'idiota.

« Ora vi lascio. So che dovete parlare di lavoro.» aggiunge Elena « Andrea, ci vediamo dopo.»

Io la guardo perplessa, mi giro e riesco a cogliere che lo sguardo di Elena era rivolto al capitano. Si chiama Andrea anche lui.

«Capitano si chiama Andrea? Come me » dico subito, come se fosse la scoperta del secolo.

«Credo che sia lei a chiamarsi come me. È una questione di età.»

«Vero. Lei è sicuramente più vecchio.»

« Dottoressa, è venuta fin qui per insultarmi?» chiede, le labbra increspate in un mezzo sorriso.

« Più o meno. Scherzo.» dico sorridendo, in realtà vorrei insultarlo veramente. È fidanzato. E ha ricambiato il bacio. «Ho cercato di pensare fuori dagli schemi normali. Visto che tutti e due eravamo convinti di un cadavere. Ho cercato l'adipocera. Come risultato del processo di saponificazione e... »

Metto un po' di suspence. «Bingo! L'ho trovata!»

«Perfetto, dottoressa.» Lo dice stringendo gli occhi come a voler indagare se sto mentendo o altro.

Non so cosa abbia fatto di sbagliato ma è di nuovo scostante. Un leggero caso di bipolarismo?

Cala il silenzio. Lo rompo.

«Ok, le lascio la relazione. Sono sicura che saprà cosa fare.» dico

Lui annuisce e non dice nulla. Poggio la cartellina sul tavolo. Ora sono abbastanza vicina da leggere una strana tensione sul viso. Forse non voleva sapessi che è fidanzato.

Mentre faccio per andare via non resisto e dico: «complimenti, la sua fidanzata è una donna molto bella.»

Lui sembra accusare il colpo ma non dice nulla.

Io continuo : « Non gli ha accennato il nostro piccolo incidente, vero?» Non so perché l'ho chiesto. È stato più forte di me.

Lui impallidisce ma dice: « Avevamo detto di non parlarne più o sbaglio? » con un tono così aggressivo che mi mette a disagio.

«Certo, certo. Mi scusi. Solo mi chiedevo se l'avesse fatto, se avesse detto alla sua fidanzata di aver ricevuto e contraccambiato un bacio da una sconosciuta in una pizzeria.» È la prima volta che parlo ad alta voce del fatto che abbia contraccambiato il bacio e decido di farlo oggi. Devo lavorare un po' sull'autocontrollo, sembra gli stia facendo una piazzata. Che diritto ne avrei?

«Dottoressa, mi creda, non sono affari suoi. Se non deve comunicarmi altro sulle analisi, la faccio accompagnare fuori dalla caserma.»

«Trovo la strada da sola, non si preoccupi. Arrivederci.»

« Arrivederci, dottoressa.» dice con la mascella serrata e gli occhi stretti.

Ad un tratto non è lo stesso capitano con cui ho passeggiato nel Parco Fluviale. Sembrano proprio due persone diverse. Come Dr . Jeckyll e Mr. Hyde. Se non è bipolarismo questo.

Rientro in dipartimento con una strana sensazione nel cuore e nella testa. Ho permesso ad un perfetto sconosciuto con cui sarò costretta a lavorare di modificare il mio stato d'animo. Amalia direbbe che nessuno può realmente modificare il nostro stato d'animo a meno che non glielo concediamo noi. Ed è vero. Glielo ho concesso io. Perché l'ho fatto? Non lo so. Cosa mi ero immaginata. Non ho idea.

Mi dirigo nuovamente in dipartimento. Incontro subito la Megera. Non una grande cosa per il mio stato d'animo già messo a dura prova.

«Andrea » mi dice « venerdì vorrei che andasse a Pisa per partecipare ad un mini convegno. Mi piacerebbe andare personalmente ma non posso. »

Questo vuol dire che sarà una cosa noiosissima senza alcuna importanza. A me fa piacere cambiare aria.

« Certamente dottoressa. Di cosa si parlerà?»

« Dell'AI e del suo utilizzo in farmaceutica. Vista la sua tesi di dottorato mi sembrava attinente. Può preparare anche un piccolo intervento se le va.»

Per un pazzo che si infuria c'è ne almeno un'altra che si calma. Deve essere la legge della compensazione.

«Certo, mi fa molto piacere. La ringrazio per l'opportunità»

«Di niente.» e si allontana « ah proposito, la review era fatta bene.» dice quasi scomparendo, come se le parole non dovessero sostare più di tanto.

Bene, allora ogni tanto anche io faccio qualcosa di buono, a quanto pare.

Mi precipito in ufficio a scrivere l'intervento che porterò a Pisa, in realtà è già quasi pronto. L'ho usato ad un altro convegno con il prof a maggio.

Ma mentre sono al computer a correggere la presentazione sull'uso dell'intelligenza artificiale in farmaceutica il mio pensiero va al capitano. Mi piacerebbe avere il potere di restituirgli quella confusione che ho provato io. Ma poi cosa mi aspettavo. Solo perché l'ho baciato e poi ci siamo trovati a dover lavorare insieme eravamo destinati. Che sciocchezze! Ogni tanto mi sento ancora l'adolescente che sogna cose senza senso. 

Questione di chimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora