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questa è la mia normalità

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questa è la mia normalità

Mi svegliai di soprassalto con un dolore lancinante alle tempie e il cuore che batteva accelerato

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Mi svegliai di soprassalto con un dolore lancinante alle tempie e il cuore che batteva accelerato. Passai una mano sulla fronte, imperlata dal sudore a causa dell'incubo che avevo appena avuto. Non che fosse una novità, dato che quella visione notturna si era ormai radicata nella mia routine.

La luce argentea della luna filtrava con timidezza attraverso le persiane semiaperte della mia stanza, creando danze d'ombra sul pavimento. Il calore estivo si faceva sentire anche nelle ore notturne, e le persiane erano l'ultimo baluardo contro il tepore opprimente. Il leggero fruscio della brezza estiva cercava invano di infilarsi attraverso la fessura, portando con sé un sottile profumo di fiori notturni.

Con una sorta di noncuranza sognante, mi sollevai dal letto, avvolta ancora dalle lenzuola che custodivano la memoria di notti agitate. Il tessuto fresco sfiorava la pelle, un delicato contatto che svelava la sensazione di un sonno inquieto. Il cuscino, leggermente ammaccato, portava ancora l'impronta della mia testa, un segno tangibile della lotta con gli incubi che avevano disturbato il mio riposo.

I miei occhi si aprirono lentamente, pesanti sotto il peso residuo del sonno interrotto. Un istante di confusione si dipinse sul mio volto, mentre cercavo di orientarmi nella penombra della stanza. Con un gesto naturale, le dita si mossero verso il viso, sfiorando delicatamente la pelle come se volessero cancellare i rimasugli di quel sogno angosciante. Mi strofinai gli occhi con le nocche, cercando di dissipare la nebbia onirica che ancora offuscava la mia vista.

Un sospiro mi sfuggì dalle labbra, poi, con un lento ma determinato movimento, scivolai fuori dalle lenzuola, lasciando che i piedi nudi trovassero il contatto rinfrescante con il pavimento. La luce fioca della sveglia digitale proiettava numeri luminosi nell'oscurità, creando un'atmosfera surreale nella quale il tempo sembrava sospeso. Una mano si mosse istintivamente verso la testa, attraversando i capelli disordinati. Li sentii scivolare tra le dita, mentre una ciocca rimaneva saldamente appiccicata alla fronte umida di sudore.

Mentre attraversavo il lungo corridoio con passi lievi, quasi incerti, il pavimento di legno scricchiolava appena sotto il peso dei miei piedi. Diedi una sbirciata furtiva al salotto, dove la figura pacifica di Lucy era avvolta dalla penombra, abbandonata al sonno profondo. La televisione, fedele compagna delle sue serate solitarie, gettava una luce tenue ed intermittente sulle pareti, proiettando immagini mute che danzavano come riflessi.

DALLA PARTE DEL NEMICO - IEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora