Parte 7

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Così domenica mattina, dopo un sabato passato in casa a guardare serie Tv e mangiare schifezze, mi preparo e vado a prendere il pullman. Ho con me il mio zainetto come una brava bambina, provette, recipienti, spatoline, panini, autan e un telo mare, non si sa mai. Sotto i pantaloncini e la maglietta indosso il costume, è comunque fine giugno e anche se escludo di voler fare un bagno, l'acqua sarà freddissima. Sono una campionessa di scivolate. Quindi meglio prevenire.

Il pullman ci mette un'eternità ma arrivo verso le 11 sotto il ponte di San Marziale a Colle di Val d'Elsa, da qui dopo aver preso i campioni posso anche passeggiare lungo il parco fluviale.

Non ci sono mai stata ma so che è bellissimo.

Mi incammino nell'acqua su delle pietre grosse che affiorano appena e mi chino per raccogliere con la spatola un po' di terreno fangoso. Quando qualcuno dietro di me grida: «Dottoressa, buongiorno!»

Ovviamente salto dallo spavento e facendo un movimento brusco scivolo malamente in acqua.

Benissimo, due figure di merda con la stessa persona. Comincio a diventare così brava che mi faranno fare uno show televisivo.

Alzo la testa e dico « Capitano, che piacere! » Spero si senta il sarcasmo.

Lui sta sorridendo compiaciuto e commenta con un laconico « Il piacere è mio e non sa quanto.»

Scoppierei a ridere, se non fosse che la situazione è un pochino imbarazzante. Ma anche effettivamente ridicola. Poi gli chiedo se pensa di darmi una mano per farmi uscire dall'acqua. Il capitano si decide a darmi una mano. Io provo a rimettermi in piedi ma scivolo nuovamente e aggrappandomi alla sua mano lo trascino con me. Il capitano mi è caduto proprio sopra.

Questo non era previsto, e sinceramente ci coglie impreparati. Se era imbarazzante prima, provate a pensare voi che cosa è ora. Non riesco a capire se il suo sia uno sguardo di chi sta meditando di uccidermi o altro. C'è una strana scintilla, che ho già visto la prima sera.

Ma dura un attimo , lui si sposta subito, come se avesse preso la scossa.

« Mi dispiace, non l'ho fatto apposta.» dico, sinceramente dispiaciuta.

« Non credo le dispiaccia, ma me lo sono meritato.»

« Un po' sì.» e azzardo un sorriso, che viene stranamente ricambiato,

«Quindi me lo sarei meritato? Allora lei merita questo» e mi schizza.

L'acqua è ghiacciata, lo schizzo arriva alle spalle e in viso che erano ancora asciutti. È come una frustata.

«Non ci credo, mi ha schizzato. Dovrebbe vergognarsi.» e ovviamente lo schizzo a mia volta.

La battaglia dura qualche minuto, il tempo di renderci conto che ci sono delle famiglie di passaggio che ci guardano come due idioti, dopo di che ci alziamo. Raggiungo il mio zainetto magico, lasciato opportunamente lontano dall'acqua, prendo il telo e mi copro.

« Allora cosa ci fa qui?» mi chiede

« Sono venuta a prendere dei campioni di terreno. Vorrei allargare le analisi, perché sull'acque non ho trovato granché. Lei invece perché è qui?»

«Io... sono venuto a fare un sopralluogo, non so nemmeno io cosa vorrei trovare, ma ci provo. Sono ad un punto morto con le deduzioni. Speravo veramente che le sue analisi fossero illuminanti.»

« Per il momento, non lo sono. Mi dispiace.»

« Non è colpa sua.»

« Le va di camminare? Qui inizia la passeggiata lungo il Parco Fluviale che dicono essere bellissimo.»

Questione di chimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora