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Tornando da Thunder non posso far altro che notare che è già svestito, strigliato e con gli zoccoli puliti.

«Non c'è di che» mi dice Caleb.

«Non so se ci sia bisogno di ripeterlo, ma posso fare da sola» ringhio tra i denti.

«Posso sapere perché sei così scontrosa?» mi chiede appoggiandosi di spalle alla colonna che separa il box di Thunder da quello di Miette. Sulla sua pelle scintillano delle gocce di sudore e la maglietta gli aderisce perfettamente sull'addome, evidenziando i suoi addominali e i suoi muscoli perfetti. Odio il fatto che sia così attraente ad ogni ragazza, e che il mio corpo sia così stupido da rimanerne attratto. Distolgo lo sguardo concentrandomi sul mio bellissimo cavallo.

«Non sono affari tuoi» dico.

«Senti ma... pensi di passare tutta l'estate da sola?»

«Piuttosto che stare con la tua compagnia?» gli porgo la domanda retorica «Sì!» esclamo con stizza.

«Senti Ronny» sì avvicina.

«Non chiamarmi così» lo ammonisco.

«Ok... Miller. Hai ragione, non so cosa ti sia successo, ma prima di partire tu non eri così. Er una ragazza» si ferma. Probabilmente non sa come continuare il discorso. E sarebbe meglio per lui non lo facesse.

Infatti non lo lascio continuare «Come Caleb? Come?! Tu lo sai com'ero? Quante volte siamo usciti insieme? Mh?» ansimo per la forza con la quale sputo fuori il veleno che mi scorre in corpo «Quante volte a pranzo ti sei seduto con me? Quante volte eri incluso nella mia vita?» continuo «Te lo dico io, mai!» urlo, talmente tanto che faccio agitare Thunder. 

Lo tranquillizzo e poi esco a passo spedito verso la prateria «Mai Caleb! Tu rimanevi con i tuoi amichetti e le tue puttane a prendermi in giro quando passavo, chiamandomi maiale da ingrasso! Lo sai quanto ho sofferto?!» le lacrime affiorano di nuovo alla base degli occhi appannandomi la vista «Tutti mi ignoravate solo per il mio aspetto fisico! E guarda caso, torno da New York, modestamente più figa delle troiette di Bandera High che ti piacevano tanto, e mi corri dietro» dico con tono sbeffeggiante «Ma io non ci casco, anche perché non credere che io sia stupida, che non sappia che, quello che mi ha fatto il vostro amichetto casualmente finito al fresco, non lo sappiate...» ansimo, con la vista ormai del tutto appannata dal dolore.

«Josh?!» chiede con voce inquisitoria. Sentire di nuovo il suo nome mi fa sussultare, la pelle rabbrividisce e sento il vomito alla bocca dello stomaco. 

«Ronny di che cosa stai parlando? Io non so niente...» dice avvicinandosi.

Sussulto dopo che le scene più raccapriccianti scorrono davanti ai miei occhi come un flashback «Lascia stare...» dico correndo via.

Non lo sanno, continuo a pensare mentre corro in casa. Non lo sa nessuno. Forse perciò loro non c'entrano nulla. O forse è solo Caleb che non sa? Sono così confusa e non voglio più dare peso a niente di tutto questo.

In camera mia afferro il mio diario e torno fuori. Mi dirigo ai box, vedendo che Wilson non c'è più. Tiro un sospiro di sollievo. Voglio cavalcare ancora ma Thunder è stanca. 

Miette invece è già pronta per partire. Entro nel suo box, la tiro fuori e monto in sella sfrecciando via in un posto bellissimo che ho conosciuto da piccola quando stavo cavalcando con mio padre verso delle cascate di acqua calda. 

É un posto tranquillo, e che nessuno conosce. Bisogna addentrarsi nei boschi, e seguire il ruscello fino a che non si raggiunge un ponticello di legno. Superato anche quello, a circa un ettaro di bosco più in là, immersi in un fitto di alberi che rende quasi difficoltoso passarci a cavallo e un paio di rocce, vi si arriva. Nessuno lo conosce, proprio perché è un posto per il quale bisogna addentrarsi parecchio nei boschi. Bisogna arrampicarsi sulle rocce e spostare le fronde dei salici piangenti per trovare la piscina naturale blu, nella quale si immette la cascata di acqua bollente e fumante. Mi piace sedermi in acqua e scrivere lì a bordo della piscina. 

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