Al mattino mi sveglio con la luce che filtra tra le tapparelle. Apro e chiudo più volte gli occhi cercando di capire perché la mia mente malata mi abbia fatto regalo di un sogno così meraviglioso, e al contempo così doloroso. Sbuffo, e per via del soffio che sfugge dalla mia bocca, qualche ciocca di capelli fluttua in aria, per poi ricadermi sul viso.
Sono distrutta. Sia mentalmente che fisicamente. So che il casino che ho combinato non passerà inosservato, e francamente dovevo aspettarmelo. Ma sono stufa di vivere secondo delle regole che non rispecchiano il ventunesimo secolo.
Sono una donna che vale quanto un uomo. Un uomo vale quanto una donna. Non merito di fare la fine di Raperonzolo rinchiusa nella torre, ad aspettare che un'impavido cavaliere dall'armatura scintillante la salvi. Anche perché a giudicare dalla mia fortuna finirei per essere salvata da Shrek, che nella mia situazione andrebbe bene comunque.
Sono io l'artefice del mio destino. Perciò ho deciso... Aspetterò questa sera, quando tutti dormiranno, e sgattaiolerò fuori dalla finestra, cercando di aggrapparmi a qualunque cosa sia vagamente sporgente, anche a costo di fare un bel salto per finire con un ginocchio sbucciato e un grosso carico di adrenalina nelle vene.
Mentre mi trascino in bagno per una doccia che calmi i fasci di nervi, bussano alla porta.
Lo trovo buffo, bussare ad una porta dietro alla quale sono stata chiusa, a chiave, violando ogni mia libertà e al contempo privacy. Probabilmente è per mantenere una parvenza di civiltà?
«Tesoro sono tua madre» sento la voce dolce della donna che mi ha messa al mondo.
Non rispondo, anzi inizio a cantare «"You can say what you want about me, want to do what you want to me, but you cannot stop me. I've been knocked down it's a crazy town, even gotta punch in the face in L.A., ain't nothin' in the world that can keep me from doing what I want to do. 'Cause I'm too proud, I'm too strong, live by the code that you gotta move on, feeling sorry for yourself ain't got nobody nowhere. So I (held my head high), knew I (knew I'd survive), well I made it (I made it), don't hate it (Don't hate it), that's just the way it goes. Yeah, I done made it through, stand on my own two, I paid my dues yeah. Tried to hold me down, you can't stop me now, I paid my dues!"» enfatizzando con la voce "tried to hold me down, you can't stop me now" nella solita maniera teatrale con cui i Miller adorano farcire e adornare le situazioni.
Fin da quando sono piccola il modo di comunicare le mie emozioni è attraverso le canzoni, e lei lo sa «Lo so che sei arrabbiata ma ti prego...» la sento con la voce più flebile.
Sovrasto la sua voce e continuo «"So like I told you, you cannot stop me, I paid my dues yeah! Now I'm still trusted everyday and people try to mess with Anastacia, gotta another thing comin' 'cause I have a mind and I thought I'd better let you know. I'm no punk I can't get down, I don't give a damn about who's around, that's worked just fine 'til now [...]"»
Ma lei continua, così dopo essere uscita dalla doccia e avvolta in un secchissimo telo di spugna, che anzi che rilassarmi acuisce ancora di più la mia rabbia, mi avvicino alla porta ed esclamo a voce alta «Voi mi avete chiusa qui, violando le mie libertà, perciò mi sembra ridicolo che ora bussi, e per la stessa ragione puoi entrare quando vuoi. La prossima volta non ci sarà bisogno di bussare» dico stringendo il telo sul petto mentre gocce di acqua fresca scivolano dalle punte dei miei capelli sulla mia schiena.
Mamma apre la porta, la vedo dal suo riflesso nello specchio essendo di spalle. Lei è impeccabile come sempre, anche se ancora in vestaglia da notte e i bigodini della messa in piega in testa.
«Hai provocato tu tuo padre. Cosa pensavi che sarebbe successo?» domanda guardandomi attraverso i nostri riflessi nello specchio a figura intera contornato da una cornice di legno massiccio.

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LAST
ChickLitOgni gioco prima o poi viene guardato con occhi diversi. Da piccoli è tutto innocente, poi si cresce e quell'innocenza non c'è più. Voleva giocare al gioco della mela, come si faceva da bambini... Quel gioco mi ha distrutta e mi ha cambiata per sem...